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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Aprile 2007
 
   
  FORUM SUL FUTURO DELLA PI PROMETTE DI DARE IMPULSO AL BREVETTO COMUNITARIO

 
   
  Bruxelles, 24 aprile 2007 - In occasione del Forum sui brevetti europei del 18 e 19 aprile, il commissario per le Imprese e l´industria Günter Verheugen, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente dell´Ufficio europeo dei brevetti (Ueb) Alain Pompidou hanno sostenuto con vigore una revisione del sistema europeo di protezione della proprietà intellettuale. Non esistono più dubbi sui notevoli cambiamenti in corso nella protezione della proprietà intellettuale (Pi). Di fatto, l´Ueb ha recentemente portato a termine un progetto che delinea quattro potenziali scenari per i brevetti, determinati da singoli fattori dominanti quali il mondo imprenditoriale, la geopolitica, la società e la tecnologia. Le opinioni su come si possa e si debba proteggere la Pi in futuro divergono, ma tutti gli oratori intervenuti al forum di Monaco si sono detti favorevoli a un brevetto comunitario per l´Europa, da realizzarsi quanto prima. Il deposito di un brevetto in Europa costa già 11 volte di più che negli Usa, a causa della frammentazione, mentre la globalizzazione e l´emergere di nuovi concorrenti fanno presagire difficoltà ancora maggiori per il nostro continente per tutelare le proprie idee e restare competitivo in futuro a livello internazionale. «I politici europei che si ritengono soddisfatti della situazione attuale dovrebbero venire a parlare con me. Così non funziona», ha dichiarato Günter Verheugen. «Chi ostacola una politica dei brevetti efficiente danneggia non solo l´Europa, ma anche se stesso», ha ribadito Günter Verheugen in un discorso particolarmente appassionato. Benché il dibattito sulla creazione di un brevetto comunitario sia in corso dal 1975, le divergenze sul regime linguistico che tale iniziativa comporterebbe hanno costituito un ostacolo non indifferente. Verheugen si è tuttavia dimostrato più ottimista quest´anno rispetto agli anni scorsi. Ha rivelato ai giornalisti di attendersi la realizzazione del brevetto comunitario entro i prossimi cinque anni. «Un brevetto comunitario sarebbe opportuno solamente se soddisfacesse determinati criteri. Deve essere unificato, fornire la certezza del diritto ed essere conveniente. Deve essere conforme a tutti questi fattori», ha dichiarato il cancelliere tedesco. Un sistema in cui le domande di brevetto vanno tradotte in tutte le lingue della Comunità non può essere conveniente, sostengono da tempo le parti interessate alla Pi. «Siamo fieri della nostra diversità in Europa, ma quando si tratta di brevetti comunitari dobbiamo tentare di contenerla. Non possiamo lasciare le cose come stanno, dobbiamo progredire in qualche modo», ha osservato Angela Merkel. Una visione condivisa dal commissario, che si è detto «meravigliato del fatto che [noi Stati membri] spesso collaboriamo quando non è strettamente necessario [. ], ma non lo facciamo quando è essenziale. La Pi è un esempio valido, insieme alla politica estera e di sicurezza». L´incentivo a portare avanti la questione proviene da due fronti: l´Ueb e la Commissione stanno premendo per la firma del protocollo di Londra e la Commissione ha adottato una comunicazione per preparare il terreno al brevetto comunitario mediante l´istituzione di un unico sistema giudiziario comunitario di composizione delle controversie. Se siglato, il protocollo di Londra abolirà quasi del tutto l´obbligo di tradurre i brevetti europei presentati in una lingua nazionale. In pratica, i titolari dei brevetti europei non avrebbero più l´obbligo di presentare una traduzione delle specifiche nel caso dei brevetti concessi agli Stati aderenti alla convenzione sul brevetto europeo che hanno sottoscritto il protocollo di Londra e abbiano come lingua ufficiale una delle tre lingue dell´Ueb (francese, tedesco o inglese). In caso contrario, dovranno presentare una traduzione completa delle specifiche nella lingua nazionale, qualora il brevetto non fosse disponibile in una lingua dell´Ueb. L´accordo porterebbe a una riduzione dei costi di traduzione del 45%, ossia circa 3 000 Eur, per ogni domanda. Il presidente dell´Ueb Alain Pompidou ha dichiarato al forum che si attende la sottoscrizione del protocollo di Londra entro la fine dell´anno. La comunicazione della Commissione propone la creazione di un sistema giurisdizionale per i brevetti integrato a livello di Ue, che combini alcuni elementi sia del progetto di accordo sulla composizione delle controversie in materia di brevetti europei (Epla), volto a ridurre i costi delle controversie, sia della giurisdizione comunitaria specifica per le controversie in materia di brevetti ai sensi del trattato Ce. In passato gli Stati membri hanno avuto divergenze sul sistema di composizione delle controversie da utilizzare. Il sistema istituirebbe una serie di giurisdizioni per la gestione delle controversie sui brevetti di tutta l´Ue, comprese le cause in materia di violazione. Gli appelli verrebbero presentati a un´unica corte, probabilmente il Tribunale di primo