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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Luglio 2015
 
   
  LIBERTÀ DI MOVIMENTO: LA FINE DELLA PRIMA FASE DEL REGIME TRANSITORIO PER I LAVORATORI PROVENIENTI DALLA CROAZIA

 
   
  Bruxelles, 2 luglio 2015 - Il 30 giugno, la prima fase del regime transitorio per i lavoratori provenienti dalla Croazia scaduto.Fino a tale data, gli Stati membri dovevano comunicare alla Commissione se vogliono limitare l´accesso al mondo del lavoro per altri tre anni per i cittadini croati o se apriranno i loro mercati del lavoro, senza restrizioni per i lavoratori croati. Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo e Spagna hanno deciso di garantire libero accesso ai mercati del lavoro di cittadini croati. In questi Stati membri in tal modo la normativa Ue sulla libera circolazione dei lavoratori si applica dal 1 Luglio 2015, senza restrizioni. Austria, Malta, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito hanno deciso di mantenere le restrizioni per altri tre anni. Gli altri Stati membri sono stati concessi a lavoratori croati al momento dell´adesione il 1 ° luglio 2013, tutti i diritti acquisiti. Per questo, il Commissario per Occupazione, affari sociali, le competenze e la mobilità del lavoro Commissario Marianne Thyssen ha detto: "Altri Stati membri hanno deciso di aprire i loro mercati del lavoro ai lavoratori croati. Si tratta di uno sviluppo positivo. La mobilità del lavoro può essere una possibilità sia per i lavoratori e per le economie che ricevono. La Commissione si è impegnata a facilitare la mobilità del lavoro in Europa, ma dobbiamo anche assicurare che il sistema sia equo per tutti e che viene percepita dai cittadini come fiera. " Il 29 maggio 2015, la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto sulle disposizioni transitorie per la libera circolazione dei lavoratori provenienti da Croazia. Tale relazione è giunta alla conclusione che il potenziale afflusso di lavoratori croati a essere basso negli altri Stati membri dell´Ue e non suscettibili di provocare perturbazioni del mercato del lavoro. La relazione ricorda che i lavoratori mobili Ue hanno portato alle precedenti competenze allargamenti della domanda Ue nei mercati del lavoro dei paesi di destinazione e ha contribuito a colmare le lacune nei mercati del lavoro locali. Gli studi hanno anche dimostrato che gli effetti fiscali sulle economie che ricevono sono neutrali o positivi.  
   
 

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