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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Aprile 2007
 
   
  ANZIANI SOLI IN ITALIA: STRUTTURE DI ASSISTENZA A CORTO DI MEDICI

 
   
  Verona, 18 aprile 2007 – Oltre 750 Strutture Residenziali con oltre 40mila anziani e 26mila operatori; cinque regioni (Calabria, Veneto, Umbria, Sicilia e Sardegna); 7 anni di lavoro. Questi i numeri del Progres-anziani (Progetto strutture Residenziali), la più estesa ed approfondita indagine sull’assistenza agli anziani residenti in Strutture Residenziali, quindi non autosufficienti e per i quali non è possibile un’adeguata assistenza domiciliare o familiare. Anziani soli. Un’indagine promossa dalla Regione Calabria, che ha visto la partecipazione dell’Iss e di altri 11 enti pubblici, presentata per la prima volta a ‘Progetto Terza Età’, che - giunto alla sua settima edizione – svoltosi ieri a Verona. Obiettivo principale: dotare le autorità di sanità pubblica regionali e nazionali di informazioni approfondite con cui orientare le scelte di programmazione in questo settore, e che ha quindi permesso di raccogliere informazioni non solo sulle persone ospitate ma anche sul personale, l’organizzazione e le caratteristiche logistiche ed architettoniche delle strutture. Un campanello d’allarme è rappresentato dalla carenza di figure mediche all’interno di strutture residenziali in cui l‘età media degli ospiti è pari a 79 anni. Secondo i dati raccolti dall’indagine Progres-anziani, la maggior parte delle Sr italiane ha come proprio responsabile operativo una figura non sanitaria: infatti il responsabile operativo delle Sr è un medico solo nell’8 per cento delle strutture, mentre in oltre il 60 per cento dei casi le strutture sono dirette da figure non sanitarie. Il 21,6 per cento delle Sr non ha dichiarato alcun medico in organico, sebbene anche la maggior parte delle Sr di questo tipo accoglie pazienti con gravi problemi neurologici (compresa la demenza) o psichiatrici: infatti il 70 per cento delle Sr presenti nelle 5 regioni partecipanti ospita pazienti con prevalente patologia neurologica, e nel 40 per cento di esse risiedono pazienti con disturbi psichiatrici clinicamente significativi. “Il dato è rilevante soprattutto per il nostro Paese, dove il numero di anziani è più alto che nel resto del mondo e che quindi dovrebbe essere all’avanguardia nella sua assistenza” dichiara Giovanni de Girolamo, del Dipartimento Salute Mentale della Ausl Bologna, coordinatore dello studio. “In queste strutture, dove vi è un elevato numero di ospiti non autosufficienti, sarebbe opportuna una maggior presenza di medici in organico con competenze geriatriche al fine di assicurare il coordinamento e l’uniformità dell’assistenza”. Le differenze regionali: al sud un maggoire sostegno dalla famiglia - Nel corso della rilevazione gli ospiti censiti nelle 754 Sr sono stati 42. 687. Complessivamente l’età media degli ospiti è pari a 79,2 anni. Circa 2/3 delle Sr accolgono soprattutto residenti molto anziani, con età compresa tra 75 e 84 anni. Il numero medio di posti residenziali per 10. 000 abitanti in età geriatrica per le cinque regioni è risultato pari a 198,0, ma con una grande variabilità tra regioni: tra il Veneto e la Calabria vi è un rapporto di 4,3:1. “Questa significativa differenza di disponibilità di posti residenziali tra le regioni da noi studiate non è tanto dovuta a variazioni regionali della prevalenza dei disturbi specifici dell’età anziana” osserva de Girolamo. “La variabilità riflette sia differenze nella programmazione e nelle politiche adottate a livello regionale, sia una diversa cultura legata alla vita familiare: dove è ancora diffusa la famiglia ‘allargata’ e dove una quota elevata di popolazione femminile non lavora fuori casa (come accade più frequentemente nelle regioni del Sud rispetto al Veneto), la maggiore possibilità di sostegno rende più facile la permanenza degli anziani in famiglia, anche in condizioni di disabilità, di malattia o comunque di non autosufficienza”. Dotazione Sr: inferiore agli standard internazionali - La dotazione di Sr in Italia (il 2,1% dei cittadini in età superiore a 65 anni secondo l’Istat vivono in Sr) è più bassa che in altre nazioni. Questo emerge dai risultati del progetto internazionale di validazione del Resident Assessment Instrument e da altri dati raccolti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti; secondo questi dati solo il Giappone risulta avere una percentuale di popolazione anziana residente in Sr minore rispetto all’Italia (2,0 per cento), mentre le altre nazioni presentano quote di anziani residenti ben più elevate, oscillanti tra il 4 per cento della Francia e il 14,5 per cento della Danimarca. La maggior parte delle Sr ospitano anziani con più disturbi; particolarmente elevata è la proporzione di Sr che ospitano anziani con disturbi neurologici (compresa la demenza) o psichiatrici. Inoltre molto variabili sono anche le specifiche caratteristiche di struttura e di processo rilevate. Molte di tali caratteristiche, e dell’assistenza fornita agli anziani, sono difformi dalle raccomandazioni di ‘buona pratica clinica’ accettate a livello internazionale per l’assistenza residenziale, e dovranno essere fatti degli sforzi significativi per omogeneizzare e migliorare l’assistenza in questione. .  
   
 

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