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Notiziario Marketpress di Venerdì 24 Luglio 2015
 
   
  ESTATE A BORMIO: TRADIZIONI SOTTO LE STELLE CON TRE APPUNTAMENTI SERALI – L´11 LUGLIO, L’1 E IL 22 AGOSTO – LE TRADIZIONI VALTELLINESI INVADONO LE CORTI DEL CENTRO STORICO: DOLCI TIPICI, DEGUSTAZIONI DI VINI E UNA MAGICA NOTTE A LUME DI CANDELA, PER SCOPRIRE LA BORMIO PIÙ AUTENTICA

 
   
   Si accende l’estate a Bormio  con “Tradizioni e Mestieri in Piazza”, le tre speciali serate dedicate al patrimonio storico ed enogastronomico dell’Alta Valtellina. Primo appuntamento sabato 11 luglio con la “Serata dei Dolci Valtellinesi”, in programma nelle vie del centro storico: dalle 21 degustazioni di dolci tipici, torte e antiche ricette a base di frutta di stagione, miele e latte di montagna, da assaporare con le note della Filarmonica Bormiese di sottofondo. Si prosegue il primo agosto, sempre di sabato, con la “Serata dei Vini”: per l’occasione le case vitivinicole valtellinesi si daranno appuntamento nelle corti storiche per far conoscere a tutti i dettagli e le particolarità delle loro produzioni. Si potranno degustare vini come il Sassella, il Grumello, lo Sforzato, e concludere con assaggi di grappe, amari locali (come il Braulio e la Taneda, giusto per citare i più famosi) e tisane della tradizione. Per concludere, gran finale sabato 22 agosto con la Serata “Al Scur” (al buio, in dialetto bormino): a partire dalle 21.30 le luci del centro storico – in particolare dei reparti Maggiore e Dossorovina – saranno spente, mentre fiaccole e lanterne riveleranno il fascino del borgo antico, in un itinerario guidato alla scoperta di portali, magnifici affreschi, corti della tradizione, attraverso giochi di ombre, degustazioni e intrattenimento musicale. In Alta Valle, per scovare i mestieri della tradizione La Valtellina è custode di un prezioso patrimonio di tradizioni artigiane, che ancora oggi si tramandano di padre in figlio. Alcuni di questi mestieri “storici” stanno addirittura vivendo una vera e propria rinascita: è il caso del leñaméjr (il falegname), tuttora un’attività molto diffusa, sia come piccolo artigianato che per la produzione di arredamenti o per la costruzione di abitazioni. Lo stesso discorso vale per il feréjr (il fabbro), altro mestiere tipico della valle, ancora vivo grazie all’ampia richiesta di ferro battuto. In via di estinzione invece il mestiere del ciabattino, di cui conserva tutti i segreti (e pure il gergo) lo sciòber Donato, con la sua bottega nella piazza principale: in passato, in Alta Valtellina, l’attività dei ciabattini assunse infatti talmente tanta importanza da originare un linguaggio specifico, il plat di sciober (il gergo dei ciabattini), che tagliava fuori dai discorsi chiunque non appartenesse alla corporazione. Il mondo del sciòber girava intorno alla minela, il tavolino per il lavoro dove erano conservati i vari attrezzi e le forme (aguzze e uguali per i due piedi). Per informazioni: www.Bormio.eu    
   
 

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