Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Maggio 2007
 
   
  UN’ INNOVATIVA TECNICA LASER RISOLVE IN UN GIORNO L’IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA (IPB ) UN PROBLEMA SOCIO- SANITARIO CON ELEVATI COSTI PER IL SSN – OLTRE 40 MILA INTERVENTI CHIRURGICI

 
   
  Milano, 9 maggio 2007 - Un’ innovativa tecnica laser risolve in un giorno in day surgery l’ipertrofia prostatica benigna (Ipb ) che colpisce l’ 80 % degli italiani over 50 “incidendo”, spiega il professor Francesco Rocco, Direttore Clinica Urologica prima, Università di Milano Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena ,Milano, “ pesantemente sulla qualità di vita con disturbi alle vie urinarie (dalla difficoltà a urinare a urgenza e frequenza anche notturna e nei casi più seri alla completa ritenzione), disfunzioni sessuali e impotenza” . Rispetto agli interventi tradizionali la nuova metodica - già in uso nel nostro Paese - tutela la potenza sessuale , la fertilità , la continenza urinaria e affronta con efficacia l’ emergenza prostata in Italia . A lanciare l’allarme sulla malattia in continuo aumento e ai primi posti per diagnosi effettuate ogni anno, è la Federazione Italiana Società Urologiche ( Fisu). “Le ultime stime” ,dice il professor Lucio Miano, presidente Fisu , professore Ordinario e Direttore Clinica Urologica Seconda ,Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma , “indicano infatti un notevole incremento della patologia legato all’invecchiamento della popolazione maschile : dal 1998 al 2005 gli over cinquantenni italiani affetti da Ipb sono passati da 5 milioni a circa 7 milioni , gli uomini di età superiore ai 75 da 10 milioni a circa 14 milioni ed entro il 2007 si prevede che l’Ipb colpirà oltre 26 milioni di Europei con più di 50 anni”. L’ipertrofia prostatica è ormai un problema socio- sanitario con elevati costi per il Ssn - oltre 40 mila gli interventi chirurgici l’anno e , secondo recenti analisi di Acn- Cittadinanzattiva, lunghe attese per i ricoveri - 420 giorni - tanto che il Ministro Turco ha chiesto un piano per il contenimento dei tempi e soluzioni efficaci. Eppure, secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità , nonostante la diffusione di tecniche mininvasive effettuabili in regime ambulatoriale , un terzo degli interventi viene ancora svolto ,anche se non sempre necessario, con metodiche invasive che gravano sul paziente con una ripresa post operatoria di circa 2-3 settimane. Per affrontare e risolvere questa emergenza al maschile è giunta anche in Italia la Pvp (photoselective vaporizazion of the prostate) vaporizzazione fotoselettiva della prostata che trasforma il tessuto malato in tante bollicine di vapore e risolve in un giorno l’ipertrofia prostatica benigna , abbatte inoltre i costi del Ssn legati ai 3-5 giorni di ricovero degli interventi tradizionali , riduce liste di attesa e tempi di convalescenza . “L’innovativa tecnica”, spiega il professor Andrea Tubaro, Professore Associato di Urologia, della Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università La Sapienza, Roma ,” messa a punto dal professor Reza S. Malek della prestigiosa Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota e approvata dalla severissima Fda, sfrutta l’azione di un potente laser – Ktp – che vaporizza selettivamente solo il tessuto prostatico in eccesso sviluppato intorno all’uretra (il condotto, che convoglia l’urina dalla vescica all’esterno, circondato nel suo tratto iniziale dalla prostata e compresso dalla prostata ipertrofica). La nuova metodica impiegata con successo su circa 150 mila pazienti nel mondo, di cui circa 2. 000 in Italia è già disponibile in 15 centri ospedalieri italiani a totale carico del Ssn . “Si effettua” , dice il professor Darwin Melloni , Professore Ordinario Direttore Cattedra Urologia , Università di Palermo “per via endoscopica in day surgery con anestesia spinale o locoregionale a volte associata a una leggera sedazione: la fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza millimetro per millimetro con estrema precisione l’area interessata senza alcun sanguinamento. