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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Maggio 2007 |
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MOSCERINI «GRASSI» DIMOSTRANO COME GLI ORGANISMI ACCEDONO AI DEPOSITI DI ENERGIA
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Bruxelles, 14 maggio 2007 - Ricercatori tedeschi hanno gettato nuova luce sul modo in cui i moscerini della frutta controllano l´accumulo e l´attivazione dei grassi. Mantenere il corretto livello di grasso corporeo è fondamentale per la sopravvivenza: accumulandone troppo poco si rischia di morire di fame in periodi di carestia, mentre un eccesso di grasso provoca un aumento del rischio di patologie quali le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e il cancro. Si sa poco dei processi che regolano l´accumulo e il rilascio dei grassi di riserva. In uno studio precedente, Ronald Kühnlein e i suoi colleghi dell´Istituto Max Planck di chimica biofisica hanno scoperto il modo in cui i moscerini della frutta (Drosophila) formano le riserve di grasso. Al pari dei mammiferi, immagazzinano il grasso sotto forma di piccole gocce nelle cellule di specifici tessuti di deposito. «La composizione chimica di questo grasso di deposito è identica nelle due specie», ha affermato il professor Kühnlein. «In entrambi i casi si tratta di un trigliceride». Essere in grado di immagazzinare il grasso non è tuttavia sufficiente, in quanto deve essere anche possibile accedere al grasso e utilizzarlo quando è necessario attraverso un processo di «mobilizzazione», che costituisce l´oggetto dell´ultimo studio. «Quando si devono metabolizzare i grassi, sono necessari enzimi che scindono i lipidi, ossia la lipasi del moscone negli insetti e la cosiddetta trigliceride lipasi nei mammiferi», ha spiegato il professor Kühnlein. I ricercatori hanno studiato moscerini della frutta che non erano in grado di produrre correttamente l´enzima lipasi del moscone e moscerini in cui il recettore dell´ormone adipocinetico (Akh) era difettoso. Il recettore dell´Akh attiva un percorso di segnalazione che determina la mobilizzazione dei grassi di riserva. I ricercatori hanno anche studiato moscerini in cui erano difettosi sia l´enzima lipasi del moscone che il recettore dell´Akh. A tutti i moscerini è stato consentito di mangiare nella quantità voluta e quindi sono stati privati di cibo per vedere se e in quale modo avrebbero messo in moto i grassi di deposito. I moscerini nei quali uno di questi geni era difettoso erano molto più grassi dei moscerini normali, tuttavia, nonostante la loro limitata capacità di attivare le riserve di grasso, sono riusciti a sopravvivere alla privazione di cibo per un lungo periodo di tempo. I moscerini nei quali entrambi i geni erano difettosi sono diventati quattro volte più grassi dei moscerini normali e hanno accumulato un eccesso di particelle di grasso nelle cellule adipose dell´organismo. Quando sono stati privati di cibo, questi moscerini con doppia mutazione sono tuttavia morti di fame in tempi molto brevi. «Non avevano alcun accesso alle loro riserve di grasso», spiega il professor Kühnlein. «Questo significa che nella Drosophila sono presenti soltanto due meccanismi di mobilizzazione dei grassi, in quanto se entrambi i meccanismi smettono di funzionare e i moscerini, nonostante tutto il loro grasso corporeo, muoiono rapidamente senza cibo, non può esservi una terza via di accesso ai grassi di deposito». Questi moscerini possono tuttavia accedere alle loro riserve di carboidrati e utilizzarle, a dimostrazione del fatto che le mutazioni della lipasi e dell´Akh influiscono soltanto sull´accesso alle riserve di grasso e non ad altri depositi energetici dell´organismo. Il prossimo passo per i ricercatori è capire in quale modo i percorsi della lipasi e dell´Akh interagiscono tra loro e individuare altri geni coinvolti nell´accumulo e nella mobilizzazione dei grassi. Occorre anche chiarire quali meccanismi sono coinvolti in questi processi negli esseri umani, nei quali sono presenti recettori che sono simili al recettore dell´Akh dei moscerini e di cui si sa che svolgono un ruolo nel metabolismo dei grassi. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Mpg. De/english/portal/index. Html . . |
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