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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Maggio 2007
 
   
  DAL 28 APRILE AD ALBA LA TRENTUNESIMA EDIZIONE DI VINUM ENOTURISTI: CHI SONO, COSA CERCANO, QUANTO SPENDONO TENDENZE E PROSPETTIVE DEL SETTORE L’OPINIONE DEI CONSUMATORI, IL PARERE DELLE AZIENDE

 
   
  Il monitoraggio dei cambiamenti in atto nel mercato turistico in generale e ancor più in quello specifico dell’enoturismo, è tanto più importante quando si osserva un diffuso scollamento fra offerta e domanda, come si rileva non di rado nei territori a valenza enogastronomica. L’indagine 2007, coordinata dalla prof. Ssa Magda Antonioli Corigliano, Direttore del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi, presenta un aspetto di novità e uno di continuità, con una duplice chiave di lettura: la continuità riguarda il mondo dell’enoturista, la novità si riferisce al coinvolgimento nell’indagine delle aziende vitivinicole, prendendo così in considerazione i due versanti della domanda e dell’offerta (quest’ultima con un riferimento esclusivo alla componente delle ”cantine” e con una particolare attenzione agli aspetti aziendali legati alla gestione dell’enoturismo). La doppia chiave di lettura evidenzia quindi i due punti di vista differenti su argomenti comuni e correlati, valutandone il grado di allineamento/disallineamento. Dall’indagine traspare un enoturista che si autodefinisce prevalentemente (61,96%) “amante” o “curioso” del vino, contro il 36,96% che si ritiene “esperto” o “intenditore”. Una differenza assai netta rispetto ai risultati del 2006 (allora, rispettivamente, oltre il 70% ed il 25% del campione) ma che non trova un identico riscontro nel giudizio dato dai produttori, che vedono solo un 31,62% di esperti/intenditori ed un 64,62% di amanti e curiosi. Si conferma anche il dato dell’enoturista come un turista del territorio - prima che turista del vino - sottolineando l’accento posto dagli intervistati sull’importanza “dell’ambiente e del paesaggio”, del “fascino dei grandi vini”, della “storia, arte e cultura” (tutte con un indice di importanza, superiore allo 0,7) mentre l’interesse per la “gastronomia tipica” passa dal 1° posto del 2006 al quinto di oggi, dopo “l’atmosfera delle cantine”, tra i fattori che esprimono le attese dei consumatori nella determinazione di un viaggio del vino. Per quasi il 54% degli intervistati, l’elemento vino è comunque centrale e rilevante nella scelta di effettuare il viaggio enogastronomico, e per un ulteriore 32,58% è addirittura fondamentale e determinante. Per quanto riguarda le modalità del viaggio, l’enoturismo è solo marginalmente un fatto di “single”, mentre prevalgono le decisioni di gruppo e soprattutto di gruppi spontanei, considerando che i viaggi organizzati rappresentano solo il 17% del totale. Nella maggioranza dei casi sono occasioni di stare in compagnia fra a mici e colleghi, con una componente non trascurabile di ricerca di svago/divertimento, in un contesto prevalentemente identificabile come tempo libero/vacanza. La propensione al viaggio si conferma sostanzialmente stabile, se non in lieve aumento (il 91,58% ha effettuato negli ultimi 2 anni un viaggio nelle aree vitivinicole e l’86,60% racconta di una visita alle cantine) ma in termini di accoglienza – e quindi di soddisfazione dell’esperienza compiuta – resta ancora molto da fare, tanto che solo il 36,62% si dichiara pienamente soddisfatto per la visita alle aziende e meno del 30% per il viaggio enogastronomico nei territori del vino. Sono dati su cui riflettere, da parte degli operatori, considerato che in termini d’importanza attribuita dai consumatori ai servizi, al primo posto viene collocata l’accoglienza in cantina ed al secondo la ristorazione. Di contro, dall’indagine presso le aziende, emerge che la visita in cantina e la disponibilità di una sala degustazioni sono in assoluto le