Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Aprile 2007
 
   
  BANCHE E IMPRESE EXTRACOMUNITARIE: PRESENTATA INDAGINE

 
   
  Roma, 19 aprile 2007 - Il 70% delle 227mila imprese costituite da cittadini immigrati ha rapporti con le banche italiane, soprattutto con quelle minori; il 50% giudica buona la qualità dei servizi offerti, anche se lamenta la crescita del costo del debito; il 40% ha chiesto un prestito per l’avvio o l’ampliamento della propria attività, anche se nella maggioranza dei casi gli imprenditori immigrati utilizzano risorse proprie o concesse da parenti e amici. E’ quanto mette in evidenza lo studio “Comportamenti finanziari e creditizi della società multietnica” realizzato da Unioncamere, Nomisma, Crif e Adiconsum, presentato ieri mattina a Roma, nel quale si riportano tra l’altro i risultati di una indagine campionaria effettuata su oltre mille imprenditori extracomunitari. Di sicuro, vista la crescita accentuata di questa tipologia di aziende, la volontà di integrazione che gli imprenditori manifestano e la loro complessiva capacità di investimento, queste realtà emergenti nel tessuto economico italiano devono essere considerate non solo una risorsa per lo sviluppo nazionale, ma anche una interessante opportunità per il sistema del credito e della finanza. Che di questo nuovo target di clientela, non esente peraltro da alcuni margini di rischiosità, si sta progressivamente accorgendo. L’offerta di credito oggi proposta – sostanzialmente non discriminante rispetto a quella concessa ai piccoli imprenditori italiani – ha però il limite di non essere ancora del tutto mirata a rispondere ai bisogni di questa tipologia di impresa, che comunque, nella metà dei casi, considera di buona qualità i servizi offerti dalle banche, anche se lamenta la crescita del costo del debito. Negli ultimi 5 anni, le imprese individuali gestite da immigrati sono passate da circa 100 mila ad oltre 227 mila unità, con tassi di crescita ben superiori a quelli del totale delle imprese e prossimi al 10% annuo. È un´imprenditoria giovane (il 15% degli imprenditori immigrati ha meno di 30 anni), che si concentra in prevalenza nel commercio (settore che assorbe oltre il 40% delle attività), nelle costruzioni (29,9%) e nei servizi (13,5%). Decisamente minore il peso del segmento manifatturiero, dove le oltre 25 mila unità sono distribuite per circa il 50% sulle attività connesse alla filiera del tessile-abbigliamento. .  
   
 

<<BACK