grado delle Comunità europee. Per quanto riguarda le controversie, Günter Verheugen ha affermato: «è strano che in Europa esista un sistema unico per le domande e le decisioni sui brevetti, ma non un sistema comune per le controversie. » La comunicazione è stata basata su una consultazione pubblica e ha ricevuto reazioni contrastanti. Le critiche si sono concentrate soprattutto sulla questione di evitare le traduzioni, ma come ha sottolineato Günter Verheugen a Monaco «la serie di misure proposte dalla Commissione non deve distogliere l´attenzione dal fatto che la Commissione stessa dispone di competenze ridotte sulla proprietà intellettuale e ancor più limitate sul diritto in materia di brevetti. Spetta agli Stati membri creare le condizioni per far prosperare l´innovazione e proteggerla», ha dichiarato. Nel frattempo, l´Ueb si è occupato dei possibili cambiamenti che potrebbero interessare il sistema dei brevetti in futuro. «A prescindere dagli sviluppi futuri, occorrerà adattarsi in tempi rapidi e in modo radicale all´ambiente che cambia. L´ueb deve reinventarsi e diventare attore protagonista», ha affermato il professor Pompidou. Il presidente dell´Ueb ha definito il documento «Scenarios for the Future» (Scenari per il futuro) «tonificante per l´intelletto», affermando che tale sensibilizzazione da parte dell´Ueb dimostrerà la maturità raggiunta dall´ufficio in occasione del suo trentesimo anniversario. Rafael Ramirez dell´Università di Oxford ha fatto da consulente per l´elaborazione dei quattro scenari. Ha spiegato che «gli scenari descrivono quello che accadrà indipendentemente dal nostro intervento». Ha aggiunto che si occupa di scenari da 27 anni e che quelli della Pi sono «i migliori che potrebbero verificarsi». I quattro diversi scenari presuppongono come fattori trainanti nel campo dei brevetti il mondo imprenditoriale, la geopolitica, la società e la tecnologia. Nello scenario «Market Rules» (Regole di mercato), diventano brevettabili nuove tipologie di attività, tra cui i servizi, e nel sistema entrano più soggetti. L´equilibrio dei poteri si sposta verso le multinazionali che hanno le risorse per costruire ampi portafogli di brevetti, imporre i propri diritti in un mondo sempre più interessato da controversie e gestire a proprio piacimento l´agenda dei brevetti. Nello scenario «Whole Game?» (è tutto un gioco?), il mondo sviluppato smette progressivamente di utilizzare la Pi per mantenere la superiorità tecnologica, mentre i nuovi operatori tentano di recuperare terreno per migliorare il tenore di vita dei propri cittadini. In base a questo scenario, le nazioni e le culture sarebbero in concorrenza tra loro e la Pi diventerebbe un´arma potente. I nuovi operatori diventerebbero sempre più influenti nel plasmare l´evoluzione del sistema e lo utilizzerebbero per crearsi vantaggi economici e adattare le regole di pari passo con l´aumento della loro influenza geopolitica. L´applicazione delle norme diventerebbe sempre più problematica e il mondo della Pi sempre più frammentario. Il terzo scenario, «Trees of Knowledge» (Alberi della conoscenza), vede i movimenti popolari (coalizioni di società civile, aziende, governi e singoli soggetti interessati) alla stregua di attori protagonisti. Scopo delle coalizioni sarebbe garantire il mantenimento della conoscenza quale bene comune. «Blue Skies» (Cieli tersi) è il quarto e ultimo scenario, che comporta una spaccatura del sistema dei brevetti. Gli operatori chiave sono i tecnocrati e i politici, che rispondono alle crisi globali. Le nuove tecnologie complesse basate su un processo di innovazione altamente cumulativo sono considerate essenziali per risolvere problemi sistemici, quale il cambiamento climatico. La diffusione della tecnologia in tali campi è di importanza capitale e le necessità in termini di Pi di queste nuove tecnologie sono sempre più in conflitto con le esigenze di tecnologie classiche e discrete. I partecipanti al forum hanno riconosciuto le possibilità estremamente realistiche presentate da tali scenari, anche se alcuni li hanno definiti fatalistici. Il prossimo presidente dell´Ueb, Alison Brimelow, è tutt´altro che fatalista e ha promesso un seguito al progetto degli scenari. «I problemi non svaniranno. Vi ho fatto una promessa [. ], ci impegneremo per far fronte a quello che ci riserva il futuro», ha dichiarato al forum. Anche i più importanti responsabili delle decisioni a livello europeo sono proattivi. «Il sistema attuale è il prodotto della nostra miopia. Il minimo che possiamo fare è rimediare agli errori commessi. Conosciamo le nostre debolezze, sappiamo cosa dobbiamo fare», ha affermato Günter Verheugen. Da parte sua, Angela Merkel ha parlato di un´imminente carta comunitaria che conterrà un codice di comportamento volontario sulla Pi e ha promesso che la presidenza tedesca del Consiglio dell´Ue «non lesinerà» gli sforzi per incentivare l´attuazione del protocollo di Londra e il brevetto comunitario. «Volere è potere», ha affermato. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. European-inventor. Org/ http://www. Epo. Org/ .  
   
 

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