modalità prevalenti di accoglienza (rispettivamente nel 91,89% e nel 94,59% delle risposte). E’ pur vero che il 91,67% degli operatori intervistati riconosce la necessità di migliorare i servizi offerti e nel 90,91% dei casi si dichiara la disponibilità ad investire risorse proprie nella formazione sui temi dell’Enoturismo. L’inchiesta ha cominciato anche ad approfondire il ruolo dei mezzi di comunicazione e la loro influenza nella determinazione delle scelte legate all’enoturismo. Il risultato ha messo in luce il disallineamento fra le opinioni dei turisti e degli operatori. Per i primi, sembra che le decisioni siano scarsamente influenzate dai media, ai quali si attribuiscono limitate capacità di orientamento delle scelte. Per gli operatori si evidenzia un giudizio differenziato tra alcune tipologie di mezzi di comunicazione, con il riconoscimento di un ruolo più “efficace” alle guide specializzate, e con una maggiore articolazione di giudizi ed un ampio divario per la stampa periodica e la televisione. I risultati del sondaggio consentono anche di passare da una “semplice” valutazione qualitativa del fenomeno all’analisi della sua consistenza “numerica” e del suo valore economico. Per quanto riguarda i prezzi, l’inchiesta tra i consumatori prende in considerazione la disponibilità di spesa per persona per un week end (tutto compreso) e per l’acquisto in loco di 3 bottiglie di vino. Rispetto alla rilevazione del 2006, la disponibilità di spesa si è spostata su valori meno elevati: Nel caso di un weekend di turismo enogastronomico, oltre 1 intervistato su 3 dichiara una disponibilità di spesa fino a 149 euro (per persona, tutto compreso); mentre 2 su 3 convergono nelle due fasce centrali (fino a 199 euro). Tuttavia è tutt’altro che trascurabile la quota del 12% che esprime una disponibilità di spesa superiore ai 250 euro. Situazione perfettamente analoga anche per quanto riguarda l’acquisto di 3 bottiglie di vino: la più elevata frequenza di indicazione si colloca nella fascia dai 30 ai 49 euro. Al di sotto di questo valore di 49 euro si colloca poco meno del 70% delle risposte. Dunque un livello di spesa piuttosto controllato, anche se all’estremo opposto circa il 10% è disponibile a spendere più di 100 euro. Sul versante delle imprese, risulta che ìl 59,46% ritengono il fenomeno dell’enoturismo “molto importante” ed il 21,62% “abbastanza importante”. Per quasi in un terzo delle aziende il turismo del vino costituisce più del 15 % dei ricavi totali, mentre la rilevazione dei flussi turistici evidenzia che il 69,44% delle imprese è visitato da meno di 1000 turisti all’anno. L’83,79% delle imprese prevede un trend positivo delle presenze nei prossimi 2 anni, e analogamente il 77,78% si esprime riguardo all’andamento delle vendite a enoturisti (anche se con percentuali di incremento più ridotte) L’enoturismo assume quindi un ruolo potenziale nelle strategie d’impresa, offrendo interessanti opportunità per la commercializzazione e non solo come strumento di comunicazione e marketing, ma la gestione dei flussi di visitatori richiede capacità organizzative interne e livelli di costo non sempre possibili nella piccola dimensione, tanto è vero che proprio tra le aziende più grandi (con più di 20 ha di superficie) si trovano quelle che riconoscono come “molto importante” il fenomeno dell’enoturismo. Gli elementi quantitativi e qualitativi emersi dall’indagine, assumono un rilievo tutt’altro che secondario da un punto di vista programmatorio ed operativo, in quanto permettono di monitorare costantemente i cambiamenti in atto nella domanda e nell’offerta, fornendo elementi di valutazione e misurazione del fenomeno Enoturismo, delle azioni che stanno alla base della decisione di praticarlo, delle attese che animano l’enoturista, dei suoi comportamenti e del suo livello di soddisfazione. .  
   
 

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