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo alcune ore o dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di pochi giorni. Rispetto alla Turp (Trans Urethral Resection of Prostate)”, resezione endoscopica transuretrale della prostata, l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni, recenti studi, effettuati dal professor Malek presso la Mayo Clinic di Rochester per 5 anni su 94 pazienti trattati con laser Ktp e un altro studio europeo dell’università di Basilea dimostrano che la nuova tecnica ottiene gli stessi risultati della resezione transuretrale ma con modestissimi rischi e complicanze intra e post operatorie , immediata e duratura risoluzioni dei sintomi e breve ricorso al catetere - solo qualche ora - che si applica sempre dopo il gli interventi chirurgici alle vie urinarie per facilitare lo svuotamento della vescica”. “Nella Turp”, precisa il dottor Roberto Benelli , Primario Unità Operativa Urologia ,Ospedale Misericordia e Dolce , Prato ,“ la prostata malata viene asportata frammentandola, attraverso uno speciale strumento endoscopico - resettore - inserito nell’ uretra. Sono presenti però disturbi post operatori come problemi erettivi nel 2-30% dei casi , eiaculazione retrograda (emissione di sperma "al contrario", e cioè verso la vescica anziché all´esterno) nel 70-80%, infezione urinaria nel 5-10%, significativo sanguinamento nel 13% , trasfusione nel 2-5%, incontinenza urinaria 1-5%. Con il laser Ktp continua Tubaro si sono riscontrate complicanze solo nel 12% dei pazienti: disturbi minzionali di tipo irritativo di durata limitata nel 6% , ematuria tardiva nel 3%, stenosi del collo vescicale nel 2% , eiaculazione retrograda solo nel 26% dei casi”. “A tre anni dall’intervento”, precisa Melloni, “ il 95% dei pazienti si dichiara molto soddisfatto con l’ 83% di miglioramento dei sintomi, delle disfunzioni sessuali e ripresa immediata della minzione”. “La Pvp, rispetto alla chirurgia tradizionale” evidenzia il dottor Giancarlo Comeri , Primario Unità Operativa Urologia e Andrologia Multimedica Holding , Castellanza - Varese, “ tutela la potenza sessuale: nessun paziente ha sviluppato impotenza - il laser Ktp non causa infatti danni ai nervi deputati all’ erezione posti a ridosso della prostata , preserva la fertilità riducendo l’ eiaculazione retrograda , non causa incontinenza urinaria e soprattutto evita recidive con la necessità di un secondo intervento a conferma che la metodica offre una reale e definitiva soluzione per l’Ipb”. “Il ricorso al laser nella chirurgia della prostata ingrossata “, prosegue il professor Tubaro, “è già un’arma ben consolidata e in continua evoluzione tecnica . Infatti il laser Ktp semplifica l’intervento : rimuove il tessuto trasformandolo in gas (vaporizzazione) ed evita il ricorso - come invece avviene nella resezione con il laser ad olmio - alla frantumazione - con un morcellatore (un vero e proprio frullatore endoscopico) delle aree trattate per poterle estrarre dal canale uretrale. “La Pvp”, ricorda Miano, “per i suoi rischi ridotti è particolarmente indicata nei pazienti cardiopatici in cura con anticoagulanti che non devono più sospendere la terapia come si impone sempre per un intervento chirurgico , in quelli con disordini emocoagulativi e per coloro con elevato rischio anestesiologico”. “Nonostante l’efficacia della Pvp, con oltre il 60% della chirurgia per Ipb eseguita con questa metodica”, conclude Melloni , “ la tecnica è ancora scarsamente diffusa nel nostro Paese a causa dei rimborsi fissati dai Drg del Ssn che variano da regione in regione e sono insufficienti per coprire le spese degli ospedali che la attuano. In Lombardia (1. 