Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 24 Aprile 2007
 
   
  TERAPIE GENETICHE: LE QUESTIONI ETICHE AL CENTRO DEL DIBATTITO PARLAMENTARE

 
   
  Bruxelles, 24 aprile 2007 - In vista dell´adozione di una relazione in merito a una proposta di regolamento sui medicinali per terapie avanzate, si è tenuto un acceso dibattito in Aula incentrato sull´opportunità o meno di porre limitazioni etiche a livello europeo. I deputati appaiono molto divisi, mentre la Commissione e il Consiglio sostengono un pacchetto di compromesso - proposto da socialisti, liberali e sinistra unitaria - che lascia agli Stati membri il compito di decidere su tali questioni. Dichiarazione della Commissione Günter Verheugen ha sottolineato l´importanza della proposta di regolamento per molti malati in Europa che sperano in nuovi trattamenti che possano salvare loro la vita. Ha poi ricordato che attualmente non esiste un quadro giuridico comunitario e che occorre quindi creare chiare condizioni per queste terapie innovative. Ha quindi affermato che la Commissione sostiene gli emendamenti di compromesso presentati da tre gruppi politici ed ha rivolto un appello a tutti i deputati affinché li sottoscrivano. Riguardo alle questione etiche, il commissario ha precisato che l´obiettivo del regolamento è di garantire l´accesso a medicinali sicuri e non a stabilire se tali farmaci siano eticamente accettabili o meno. Tale valutazione, ha aggiunto, resta appannaggio degli Stati membri in forza al principio della sussidiarietà. In proposito, ha anche sostenuto che uno Stato membro «non può imporre ad un altro le proprie convinzioni etiche». E´ per tale ragione che il regolamento non prevede divieti per terapie e medicinali. Ha quindi concluso sostenendo che non bisogna perdere l´opportunità di favorire l´innovazione, la ricerca e salvare la vita a molti pazienti. Intervento del relatore Miroslav MikoláŠik (Ppe/de, Sk) ha sottolineato che la sua relazione è stata adottata a larga maggioranza e che vi era un ampio consenso in seno alla commissione ambiente. Il pacchetto di compromesso avanzato da socialisti, liberali e Sinistra Unitaria, ha spiegato, rappresenta un´iniziativa «individuale», presa senza nemmeno informare il relatore. Ha quindi voluto sottolineare che il trilogo avviato lo scorso mese con le altre due istituzioni non si è concluso con un accordo. Riguardo al principio della sussidiarietà, il relatore ha sottolineato che la Commissione introduce la possibilità di "opting-out" per gli Stati membri, che quindi avranno la possibilità di applicare norme più stringenti. In pratica, ha spiegato, taluni prodotti non avranno accesso a tutti i mercati degli Stati membri e si offrirà così il fianco all´annullamento del testo legislativo da parte della Corte di Giustizia. A suo parere, occorre rispettare la diversità delle 27 legislazioni riguardo alla cellule staminali embrionali, dalla completa libertà di ricerca alla proibizione di distruggere embrioni a fini di ricerca. Ma, ha spiegato, se non si sostengono gli emendamenti avanzati dalla commissione giuridica, «il regolamento promuoverà de facto lo sviluppo di prodotti derivati da cellule staminali embrionali». E ciò, ha ammonito, potrebbe essere ritenuto eticamente inaccettabile da molti cittadini. Ha quindi concluso affermando che occorre offrire ai cittadini un testo moderno, progressista e che rispetti i principi universali e i valori dell´Ue, in particolare la dignità umana, come indicato anche nella Dichiarazione di Berlino. Intervento in nome della commissione per l´industria, la ricerca e l´energia Giles Chichester (Ppe/de, Uk), in nome della sua commissione, ha affermato di sostenere il pacchetto di compromesso e di non essere favorevole agli emendamenti "etici" della commissione giuridica. Intervento in nome della commissione giuridica Hiltrud Breyer (Verdi/ale, De) ha difeso gli emendamenti proposti dalla sua commissione, paventando che le eccezioni eventualmente introdotte dagli Stati membri non saranno accettate dalla Corte di giustizia. Interventi in nome dei gruppi politici John Bowis (Ppe/de, Uk) ha sottolineato che questa è «un´epoca straordinaria» per la ricerca medica e che la proposta di regolamento intende stabilire un sistema di autorizzazione centralizzata che garantirà elevati standard qualitativi a beneficio dei pazienti. A suo parere, d´altra parte, l´Unione deve garantire la sicurezza dei prodotti e delle terapie, mentre spetta agli Stati membri prendere le decisioni etiche. Per Dagmar Roth-behrendt (Pse, De) vi sono migliaia di pazienti in attesa di nuove terapie e, pertanto, coloro che ne chiedono l´esclusione sono «cinici e irresponsabili» e «dovrebbero vergognarsi». Ha poi precisato che non è obbligatorio informare il relatore su iniziative volte a giungere a un compromesso, anche perché egli è stato poco disponibile sin dall´inizio del trilogo. Ha poi sostenuto che gli Stati membri potranno stabilire cosa consentire o meno, senza dover temere azioni della Corte di giustizia poiché il trattato concede loro la possibilità di vietare la commercializzazione di taluni prodotti nei loro mercati invocando motivi di moralità pubblica. La deputata ha quindi auspicato l´adozione rapida del provvedimento. Frédérique Ries (Alde/adle, Be) ha sottolineato che vi sono terapie