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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Luglio 2015
 
   
  UNIVERSITA´: SERRACCHIANI, CREARE UN SISTEMA PAESE DELLA CONOSCENZA

 
   
  Udine, 7 luglio 2015 - "In Italia occorre creare un sistema Paese della conoscenza che coinvolga, in un rapporto stretto, università, centri di ricerca ed imprese. Occorre mettere delle porte girevoli per spalancare le opportunità della ricerca e dell´innovazione alle nostre imprese, per far sì che le richieste delle imprese siano in grado di entrare all´interno delle dinamiche universitarie". Lo ha detto oggi a Udine la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in un confronto con il rettore dell´Università di Bergamo e presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Stefano Paleari, moderato dal direttore del Tg La7, Enrico Mentana, dal titolo "Dire e fare per cambiare l´università e il paese", che ha rappresentato il momento conclusivo di "Conoscenza in Festa", manifestazione organizzata dall´Università di Udine, rappresentata dal rettore, Alberto Felice De Toni e da tanti docenti. Citando il Friuli Venezia Giulia, regione in cui vi sono poche grandi imprese e molte sono le piccolissime, Serracchiani ha ricordato come abbiano retto alla crisi di questi anni quelle che hanno saputo leggerla prima delle altre, rivolgendosi ai mercati internazionali o investendo in ricerca e sviluppo. Tuttavia per Serracchiani "lo hanno fatto poco grazie al sistema della conoscenza ma prevalentemente perché guidate da imprenditori lungimiranti. Non è sufficiente. Suggerisco all´Università - ha detto - di creare le condizioni per la formazione, oltre che dei giovani, anche degli imprenditori, che oggi devono avere più saperi di quanti ne occorrevano in passato". La Regione Friuli Venezia Giulia, che "sta interpretando la specialità come responsabilità, per quanto di competenza sta facendo la sua parte. Sul fronte delle Università, per mettere in rete i tre atenei regionali (Udine, Treiste e Sissa), anche per ottimizzarne le azioni e riqualificare la spesa. E sul fronte delle imprese, agevolando, con il taglio dell´Irap, quelle impegnate in ricerca e sviluppo". Chiare le proposte, anzi "le scelte irrinunciabili" da fare, per il rettore Paleari, nella riforma dell´Università. Assieme all´obiettivo condiviso del taglio dei confini tra università e imprese, con laboratori interdisciplinari, cogestiti e cofinanziati, servono anche il diritto allo studio per tutti gli studenti meritevoli, anche se privi di mezzi. L´apertura ai giovani ricercatori (abbiamo appena 12 professori ordinari su 12 mila con meno di 40 anni, ha evidenziato). Una vera semplificazione delle incombenze burocratiche. Nonché "apertura": professori, ricercatori, studenti devono viaggiare, spostarsi e fare esperienza tra un ateneo e un altro. Ma è preoccupato, Paleari, del Gattopardo, in una nuova versione: per lui il nostro è il Paese dove si rischia di "cambiare lentamente perché nulla cambi". Allora, come ha detto la presidente Serracchiani, anche su questo tema "bisogna imparare a fare il terzo tempo. E´ bene discutere, in maniera approfondita. Alla fine occorre saper prendere una decisione. Il problema di questo Paese è che ha discusso tantissimo e ha deciso pochissimo". Il momento è adesso: "non aspettiamo la legge finanziaria nazionale, per poi lamentarsi. Il confronto va fatto prima. Troviamo le condizioni per una condivisione delle priorità", ha concluso, non senza sottolineare anche che il Friuli Venezia Giulia il terzo tempo lo sa fare. Come sulle misure di sostegno al reddito o sulla riforma della sanità, dove peraltro è stata introdotta, proprio con la responsabilità che deriva dalla specialità, la logica dei costi standard, che ha definito "costi di finalizzazione del servizio: significa che un unico soggetto acquista per conto di tutti, mentre prima accadeva che a fare gli acquisti era non la singola azienda ma il singolo primario, con una spesa enorme".  
   
 

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