200 euro per la day surgery) i rimborsi dei Drg sono stati abbattuti di quasi il 50% rispetto al Lazio , alla Sicilia,e altre regioni”. E, proprio sui Drg , la Federazione Italiana Società Urologiche lancia un appello al ministro Turco chiedendo che il Ssn riconsideri la questione per consentire a tutti i pazienti le opzioni terapeutiche migliori . L’ingrossamento della prostata - ipertrofia prostatica benigna ( Ipb ) riguarda l’80 % degli italiani over 50, con una percentuale che cresce con l’aumentare dell’età. L’ipb è seconda per diagnosi effettuate ogni anno negli uomini italiani, superata solo dall’ipertensione arteriosa. A lanciare l’allarme sulla malattia in continuo aumento e ai primi posti per diagnosi effettuate ogni anno, è la Federazione Italiana Società Urologiche (Fisu). “le ultime stime” ,dice il professor Lucio Miano, presidente Fisu , professore Ordinario e Direttore Clinica Urologica Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma , “indicano infatti un notevole incremento della patologia legato al progressivo invecchiamento della popolazione maschile : dal 1998 al 2005 gli over cinquantenni italiani affetti da Ipb sono passati da 5 milioni a circa 7 milioni , gli uomini di età superiore ai 75 da 10 milioni a circa 14 milioni ed entro il 2007 si prevede che l’Ipb colpirà oltre 26 milioni di Europei con più di 50 anni”. L’ipertrofia prostatica è ormai un problema socio sanitario di vastissime dimensioni con elevati costi per il Sistema Sanitario Nazionale - oltre 40 mila interventi chirurgici l’anno - gravato anche , secondo recenti analisi di Acn- Cittadinanzattiva, da lunghe attese per i ricoveri che in alcuni casi arrivano a 420 giorni - tanto che il Ministro Turco ha chiesto un piano per il contenimento dei tempi e soluzioni efficaci. Eppure, secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità , nonostante la diffusione nel nostro Paese di tecniche mininvasive effettuabili in regime ambulatoriale,un terzo degli interventi viene ancora svolto, anche se non sempre necessario, con metodiche invasive che gravano sul paziente con una ripresa post operatoria di circa 2-3 settimane. “L’ipb “,spiega il professor Francesco Rocco, Direttore Clinica Urologica prima, Università di Milano Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena ,Milano, “incide pesantemente sul paziente con disturbi alle vie urinarie (dalla difficoltà a urinare , urgenza e frequenza anche notturna e nei casi più seri alla completa ritenzione urinaria che richiede il ricorso al catetere per lo svuotamento della vescica, disfunzioni sessuali , impotenza e problemi di eiaculazione”. Per affrontare e risolvere questa emergenza al maschile è giunta recentemente anche in Italia , dopo oltre 10 anni di ricerche e 5 di impiego clinico, un’innovativa tecnica laser made in Usa che trasforma il tessuto malato in tante bollicine di vapore e risolve in un giorno l’ipertrofia prostatica benigna salvaguardando, rispetto agli interventi tradizionali, la potenza sessuale , la fertilità e la continenza urinaria “La Pvp(photoselective vaporizazion of the prostate) - vaporizzazione fotoselettiva della prostata - questo il nome della nuova metodica,” spiega il professor Andrea Tubaro, Professore Associato di Urologia Università La Sapienza, Roma , “messa a punto dal professor Reza S. Malek della prestigiosa Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota e approvata dall’ Fda, sfrutta l’azione di un potente laser - green light Ktp - in grado di vaporizzare strati di tessuto prostatico di un millimetro di spessore, eliminando così l’ eccesso della ghiandola sviluppato intorno all’uretra (il condotto circondato nel suo tratto iniziale dalla prostata , che convoglia l’urina dalla vescica all’esterno compresso e il cui calibro è ridotto)”. La nuova tecnica laser Pvp, impiegata con successo su circa 150 mila pazienti nel mondo, di cui circa 2. 