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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Luglio 2015
 
   
  DECRETI JOBS ACT, ASSESSORE LOMBARDIA:È SOLO UN MODELLO CENTRALISTA, DOMINERÀ LO STATO

 
   
   Milano, 8 luglio 2015 - "Lo schema di decreto legislativo di riordino dei servizi all´impiego e delle politiche attive del lavoro tradisce molte delle aspettative generate dalla stessa legge delega del Jobs Act. Propone un modello organizzativo del mercato del lavoro neo-centralista, fondato sulla posizione dominante di nuove strutture statali come la istituenda Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro e i neo-costituiti centri pubblici per l´impiego". Commenta così l´assessore regionale al Lavoro Valentina Aprea nel corso delle audizione sugli schemi di decreti delegati del Jobs Act, svoltesi presso le Commissioni della Camera e del Senato. C´e´ Approccio Ideologico - "Il dirigismo del Governo - ha detto l´assessore - determina una puntualissima definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, che si estende all´obbligo per le Regioni di costituire loro dirette articolazioni territoriali aperte al pubblico, denominati centri pubblici per l´impiego. Correlativamente, con evidente approccio ideologico, viene abrogata la norma che ha finora riconosciuto la pari dignità tra i centri pubblici per l´impiego e gli operatori pubblici e privati autorizzati dallo stesso Ministero ed accreditati dalle Regioni, definendoli entrambi "servizi competenti". Non C´e´ Misura Seria Per Disoccupati - "Il provvedimento - continua Aprea - manca anche l´occasione di costruire con l´assegno di ricollocazione una misura di politica attiva universale destinata a tutti i disoccupati, seppure differenziata e modulata progressivamente secondo il profilo personale di occupabilità ovvero secondo il diverso grado di bisogno di aiuto per entrare o rientrare nel mercato del lavoro". Sbagliato Imporre A Regioni Aprire Uffici - "Abbiamo rappresentato alle Commissioni Lavoro di Camera e Senato il rischio che il nuovo modello proposto determina sull´organizzazione del mercato del lavoro lombardo, fondato su principi inequivocabili della libera scelta della persona di scegliere gli operatori pubblici e privati, parimenti accreditati, che possono fornire tutti i servizi al lavoro necessari per l´attivazione delle politiche attive e per l´inserimento o il reinserimento lavorativo di tutti i disoccupati. Oltre a violare il principio di realtà per la condizione in cui versano i centri per l´impiego pubblici dopo i provvedimenti Delrio di soppressione delle Province, imporre alle Regioni la costituzione di propri uffici pubblici, rischia - spiega Aprea - di invadere competenze costituzionali, che riguardano anche quella autonomia organizzativa delle Regioni che la Corte Costituzionale ha riconosciuto sempre in materia di regolamentazione del mercato del lavoro, gia´ nel quadro costituzionale previgente all´ultima riforma del Titolo V approvata nel 2001 e non anora modificata. Peraltro, questa imposizione alle Regioni di aprire propri uffici territoriali non è accompagnata dallo stanziamento delle necessaria risorse, perché i 70 milioni per due anni previsti sono al massimo un terzo di quelle occorrenti". Mantenere Ottimo Modello Lombardo - "La nostra posizione critica contiene una proposta che abbiamo illustrato nel corso delle audizioni di oggi. - ha concluso l´Assessore Aprea - Non siamo ideologicamente contrari alla definizione statale di livelli essenziali delle prestazioni, per consentire la fruizione di diritti costituzionali di accesso al lavoro in tutto il Paese. Chiediamo solo che per servizi al lavoro competenti possano ancora essere considerati sia i centri pubblici per l´impiego sia quegli operatori pubblici e privati che hanno garantito al sistema lombardo di raggiungere l´efficienza dimostrata dai rapporti di monitoraggio settimanali della nostra politica attiva denominata Dote Unica Lavoro, pubblicati sul nostro sito".  
   
 

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