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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Aprile 2007
 
   
  CRESCE L’OTTIMISMO DELLE FAMIGLIE PIEMONTESI: IN AUMENTO LE SPESE PER TEMPO LIBERO E DIVERTIMENTI LA FAMIGLIA PIEMONTESE SPENDE IN MEDIA PER BENI E SERVIZI 2.549,3 EURO AL MESE. DOPO UN ANNO DI TRANSIZIONE, BIELLA RICONQUISTA IL PRIMATO NELLA GRADUATORIA REGIONALE

 
   
  Torino, 24 aprile 2007 - Per il sesto anno consecutivo, Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte, nell’ambito delle attività promosse dall’Osservatorio regionale sul commercio, hanno realizzato l’indagine sulla spesa delle famiglie residenti nei capoluoghi di provincia piemontesi, presentata venerdì 20 aprile, a Torino Incontra. Utilizzando una metodologia già sperimentata dalla Camera di commercio di Torino, sono state condotte, in quattro distinti periodi dell’anno, alcune rilevazioni su un campione complessivo di 810 nuclei familiari residenti nei capoluoghi di provincia del Piemonte. L’introduzione di una quarta tranche di rilevazione, che risponde all’esigenza di monitorare le spese del periodo natalizio, rappresenta il principale elemento di novità di questa edizione. L’obiettivo della ricerca è analizzare la struttura qualitativa, il livello e l’andamento delle spese nel tempo, sondando le abitudini di acquisto delle famiglie piemontesi e le loro preferenze nelle scelte di consumo, nella consapevolezza che, anche in un contesto territoriale circoscritto come quello regionale, le abitudini dei consumatori possono essere significativamente articolate e presentare differenze tra i vari territori provinciali. Dopo il saluto del Presidente di Unioncamere Piemonte Renato Viale e dell’Assessore regionale al Commercio Giovanni Caracciolo, Roberto Strocco, coordinatore dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, ha analizzato nel dettaglio i dati relativi ai consumi delle famiglie piemontesi. A conclusione dei lavori è intervenuto il Direttore di Unioncamere Piemonte Massimo Deandreis. “Per il sesto anno consecutivo, Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte hanno realizzato l’ormai consueto rapporto di analisi sulla spesa delle famiglie nei capoluoghi di provincia piemontesi – ha dichiarato Renato Viale, Presidente di Unioncamere Piemonte -. Conoscere il livello e la propensione di acquisto delle famiglie ed esplorarne gusti e preferenze può fornire infatti utili indicazioni per il conseguimento di efficaci politiche di sviluppo concertato e validi programmi d’intervento, tesi al miglioramento della qualità della vita di cittadini e imprese. Il 2006 si è connotato come un anno diverso rispetto ai precedenti, non soltanto per le imprese, ma anche per le famiglie piemontesi: in seguito alle Olimpiadi e alla ripresa economica, sembra essere rinato un maggior ottimismo verso il futuro, di cui si avvertiva da tempo un forte bisogno e dal quale la spesa per consumi non può che trarre un vantaggio significativo”. “L’indagine ci fornisce alcuni dati significativi – ha commentato l’Assessore Giovanni Caracciolo – e sicuramente di buon auspicio per il futuro. Le famiglie piemontesi, infatti, non solo hanno speso più che nell’anno precedente, dato questo che potrebbe essere letto come un semplice effetto derivato dall’aumento dei prezzi, ma hanno altresì mostrato una maggiore propensione al consumo verso beni quali il tempo libero e le occasioni di svago. Quest’ultimo dato rappresenta un chiaro segnale di rinnovata fiducia che, seppure all’interno di una congiuntura economica generale ancora negativa, nella quale i nuclei familiari devono affrontare una costante perdita del proprio potere di acquisto, deve costituire un forte stimolo nei confronti della politica teso alla creazione di un migliore contesto occupazionale e di reddito, condizione indispensabile per una ripresa definitiva del nostro sistema economico e territoriale, il quale annovera potenzialità e campi di eccellenza di notevole livello”. I principali risultati delle analisi - Il 2006 è stato un anno differente rispetto ai precedenti, anche per quanto riguarda le spese delle famiglie. Dai rapporti degli anni scorsi emergeva una polarizzazione delle spese su consumi meno discrezionali: le famiglie piemontesi, in una situazione di congiuntura economica negativa e di prospettive future ancora incerte, condensavano i propri acquisti verso i beni più strettamente indispensabili e non comprimibili. Sebbene perduri la sensazione, da parte delle famiglie, di una forte perdita del proprio potere d’acquisto rispetto agli anni passati, la congiuntura economica piemontese sembra definitivamente sulla strada della ripresa. Questo, unito al rilancio della Fiat e al successo delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, ha innescato un maggiore ottimismo tra le famiglie piemontesi, con risvolti positivi anche sul fronte del proprio budget di spesa. Nel 2006, la famiglia media piemontese ha speso 2. 