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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Maggio 2007
 
   
  EMISSIONE DIOSSINE ALL´ILVA DI TARANTO, L´ARPA COSTITUISCE UN GRUPPO DI STUDIO

 
   
  Bari, 8 maggio 2007 - In riferimento alle emissioni di diossine all’Ilva, gli ultimi dati stimati disponibili registrano un incremento delle emissioni di questi composti soprattutto se confrontate con le emissioni complessive italiane. Bisogna comunque far presente che il contributo percentuale Ilva al totale nazionale è passato dal 32% nel 2002 al 90% nel 2005 anche in considerazione del fatto che altri impianti, che contribuivano al totale nazionale, nel frattempo sono stati chiusi. “Allo scopo di affrontare una situazione così complessa – ha dichiarato il Prof. Giorgio Assennato - Arpa Puglia ha costituito un apposito Gruppo di Studio, composto oltre che da propri tecnici, da esperti di Arpa Piemonte, del Politecnico di Milano, della Johns Hopkins University, del Politecnico di Bari, di Arpa Toscana e dell’Istituto Superiore di Sanità. L’obiettivo non è solo quello di procedere, per la prima volta, alle misure, ma anche di individuare i determinanti di tali emissioni, in modo da stabilire i criteri per minimizzare la formazione di diossine”. “Occorre, peraltro, stigmatizzare l’anomalia italiana, che prevede livelli molto rigorosi per gli inceneritori di rifiuti urbani (0,1 ng/Nm3 di diossine nell’aria) mentre, per quanto riguarda questi impianti, la soglia riportata nel recente Decreto 152/2006 è pari a 10 µg/Nm3, un limite 100. 000 volte più alto; il Decreto 152 prevede, sempre per le diossine, una “soglia di rilevanza” pari a 0,02 grammi/ora, il che corrisponde a 175 grammi l’anno, quasi il doppio del valore stimato dall’Ilva di Taranto; secondo la norma vigente, pertanto, le emissioni di diossine dell’Ilva sarebbero non rilevanti”. “Nel 1999 – ha proseguito il Direttore generale dell’Arpa - la Regione Puglia ha imposto agli impianti collocati nell’area ad elevato rischio di crisi ambientale di Taranto, di ridurre del 20% le emissioni di inquinanti; in realtà, così facendo ha autorizzato comunque l’Ilva ad emettere, teoricamente, in atmosfera 210. 000 grammi l’anno di diossine, a fronte del valore di emissione in base al D. M. Del 12/7/1990 di 262. 000 grammi/anno, e dei 93 grammi/anno attualmente stimati, il che porterebbe, di nuovo, a considerare non rilevanti tali emissioni, che invece sono evidentemente significative. L’ autorizzazione integrata ambientale (Aia) per Ilva è concessa direttamente dal Ministero dell’Ambiente: Arpa Puglia, pur coinvolta nella fase istruttoria di tale processo, è stata finora esclusa dalla fase autorizzativa-gestionale. Nella fase di concessione dell’Aia verranno stabiliti i limiti alle emissioni di diossine e dibenzofurani nelle emissioni: nel caso dello stabilimento Lucchini di Trieste, la Regione Friuli ha imposto un limite di 0,4 ng/m3, il cui rispetto viene periodicamente monitorato”. “Arpa Puglia - ha concluso Assennato - ritiene che sarebbe opportuno adottare nell’immediato almeno i limiti dell’Agenzia americana per la Protezione Ambientale (Epa), pari a 1 ng/Nm3. In ogni caso, ulteriori elementi di valutazione deriveranno dalla campagna di misure che sarà avviata all’inizio del prossimo giugno”. .  
   
 

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