000 in Italia è già disponibile in 15 centri ospedalieri italiani a totale carico del Ssn. “Si effettua”, continua il professor Darwin Melloni , Professore Ordinario Direttore Cattedra Urologia , Università di Palermo “per via endoscopica in day hospital con anestesia spinale o locoregionale a volte associata a una leggera sedazione: la fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza millimetro per millimetro con estrema precisione l’area interessata senza alcun sanguinamento. Grazie a una fibra ottica, il chirurgo è in grado di osservare l´interno dell´uretra e di guidare l’intervento senza margine di errore. La durata dell’intervento dipende dalle dimensioni del tessuto da vaporizzare: un grammo di tessuto richiede un minuto per cui prostate di 20 grammi vengono rimosse nel giro di una ventina di minuti . La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo alcune ore e riprende le normali attività nel giro di pochi giorni”. Rispetto alla Turp (Trans Urethral Resection of Prostate) resezione endoscopica transuretrale della prostata , l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni,recenti studi sulla Pvp effettuati da Rs Malek presso la Mayo Clinic di Rochester per 5 anni su 94 pazienti trattati con laser Ktp - e uno studio comparativo tra Pvp versus Turp svolto a Basilea nel 2005 e altri ancora in corso dimostrano l’efficacia della metodica che consente di ottenere gli stessi risultati clinici della resezione transuretrale della prostata ma con minori rischi e complicanze intra e post operatorie e con tempi operatori sovrapponibili”. “Nella Turp”, precisa il dottor Roberto Benelli , Primario Unità Operativa Urologia, ,Ospedale Misericordia e Dolce , Prato, “ la prostata malata viene asportata frammento dopo frammento, con un resettore endoscopico inserito nell´uretra. Sono presenti però disturbi post operatori come problemi erettivi nel 2-30% dei casi , eiaculazione retrograda (emissione di sperma "al contrario", e cioè verso la vescica anziché all´esterno) nel 70-80%. Infezione urinaria, nel 5-10%, significativo sanguinamento nel 13% , trasfusione nel 2-5%, incontinenza urinaria 1-5%. L´unico vantaggio della metodica è la possibilità di eseguire l’esame istologico sui frammenti asportati. Quando si utilizza il laser Ktp possiamo tuttavia ovviare a ciò eseguendo, durante la stessa seduta, e prima del trattamento laser l´agobiopsia prostatica con prelievi multipli. La Turp è molto più traumatizzante dell´intervento di vaporizzazione laser e richiede nel post intervento un lavaggio della vescica continuo che necessita di una assidua e attenta assistenza infermieristica. I trattamenti con laser Ktp si concludono solo con il posizionamento in vescica di un catetere per poche ore e il paziente può quindi alzarsi poco dopo l´intervento. Tutto questo fa del laser Ktp una metodica vincente. Nei circa quattrocento casi da noi trattati, la maggior parte dei quali in regime di "One day Surgery"e cioè con una notte di ricovero, abbiamo registrato buoni risultati tanto che siamo già ad oltre il 60% di chirurgia prostatica eseguita con questa metodica. Tuttavia l´urologo deve avere a disposizione tutte le possibilità che la moderna tecnologia offre e deve sempre scegliere quella che più si adatta a risolvere il caso clinico. Con il laser Ktp si sono riscontrate complicanze solo nel 12% dei pazienti: disturbi minzionali di tipo irritativo di durata limitata nel 6% , ematuria tardiva nel 3%, stenosi del collo vescicale nel 2% , eiaculazione retrograda solo nel 26% dei casi”. “I dati clinici sull’efficacia a tre anni della Pvp”, conclude il Professor Melloni, “possono essere così riassunti : estrema soddisfazione del paziente con l’ 83% di miglioramento del punteggio sintomatologico, ripresa immediata della minzione, miglioramento delle disfunzioni sessuali quando l’unica causa erano gli stessi disturbi minzionali legati all’Ipb, sintomatologia irritativa post operatoria breve e di modesta entità. E ancora: tempo di cateterismo post operatorio più breve degli interventi tradizionali,( 3- 5 