549 euro mensili. Tale valore comprende le spese per prodotti fisici, servizi, utilities, costi fittizi (come la rendita virtuale della casa di proprietà) e “tasse”, come ad esempio il bollo auto o i ticket sanitari. Sono presenti spese che passano attraverso il normale canale distributivo, sia tradizionale che moderno, spese per servizi di mercato e altre ancora nelle quali la discrezionalità è minima, se non assente (ad esempio, le utenze per le abitazioni). La variazione rispetto all’anno precedente, pari al +5,3% non è particolarmente elevata, soprattutto tenendo conto che incorpora l’aumento dei prezzi, ma è comunque un segnale indicativo di un’inversione di tendenza. A fianco di aumenti delle spese relative all’abitazione e alla salute, più strettamente indispensabili, si registrano infatti incoraggianti incrementi delle spese per tempo libero e divertimenti, nonché per i pasti fuori casa. Sotto il profilo territoriale, Biella riconquista la leadership dei capoluoghi piemontesi per quanto riguarda la spesa delle famiglie, con una cifra pari a 2. 690 euro mensili. Nel 2005 aveva ceduto la prima posizione, dopo tre anni di primato, a favore di Novara, che nel 2006 slitta in seconda posizione, a distanza di soli 11 euro dalla prima. Nel 2006, la spesa per alimentari e bevande di una famiglia media piemontese si è attestata su un valore pressoché identico rispetto a quello registrato l’anno precedente (306,8 euro contro i 307,0 del 2005). A fronte di uno sviluppo dei consumi totali, la componente alimentare ha quindi dimostrato una sostanziale stazionarietà, con una conseguente riduzione del proprio peso nel paniere dei consumi finali: se nel 2005 i prodotti alimentari rappresentavano il 12,7% delle spese mensili di una famiglia media, nel 2006 la quota si è leggermente ridotta, attestandosi sul 12%. All’interno del paniere alimentare, l’andamento delle varie voci di spesa è stato differenziato. Si è speso di più rispetto al 2005 per pane, carne, oli e grassi, legumi e ortaggi, mentre si è ridotta la quota destinata a dolci e drogheria, pesce, latte, formaggi e uova, frutta e bevande. Le spese per l’abitazione costituiscono tradizionalmente la quota più rilevante del budget mensile di una famiglia. I costi per l’affitto, le spese condominiali, l’assicurazione furto e incendio e l’imposta sui rifiuti ammontano complessivamente a poco meno di 675 euro. La quota rappresentata da questa categoria sui consumi complessivi è del 26%. Per rendere questa valutazione confrontabile con i dati rilevati dall’Istat, si è domandato alle famiglie del campione di indicare non solo l’importo mensile dell’affitto, ma anche, nel caso in cui la casa sia di proprietà, di stimare il fitto figurato, ossia l’importo che dovrebbero sostenere per la locazione dell’abitazione se questa non fosse di proprietà. A livello territoriale, le famiglie biellesi sono quelle che sostengono il maggior esborso medio mensile per fitto figurativo (dovuto ad abitazioni mediamente più grandi) e per le utilities domestiche (riscaldamento, gas, acqua ed energia elettrica). All’interno delle spese per l’abitazione rientrano i costi condominiali, mediamente pari a 37,4 euro mensili, quelli per l’assicurazione della casa (16,3 euro) e le uscite per l’imposta sui rifiuti (21,8 euro mensili). Nel valutare le spese per la casa, si è scelto di unire a questa prima porzione di costi anche le due voci relative alle utenze domestiche e all’arredamento e servizi per la casa, in modo da osservare il peso complessivo che l’abitazione, in maniera diretta o indiretta, assume sul budget familiare. Nel 2006, le utenze domestiche esercitano un peso pari al 6,6% sul totale delle spese della famiglia e ammontano mediamente a 169,44 euro mensili. Le bollette per le utenze domestiche sono più alte a Biella (194,9 euro) e ad Alessandria (185,5 euro). Arredi, apparecchiature e servizi per la casa, con 226,96 euro mensili, ricoprono infine l’8,9% del budget familiare. A differenza delle altre spese per l’abitazione, le spese per arredi e apparecchiature sono abbastanza discrezionali e pertanto sono molto diversificate a seconda del reddito, della professione e della provincia. Gli imprenditori dichiarano di spendere più di 500 euro mensili per mobili e arredi per la casa, i dirigenti più di 400 euro, mentre le famiglie con a capo un pensionato si fermano a 174 euro. Esiste anche una diversificazione territoriale piuttosto significativa: ad Asti e Vercelli si spendono mediamente più di 300 euro, mentre le famiglie di Verbania spendono solo fino a 137 euro. A livello complessivo, quindi, le spese per l’abitazione, per le utenze domestiche e quelle relative ad arredi e servizi per la casa assorbono una quota rilevante del budget familiare, il 42%. Un’altra importante voce di spesa delle famiglie è rappresentata dai trasporti e comunicazioni. Nel 2006, la famiglia piemontese media ha sostenuto uscite mensili