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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Maggio 2007
 
   
  RIGASSIFICATORE, PER LA REGIONE PUGLIA È URGENTE LA REVOCA DELL´AUTORIZZAZIONE

 
   
  Bari, 8 maggio 2007 - In merito alla messa in mora dell’Italia da parte della Commissione Europea per la mancanza di Via al rigassificatore di Brindisi, l’assessore all’Ecologia Michele Losappio ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ormai è ufficiale. Il Primo Consigliere della Rappresentanza Italiana presso l’Unione Europea, il Dottor Vincenzo Celeste, ha trasmesso formalmente al Ministro degli Esteri la nota C(2007)1047 del 21 marzo 2007 «con la quale la Commissione Europea notifica una messa in mora ex art. 226 nei confronti della Repubblica Italiana». A partire dallo scorso 23 marzo, l’Italia ha perciò due mesi di tempo per «far conoscere le proprie osservazioni». La nota della Commissione, a firma di Stravos Dimas, richiama l’attenzione dell’Italia su due direttive Cee: la 85/337/85 relativa alla valutazione di impatto ambientale e la 96/82/96 sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti e sulla loro mancata applicazione nel «progetto di costruzione di un rigassificatore di gas naturale nell’area Capo Bianco del Porto di Brindisi». «In particolare la Commissione ha chiesto informazioni riguardo lo svolgimento di una procedura di Via per il progetto nel suo complesso o nelle sue parti e in merito alle modalità di partecipazione del pubblico durante l’elaborazione»”. “A conclusione di una intensa corrispondenza fra la Commissione e la Rappresentanza permanente d’Italia e diversi incontri, l’ultimo del 12 dicembre 2006, la Commissione ribadisce che alcune delle opere previste (serbatoi di stoccaggio, gasdotti, molo e colmata) ricadono nella applicazione della direttiva 85/337 e che pertanto andavano sottoposti a procedura di Via anche nel caso di progetti situati in una zona industriale. Conferma, inoltre, che in ossequio alla direttiva 96/82 «il pubblico avrebbe dovuto esprimere il proprio parere durante l’elaborazione del progetto stesso mentre tale prescrizione non è stata rispettata». Di conseguenza la Commissione ritiene che “la Repubblica Italiana sia venuta meno agli obblighi derivanti” dalle due direttive e invitandola ad esprimere le sue osservazioni “si riserva il diritto di emettere il parere motivato” che prelude alla infrazione ed alla possibile condanna presso la Corte di Giustizia Europea”. “Alla luce di questa iniziativa – ha concluso Losappio - la Regione considera ormai improcrastinabile la procedura di autotutela del Ministero dello Sviluppo Economico finalizzata alla revoca della autorizzazione ed al blocco del cantiere. In attesa della ormai prossima convocazione della Conferenza dei Servizi, così come concordato in quella dello scorso marzo, e dei primi provvedimenti di sospensione e di fermo dei lavori la Regione non può sottacere come le argomentazioni della Commissione, totalmente coincidenti con quanto evidenziato da Comune, Provincia e Governo Vendola, motivano a sufficienza l’annullamento dell’iter, viziato da procedure di così evidente irritualità ed illeggitimità”. .  
   
 

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