molto promettenti contro malattie gravi e che potrebbero anche rappresentare la risposta alla mancanza di organi per i trapianti. Sostenendo che occorre promuovere la ricerca e l´innovazione, la deputata ha respinto l´idea che la visione etica di alcuni possa essere imposta a tutti. In proposito ha sottolineato che gli Stati membri potranno decidere liberamente cosa consentire o meno sul loro territorio. La scelta è semplice, ha concluso, bisogna sostenere gli emendamenti di compromesso, appoggiati dal Consiglio e dalla Commissione, anche per assicurare la credibilità e la coerenza del Parlamento. L´etica non c´entra, si tratta di uccidere o di alimentare le speranze. Konrad SzymaŃski (Uen, Pl) ha affermato di sostenere gli emendamenti etici della commissione giuridica, dicendosi contrario alla distruzione delle cellule staminali e alla creazione di ibridi e chimere (metà umani e metà animali). A suo parere va infatti salvaguardata la dignità dell´uomo e vietata la commercializzazione del corpo umano. Altrimenti si capitola alla logica del mercato autoregolatore e alla filosofia eugenica «che fa scadere il valore della vita umana». Hiltrud Breyer (Verdi/ale, De) ha dichiarato che vi sono principi irrinunciabili che vanno rispettati, come la non commerciabilità del corpo umano e la contrarietà «all´uomo su misura» e, pertanto, occorre vietare interventi sulla linea germinale. Inoltre, le terapie non devono essere ostaggio delle disponibilità finanziarie e va stabilito il divieto di ibridi e di chimere. A suo parere, è «inaccettabile» che le speranze in terapie innovative inducano il Parlamento a distogliersi dai valori etici. Per Adamos Adamou (Gue/ngl, Cy) l´obiettivo del regolamento non è di armonizzare l´etica, poiché gli Stati membri dovranno decidere su tale materia. Per tale motivo ha rivolto un appello affinché il provvedimento sia adottato al più presto approvando il pacchetto di emendamenti di compromesso. Hans Blokland (Ind/dem, Nl) ha sottolineato che chi ha difficoltà finanziarie potrebbe decidere di vender propri tessuti o cellule «per pagare l´affitto». Per tale ragione occorre sostenere gli emendamenti etici e rispettare la Carta dei Diritti dei diritti fondamentali dell´Ue. Inoltre, il deputato ha espresso dubbi circa l´efficacia stessa di alcune terapie e degli ibridi ed ha quindi espresso l´auspicio che la dignità del corpo umano sia garantita dal regolamento. Ha infine paventato il rischio che la Corte di giustizia possa annullare il regolamento se non fosse applicato in modo uniforme in tutti gli Stati membri. Interventi dei deputati italiani Carlo Casini (Ppe/de, It ha dichiarato di essere d´accordo con il relatore e favorevole ai due emendamenti della commissione giuridica. Ha poi spiegato che il dibattito è acceso in quanto si pongono due quesiti importanti. Innanzitutto, se il fine giustifica i mezzi e, in proposito, ha ricordato che la Convenzione di Oviedo sulla bioetica stabilisce che «gli interessi e il bene dell´essere umano devono avere priorità rispetto al semplice interesse della società e della scienza». Pertanto, ha proseguito, occorre chiedersi se deve sempre essere attuato ciò che la scienza indica, se «il fatto è il diritto, oppure c´è una regola, un´etica che giudica il fatto?». Inoltre, posto che l´essere umano ha la priorità, bisogna chiedersi «chi è l´essere umano». A suo parere questa domanda non può essere ignorata, si tratta infatti di una questione «epocale e planetaria», perché «l´intera dottrina dei diritti dell´uomo, alla quale tutti dicono di volersi ispirare, si regge su questo punto». Quando si parla di embrione, pertanto, bisogna chiarire se l´embrione è o non è un essere umano. Non si tratta, ha spiegato, di una questione etica qualsiasi, «bensì di una questione giuridica e politica ancor prima che etica», «non è un cavillo, ma una questione seria, e il dubbio dovrebbe quanto meno farci tremare le mani nel momento in cui votiamo». Visto che gli Stati «possono fare quello che vogliono», ha quindi affermato di non vedere la ragione per cui si debba imporre, attraverso un regolamento europeo, una visione di fatto diversa. Ha quindi invitato i colleghi a riflettere bene su una questione complessa «in cui è in gioco l´uomo, non solo l´uomo che attende le nuove terapie, ma anche l´uomo il cui corpo e la cui stessa vita potrebbero essere sacrificati per altri soggetti». Intervento in nome del Consiglio Il Ministro Schroeder, dopo aver notato i progressi realizzati dal gruppo di lavoro del Consiglio sulla base delle proposte del Parlamento, ha sottolineato che il regolamento riguarda anzitutto la qualità e la sicurezza delle terapie e dei medicinali. Le questioni etiche, invece, ricadono sotto il principio della sussidiarietà e quindi spetta ai singoli Stati membri definirle. Ha poi sostenuto che i due emendamenti della commissione giuridica non godono del sostegno del gruppo di lavoro e che, se fossero adottati dal Parlamento, impedirebbero quindi l´accordo con il Consiglio. Replica della Commissione Günter Verheugen ha ribadito il sostegno della Commissione agli emendamenti di compromesso ed ha sottolineato che, in forza al Trattato, ogni Stato membro ha diritto di non consentire la commercializzazione di un prodotto sul proprio mercato adducendo motivi etici. .  
   
 

<<BACK