pari a 356,06 euro per trasporti e comunicazione, pari ad una fetta del 14% del budget familiare. Considerando nello specifico il comparto dei trasporti, la spesa media mensile per famiglia è di 260,87 euro; la parte più consistente è rappresentata dall’acquisto di carburante, con 110,6 euro mensili contro i 96,6 euro del 2005, aumento dovuto al significativo incremento del costo della benzina nella prima parte del 2006. Segue, in seconda posizione, la spesa per bollo e assicurazione auto, pari a 81,4 euro medi mensili. I capoluoghi che spendono meno della media regionale per l’acquisto di carburante sono Torino (103,6 euro), Verbania (99,5 euro) e Asti (74,1 euro); Cuneo, con una media di 148,7 euro al mese, è il capoluogo con la maggior spesa per carburante e, coerentemente, con i minori esborsi per l’acquisto di abbonamenti ai trasporti pubblici. Al capitolo comunicazione (telefono fisso, cellulare, collegamento ad internet) la famiglia piemontese dedica mediamente 95,2 euro al mese. Nel dettaglio, le spese per comunicazioni sono così ripartite: 36,4 euro per il telefono fisso, 37 euro per il cellulare, 5,6 euro per Internet, 6,7 euro per schede telefoniche, e il rimanente per l’acquisto di nuove apparecchiature telefoniche. I costi per l’accesso ad Internet risultano sottostimati a causa delle difficoltà nello scorporare questa spesa da quella per la telefonia: le nuove offerte tariffarie prevedono infatti spesso un unico abbonamento per telefonia fissa, mobile e Internet. Le spese per tempo libero e divertimenti incidono sul bilancio delle famiglie piemontesi per un importo pari a 126,4 euro mensili, con un incremento di 16,5 euro rispetto al 2005. La quota di budget dedicata a questa tipologia di consumo, che comprende voci eterogenee, dall’acquisto di alcuni beni durevoli all’utilizzo di svariati servizi quali cinema, spettacoli e attività sportive, è del 5%. Focus sui comportamenti di consumo - Sebbene si tratti di un fenomeno dalle dimensioni complessive ancora modeste, il commercio equo e solidale ha mostrato, negli ultimi anni, una dinamica in crescita: nel 2006, il 30% delle famiglie piemontesi ha dichiarato di acquistare saltuariamente questo tipo di prodotti, mentre per il 3% dei nuclei intervistati rappresentano ormai un’abitudine consolidata. Nel 2006, il 72% delle famiglie intervistate ha acquistato più o meno regolarmente prodotti biologici, mentre solo il 28% ha dichiarato di non averne mai comprati. Le percentuali si sono modificate rispetto al 2005, quando i consumatori di prodotti biologici erano il 67%. Tra le famiglie che hanno dichiarato di acquistare questa tipologia di prodotti, la quasi totalità (l’88%) considera la spesa per il biologico una parte piccola del proprio budget; per una famiglia su 10 costituisce meno della metà della spesa, mentre solo per l’1,9% rappresenta più della metà. Trai i prodotti biologici più diffusi sulle tavole dei piemontesi spiccano the, caffè, cioccolata, frutta e succhi di frutta, marmellate, pasta, yogurt, cereali e miele. Anche nel 2006 si è assistito ad una crescita del ricorso al credito al consumo da parte delle famiglie italiane. Per contro, le famiglie piemontesi che hanno effettuato acquisti con pagamento rateale sono in calo rispetto al 2005, e rappresentano il 15% del totale. A ricorrere maggiormente allo strumento del credito al consumo sono le coppie con figli e, in generale, quelle in cui il capofamiglia ha meno di 45 anni. Indagando le motivazioni che hanno portato alla scelta dell’acquisto rateale, risulta che il 37% delle famiglie vi ha fatto ricorso perché lo ritiene un modo comodo e conveniente di spendere, che consente di non intaccare la propria liquidità, mentre per il restante 63% rappresenta la forma di pagamento che consente di acquistare prodotti che altrimenti non potrebbe permettersi. Nonostante la media italiana sia ancora distante da quella americana ed europea, i ritmi di crescita dimostrano che il commercio elettronico sta diventando sempre di più un canale di acquisto integrativo e abituale anche nel nostro Paese. Il valore complessivo del mercato italiano nel 2006 è stato di 4 miliardi di euro, con una crescita del 45% rispetto al 2005. Secondo l’Istat, 1 persona su 5 nel 2006 ha acquistato un prodotto on line. Anche ai piemontesi piace comprare su Internet: circa il 17% delle famiglie intervistate ha acquistato on line beni e sevizi nel corso del 2006; le più aperte all’utilizzo di questo canale sono le famiglie la cui persona di riferimento ha meno di 35 anni, e quelle con redditi alti. L’e-commerce va per la maggiore ad Asti e Novara, mentre Torino e Vercelli si posizionano agli ultimi posti. Tra i prodotti acquistati on line più frequentemente dalle famiglie piemontesi, spiccano i biglietti aerei, l’attrezzatura informatica varia, i libri, le vacanze, l’abbigliamento e i biglietti per gli spettacoli. .  
   
 

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