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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Luglio 2015
 
   
  IFIIT: INDICE DI LUGLIO 2015 DELLA FIDUCIA SUGLI INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE TECNOLOGICA

 
   
  Milano, 9 luglio 2015 - 1) I Dati Del Mese - Quadro di sintesi dei dati rilevati nel mese - • In leggera risalita l’Indice Ifiit, che si porta a 34,80 punti dai 34,30 del mese precedente, mentre nel mese di maggio registrava 34,60 punti. Il trend di fondo resta improntato ad un recupero, anche se molto lento e spezzato a tratti. • La platea degli imprenditori resta ancora sostanzialmente divisa. Accanto a grandi e medie aziende che sono esportatrici e che puntano ad un allargamento dell’azione sui mercati esteri, altre aziende, generalmente di dimensioni inferiori (piccole e micro-imprese) fanno fatica a convivere con un mercato interno ancora poco dinamico. • I settori più propensi ad investire in innovazione tecnologica sono il meccanico, il fashion, i trasporti, la sicurezza, l’energetico e le comunicazioni. • Nell’attuale congiuntura pesano alcuni fattori che frenano gli investimenti: la scarsità di credito legata anche alla crescita delle sofferenze bancarie, il difficile quadro geopolitico internazionale, la crisi greca e le sue possibili ripercussioni sul resto d’Europa. • Si intensificano le ricerche e gli studi (e da qui anche le richieste al governo) per integrare le piccole e medie imprese del Made in Italy in un nuovo modello dove le tradizionali attività siano unite alla meccatronica o comunque integrate alla tecnologia digitale. • Notevoli cambiamenti sono in atto nella filiera della logistica, dove si concentrano i migliori progetti innovativi e le applicazioni più avanzate. • Persiste la debolezza delle aree geografiche più arretrate, dove la cultura dell’innovazione è presente a macchia di leopardo e coinvolge solo alcuni distretti. Ancora in difficoltà i settori edili, del commercio al minuto e le attività professionali. 2) La Visione Del Futuro - La Fabbrica 4.0. La nuova rivoluzione manifatturiera è digitale - di Gianni Potti - è Presidente di Cnct, Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici (intervento estratto dall’ e-book “La Fabbrica 4.0”, reperibile e scaricabile in rete gratuitamente, dai siti di Confindustria e de Il Sole 24 Ore) Oggi e in corso la quarta rivoluzione industriale: dall´inizio del 21˚secolo, stiamo vivendo una trasformazione digitale e cambiamenti associati con l´innovazione nel campo della tecnologia digitale in tutti gli aspetti della società e dell´economia. In Occidente già abbiamo vissuto tre rivoluzioni industriali: energia idroelettrica con il crescente uso della forza vapore e lo sviluppo di macchine; elettricita e produzione di massa (assemblaggio in linea); più di recente, nel ’900, l’automazione utilizzando l´elettronica e l’informatica; la quarta, digitale, che è già partita in tutto il mondo ed ora riguarda anche noi. Tuttavia, mentre alcune aree vedranno veloci e dirompenti modifiche, altre cambieranno lentamente e costantemente. Un altro passo "evolutivo". In entrambi i casi, quel che e certo, è che non si torna indietro! Si va verso il cosiddetto the new normal, ovvero questo e già il nuovo mondo. I nostalgici del passato sono serviti. In questa nuova evoluzione, gli oggetti fisici sono perfettamente integrati nella rete delle informazioni. Internet si combinerà sempre più con le macchine intelligenti, processi produttivi e processi per formare una sofisticata rete. Il mondo reale si sta trasformando in un enorme sistema di informazioni. La Fabbrica 4.0 - E’ da queste considerazioni che abbiamo progettato "Fabbrica 4.0", per fornire le risposte principali per affrontare la quarta rivoluzione industriale. Che sarà differenziata in tanti piccoli concetti, come l´"Internet delle cose", il "movimento maker" o "fabbrica 4.0", o chissà cos´altro, ma questo poco importa. Il minimo comune denominatore e che Fabbrica 4.0 tende ad enfatizzare l´idea di una consistente digitalizzazione collegata con tutte le unita produttive dell´economia. I titoli, giusto per dare un idea di quanto sta accadendo, sono: sistemi e mercato cyber-fisico (nella produzione non basterà più solo parlare di It, ma di sistemi complessi che interagiscono continuamente con la produzione e con il mercato grazie ad un massiccio utilizzo della rete, sempre più connessi ai sotto sistemi, con controlli in tempo reale), smart robot e nuove macchine (dal 2004 i robot nelle aziende europee sono raddoppiati. Ungheria e Cekia sono capofila. Sistemi sempre più intelligenti, interagiscono tra loro. Non solo in sostituzione dell´elemento umano, ma con nuove funzioni e opportunità), big data (raddoppiano nel Mondo anno su anno. Ad Expo2015 nascerà la prima piattaforma italiana di open data, fatta da Telecom. Sui dati aperti, siamo buon ultimi in Ue. Dalla lettura e analisi dei dati nasce un nuovo approccio al mercato e una nuova impostazione delle aziende. Il cloud computing aprirà strade inaspettate per stoccaggio, lettura, condivisione dei dati. Dalla capacita di lettura rapida dei dati verrà modificata on line la produzione), efficienza energetica e decentramento (il cambio climatico e la scarsità di risorse sono megatrend con cui dovremo sempre più fare i conti), industrializzazione virtuale (ogni processo viene prima simulato e verificato in virtuale; solo quando la soluzione finale e pronta potrà partire la mappatura fisica - che significa che tutto il software, i parametri, le matrici numeriche, vengono caricate nelle macchine che controllano la produzione. Piante virtuali possono essere progettate e facilmente visualizzate in 3D, cosi come lavoratori e macchine interagiscono. Ma tutto questo a cosa porta? Porta ad integrare come non mai i processi. Nell´era dei social media, infatti, una delle parole chiave delle nostre interazioni è sharing, ovvero condivisione, lavorativa, di processo, di notizie e informazioni. In realtà il fenomeno è più vasto di quanto si possa pensare e ridefinisce il nostro sistema di valori e il nostro stile di vita. Secondo le stime più recenti il valore a livello mondiale della sharing economy è di 26 miliardi di dollari. Nel Regno Unito i ricavi e i risparmi associati all´economia collaborativa si aggirano attorno ai 4,6 miliardi di sterline a fronte di 33 milioni di inglesi che condividono già attivamente beni e servizi. In Italia 6 italiani su 10 sono propensi ad avvicinarsi a questo modello di consumo ma solo l´11% lo ha già fatto (fonte Ipsos). I settori piu interessati sono la mobilita - c´è chi per esempio vuole dividere il taxi o addirittura la barca - fino agli alloggi (+22% di annunci negli ultimi 3 mesi), anche in coabitazione con anziani (il cosiddetto silver cohousing) e nel settore professionale cresce la condivisione degli spazi con il coworking (+18% di annunci negli ultimi 3 mesi) che si traduce anche in sinergie professionali e nuove opportunità. Un +14% registrano invece gli annunci di vendita o noleggio di usato. E´ dunque su questi due capisaldi di un forte manifatturiero additivo e digitale, con processi re-ingegnerizzati da un lato, e di una logica di sharing economy dall´altro, che Csit ha scelto di promuovere il progetto Fabbrica4.0, una vera sfida Paese, che potrà consentire di tornare ad essere competitivi e performanti in una economia che non e più quella di venti anni fa, ma neanche di cinque anni fa e che certamente corre più veloce di ogni possibile immaginazione.  
   
 

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