giorni ) talora ridotto a poche ore, dimissioni possibili lo stesso giorno dell’intervento e ritorno alle normali occupazioni entro pochi giorni. A 3 anni dall’intervento il 95% dei pazienti continua a dichiararsi molto soddisfatto. Anche in pazienti con ritenzione cronica completa di urina di qualsiasi età, anche avanzata, il laser consente la ripresa della minzione spontanea già nel giro di 24 – 48 ore nell’85% dei casi”. “Nessun paziente, sessualmente attivo, prima del trattamento”, evidenzia il dottor Giancarlo Comeri , Primario Unità Operativa Urologia e Andrologia Multimedica Holding , Castellanza - Varese , “ha sviluppato impotenza, spesso conseguenza dei tradizionali interventi, la Pvp infatti non causa danni ai nervi deputati all’erezione che decorrono proprio a ridosso della prostata. Il laser Ktp preserva anche la fertilità riducendo l’ eiaculazione retrograda causata dalla chirurgia . Inoltre non è stato riscontrato alcun caso di incontinenza urinaria e soprattutto non si sono verificate recidive con la necessità di un secondo intervento a conferma che la metodica offre una reale e definitiva soluzione per l’Ipb”. “La nuova tecnica “, osserva Miano ,”consente inoltre di poter effettuare l’intervento senza complicanze nei cardiopatici in terapia con anticoagulanti orali che non sono più costretti a sospendere la terapia come si impone sempre per un intervento chirurgico, su pazienti con disordini emocoagulativi e su coloro con un elevato rischio anestesiologico “. (studio Reich O et al -2005) La Pvp con Laser Ktp e le altre tecniche laser. ”Il ricorso al laser”, spiega Tubaro “ utilizzando fonti diverse, con diverse lunghezze d’onda e con diverse modalità di interazione con i tessuti, è già un’arma ben consolidata nella chirurgia della prostata ingrossata ma è anche un campo in continua evoluzione, destinato a continue migliorie tecniche. La nuova tecnica Pvp usa un laser Ktp ad alta energia (80W) con una lunghezza d’onda di 532 nm, che viene assorbita in maniera elettiva dall’emoglobina e quindi dai tessuti molto vascolarizzati come quello prostatico. Altri tipi di laser, come il Neodymium-yag o quello ad Olmio sono stati impiegati nel trattamento dell’ipertrofia prostatica. Il laser al Nd:yag provoca una necrosi coagulativa a livello del tessuto ipertrofico con riduzione del volume prostatico; la tecnica è ormai praticamente abbandonata per l’elevata incidenza di sintomi irritativi dopo il trattamento. Il laser ad Olmio, nonostante i risultati clinici soddisfacenti, ha avuto una modesta diffusione per la particolare difficoltà della tecnica che richiede una lunga curva di apprendimento per i chirurghi la non sempre perfetta capacità emostatica e soprattutto la difficoltà di estrarre attraverso il canale uretrale i grossi frammenti staccati dalla prostata e refluiti in vescica, che vanno sminuzzati con uno strumento potenzialmente pericoloso per la vescica - il morcellatore (un vero e proprio frullatore endoscopico) Questa manovra non si effettua invece con la Pvp, poiché vaporizza la prostata malata strato dopo strato. ” “Nonostante l’efficacia della Pvp, con oltre il 60% della chirurgia per Ipb eseguita con questa metodica”, conclude Melloni , “ la tecnica è ancora scarsamente diffusa nel nostro Paese a causa dei rimborsi fissati dai Drg del Ssn che variano da regione in regione e sono insufficienti per coprire le spese degli ospedali che la attuano. In Lombardia (1. 200 euro per la day surgery) i rimborsi dei Drg sono stati abbattuti di quasi il 50% rispetto al Lazio , alla Sicilia e altre regioni. E, proprio sui Drg , la Federazioni italiana Società Urologiche lancia un appello al ministro Turco chiedendo che il Ssn riconsideri la questione per consentire a tutti i pazienti le opzioni terapeutiche migliori . ´Negli Usa il laser Ktp ha avuto una larghissima e rapida diffusione tanto che negli ultimi 2 anni sono stati realizzati circa 150 mila interventi con questa metodica. In Italia i centri che utilizzano Il laser Ktp sono al momento 15 con una casistica dal 2005 ad oggi di circa 2. 000 casi. L´ipertrofia prostatica qualche richiamo agli aspetti essenziali “La prostata”, spiega il professor Rocco , “è una ghiandola che si trova sotto la vescica ed è attraversata dal primo tratto del canale uretrale. Permette il passaggio verso l’esterno dell’urina al momento della minzione e dello sperma con l’eiaculazione. Essa è deputata infatti alla formazione della maggior parte del liquido seminale, che viene riversato nel tratto di uretra compreso all’interno della prostata nella fase dell’eccitazione sessuale precedente l’eiaculazione. La ghiandola prostatica può andare incontro, col passare degli anni, a diverse malattie, la più diffusa è il suo ingrossamento - l’ ipertrofia prostatica benigna (Ipb) - nell’area adiacente al canale uretrale e al collo vescicale, comprimendo il canale uretrale e provocando disturbi urinari e sessuali “. L’ipb si verifica generalmente dopo i 50 –60 anni in circa il 75% degli uomini per arrivare a oltre l’80 % dopo gli 80. “Con l´avanzare degli anni, infatti, “ la parte centrale della prostata tende a ingrossarsi fino a superare anche di 2-3 volte le misure normali. Le cause non sono ancora ben chiare, anche se è certa l´influenza delle variazioni dell’assetto ormonale - in particolare degli estrogeni - legate all´andropausa La crescita della ghiandola prostatica tende a restringere sempre di più l´uretra prostatica, la parte dell´organo che inizia con l´orifizio uretrale interno della vescica e termina all´apice del pene in corrispondenza dell´orifizio uretrale esterno. Questo fa sì che il primo sintomo è la difficoltà ad urinare. La vescica è costretta a lavorare di più per tentare di espellere l´urina e, con il tempo, si indebolisce, perde efficienza ed è soggetta a diverticoli (ernie vescicali). La difficoltà nell´espellere i liquidi, inoltre, può far si che parte delle sostanze di scarto restino nella vescica, dando luogo a possibili infezioni e calcolosi. Il principale sintomo dell´ipertrofia prostatica è la diminuzione del calibro e del getto urinario, spesso associato anche a difficoltà nell´iniziare la minzione. Altri sintomi possono essere: bisogno di urinare più spesso del normale; nicturia (bisogno di urinare di notte); urgenza minzionale (bisogno urgente di urinare, a volte con fughe involontaria di urina ); minzione "intermittente" (a più tempi); sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica; difficoltà a iniziare la minzione (nonostante la presenza di un forte stimolo); gocciolamento post-minzionale Nei casi più gravi può insorgere anche la completa incapacità ad urinare -ritenzione che richiede il riscorso al catetere per lo svuotamento della vescica ”. La Diagnosi “Il primo esame diagnostico” continua il professor Rocco , “ per verificare la presenza di ipertrofia prostatica è, ancora oggi, l´esplorazione rettale: un´indagine semplice e molto attendibile. “L’ipb”, “viene confermata dalla presenza di una prostata indurita, dolorante e, in caso di ostruzione prolungata, di dilatazione degli ureteri e delle cavità renali legate al ritorno dell´urina dalla vescica verso il rene o dall´incapacità di far defluire normalmente le urine verso la vescica. I sintomi dell´ipertrofia possono essere molto simili a quelli del carcinoma prostatico: ciò rende il ruolo del medico di fondamentale importanza per un´accurata diagnosi differenziale, Altri esami diagnostici sono: il Psa (antigene prostatico specifico) un esame del sangue che misura le concentrazioni dell´antigene della prostata (aumentato nel caso di ipertrofia); l´esame delle urine (per accertare la presenza di globuli bianchi, che indicano la presenza di un´infezione, o di sangue); l´ecografia vescicale da effettuarsi con vescica piena, poiché è solo in questo stato che è possibile studiare bene entrambi gli organi”. Spesso l’urologo non viene consultato, pur in presenza di sintomi, perché il paziente li considera come una conseguenza legata all’avanzare dell’età , per via di uno scetticismo sull’efficacia dei trattamenti o per il timore di un eventuale intervento chirurgico. E importante sottolineare che l´Ipb non è una malattia pericolosa, ma va considerata in termini di potenziale evolutività. Un´altra errata convinzione è che ci sia un rapporto tra ipertrofia prostatica e neoplasia prostatica: l´Ipb non è una lesione pre cancerosa perché le due patologie si sviluppano in sedi diverse della prostata . La terapia con i farmaci “In caso di ipertrofia lieve (o di primo grado) si ricorre”, spiega il professor Miano, “al solo trattamento farmacologico con gli antiprostatici e gli alfa-litici. Il primo gruppo di farmaci (in particolare la finasteride) agisce arrestando la trasformazione del testosterone nella sua forma attiva, che stimola la crescita della prostata. Invece gli alfa-litici (come la terazosina e la tamsulosina) sono in grado di rilassare i muscoli del collo vescicale, dell´uretra prostatica e della stessa prostata, facilitando, così, il passaggio dell´urina nell´uretra”. La chirurgia a cielo aperto – “L’adenomectomia tranvescicale”, ricorda il professor Miano , “ riservata orma a casi limitati con prostate molto voluminose e in presenza di affezioni vescicali concomitanti è una tecnica invasiva che richiede anestesia generale , un’incisione nel basso ventre , 6 - 8 giorni di degenza, e un notevole periodo di convalescenza (circa un mese). La chirurgia endoscopica , si avvale della Turp (Trans Urethral Resection of Prostate) ed è attualmente l´intervento più diffuso: oltre il 90% dei pazienti. Nella Turp la prostata malata viene asportata con un bisturi elettrico, frammento dopo frammento, attraverso uno speciale strumento endoscopico - un resettore - inserito nell’ uretra . In questo modo si ottiene l´allargamento e la disostruzione del canale uretrale. La ferita interna guarisce, in genere, dopo 2-3 giorni di catetere, utilizzato per far defluire l´urina. Altri interventi di endoscopia sono la Tuip procedura invasiva che prevede l´incisione della prostata, mediante tagli profondi che permettono di allargare la parte centrale e ostruttiva della prostata; e la Holep (Holmium Laser Prostatic Enucleation) una tecnica endoscopica dove la prostata ipertrofica viene scollata dal laser ad Holmio . Negli ultimi anni sono state messe a punto nuove tecniche "a bassa invasività" che utilizzano diverse fonti d’ energia come l’ ipertermia, per ridurre o distruggere il tessuto prostatico ipertrofico. Nonostante alcune di queste tecniche siano promettenti, non è certa l’efficacia a lungo termine. ” Impatto Sulla Qualita’ Della Vita Dei Disturbi Urinari Da Ipb “I disturbi urinari secondari a patologia prostatica”, continua”, Miano , “incidono pesantemente sulla qualità di vita del paziente : determinano infatti una limitazione progressiva delle attività quotidiane, della vita sociale e di relazione - i sintomi urinari vengono percepiti da coloro che sono colpiti da Ipb come una condizione in grado di compromettere seriamente il proprio benessere. Per evitare disagi e imbarazzo. Molti malati modificano lo stile di vita , le attività fisiche. Infatti l’impatto dei disturbi minzionali sulla vita personale e di relazione può divenire importante quando vengono compromessi, talora seriamente, il sonno, il lavoro, il tempo libero , la vita sessuale e di coppia . In una recente indagine sono stati uniti i risultati di tre studi europei sull’impatto dei disturbi della basse vie urinarie sulla qualità della vita: la frequenza dei sintomi è risultata più alta in Italia che nel resto dell’Europa mentre i sintomi irritativi (urgenza, risvegli notturni, eventuale incontinenza) sono risultati i più fastidiosi in quanto compromettono seriamente lo svolgimento delle normali attività quotidiane”. Sessualità. Un aspetto importante da non trascurare. “Finora”, dice il dottor Comeri , “ scarsa attenzione è stata rivolta ai rapporti esistenti tra disturbi legati all’ipertrofia prostatica benigna come quelli urinari e le disfunzioni della sessualità maschile, nonostante entrambe queste condizioni siano molto frequenti a partire dai fatidici 50 anni. Recentemente un’indagine-studio svolta negli Stati Uniti e in altri 6 Paesi europei fra cui l’Italia ha colmato questa lacuna: l’83% dei circa 13 mila uomini di età compresa fra i 50 e gli 80 anni ha risposto che è sessualmente attivo seppure con percentuali e frequenze mensili declinanti in funzione dell’età. In questo range di età il 50% degli uomini ha riferito problemi di erezione, il 47% ridotta o assente eiaculazione e il 7% dolore o fastidio durante l’eiaculazione. Tali disfunzioni sessuali sono state vissute come un vero e proprio problema in percentuale variabile dal 59 % all’89% degli uomini intervistati. Lo studio ha dimostrato che i disturbi della minzione influenzano negativamente e in modo progressivo la funzione sessuale in rapporto alla loro gravità, riducendo sia la frequenza dei rapporti (fino al 56%), che l’erezione, il volume e la forza dell’eiaculato, fino a raggiungere un’incidenza doppia rispetto a quella della popolazione della stessa età ma senza disturbi minzionali”. Eiaculazione e Fertilità Eiaculazione “L´intervento chirurgico”, osserva infine Comeri , “modifica il meccanismo della eiaculazione, determinando la cosiddetta eiaculazione retrograda. Lo sperma anziché essere espulso all´esterno, refluisce in vescica ed in seguito viene eliminato con le urine. Questa forma di eiaculazione è conseguenza diretta e inevitabile dell´asportazione chirurgica (insieme all´adenoma prostatico) delle fibre muscolari che chiudono il collo vescicale e dello sfintere genitale che si trova intorno all’uretra prostatica. Fertilità il paziente operato di resezione transuretrale della prostata è potenzialmente fertile in quanto non è azoospermico, l’eiaculazione retrograda, spesso conseguenza della chirurgia tradizionale , richiede il recupero degli spermatozoi dalle urine. La Pvp salvaguarda maggiormente la fertilità perché l’eiaculazione retrograda si verifica in un numero molto limitato di pazienti . E´ importante esserne pienamente consapevoli e, in caso di dubbi, parlarne con chiarezza all´urologo. “ Elenco Dei Centri Urologici Che Utilizzano Il Laser Ktp Per informazioni sui Centri : numero verde Alliance Medical divisione Lithomobile tel 800 055191. Roma - Ospedale S. Andrea, Professori Lucio Miano, Andrea Tubaro Tel. 06 80345760; Castellanza – Varese Multimedica, Dottor Giancarlo Comeri Tel. 0331 393238; Como Casa di Cura Villa Aprica, Dottor Marco Malinverno Tel. 031 579411; Trieste Casa di cura Salus, Dottor. Franco Lugnani Tel. 040 31 71111; Aosta Ospedale Regionale Dottor Paolo Pierini Tel. 0165 543648; Arezzo Casa di Cura Génèrale de Santé Dottor Alessandro Picinotti Tel. 0575 353892-3-4; Prato Ospedale Misericordia e Dolce, Dottor Roberto Benelli Tel. 0574 434322; Fidenza Ospedale di Fidenza (Parma) Professor Domenico Potenzoni Centralino Tel. 0524 515111 Urologia Tel. 0524 – 515279; Andria Ospedale Lorenzo Bonomo Dottor Ettore Cirillo Marucco, Centralino Tel 0883 – 299111 Urologia Tel 0883 – 299330; Palermo Centro di Chirurgia Genesi, Prof. Darwin Melloni - Tel. 091528976- Altri Centri Urologici Che Dispongono Del Laser Ktp: Bologna Ospedale Maggiore, Dott. Cuzzocrea Tel. 051 6478858; Pavia Policlinico Dottor Bruno Rovereto Tel. 03825011; S. Cataldo (Cl) Casa di Cura Regina Pacis, Dott. Antonio Virzì Tel. 0934 572434; Troina (En) Associazione Oasi Maria Ss. Onlus Irccs, - Prof. Giuseppe Brancati e Dott. Michele Aquilino Tel. 0935 936111; Viagrande (Ct) I. O. M. Istituto Oncologico del Mediterraneo, Dott. Cristian Ranno Tel. 0957895000; Palermo Casa di Cura Noto Pasqualino, Prof Francesco Rizzo Tel. 091 6 837111. .  
   
 

<<BACK