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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Maggio 2007
 
   
  INFERMIERE PROFESSIONALE, UN LAVORO SPECIALE PARTE ANCHE IN TRENTINO LA CAMPAGNA INFORMATIVA

 
   
   Trento, 15 maggio 2007 – In Trentino lavorano negli ospedali, case di riposo e strutture assistenziali circa 4. 000 infermieri professionali (174 dei quali stranieri), professionisti della salute che più di ogni altra figura sanitaria sono “vicini alla persona”, al malato, al disabile, all’anziano ed a chi ha bisogno di assistenza. Una professione dinamica, vitale, coinvolgente. Impegnativa, certo, ma di grande importanza e valore. Per chi la svolge e per chi riceve le prestazioni assistenziali. Eppure la figura dell’infermiere professionale - che diventa tale solo dopo un corso di laurea – non è pienamente conosciuta, spesso è sottovalutata, vista più come un supporto all’attività del medico che non come una professionalità matura e complessa che implica saper prendere decisioni importanti per la salute delle persone, assumersi responsabilità e autonomia. Una professione, anche, che offre possibilità di carriera in ruoli dirigenziali. È quanto scoprono i giovani che a questa professione si avvicinano scegliendo il percorso universitario che prevede un primo corso di laurea triennale, seguito da laurea specialistica e master. Una strada che in quest’anno accademico è stata intrapresa da circa 140 giovani. Le iscrizioni sono in aumento ma non tutti arrivano alla laurea: il 30 per cento circa abbandona prima. “Molti – spiega Luisa Zappini – presidente del Collegio Infermieri di Trento – iniziano senza sapere bene cosa il corso di laurea prevede e l’impegno, anche teorico, richiesto. Non è un corso di studi che possa essere scelto come ripiego e che sottende un bagaglio culturale di partenza piuttosto elevato”. Premesse, queste, che – assieme alla cronica mancanza di infermieri che caratterizza il nostro paese (in Italia sono il 5,4 per mille a fronte di una media europea del 6,7 per cento) - spiegano perché il Ministero delle Salute abbia promosso a livello nazionale una campagna informativa per l’orientamento alla professione infermieristica che si articolerà in una serie di iniziative anche nella nostra provincia. Motivazioni e contenuti della campagna sono stati illustrati stamane, con l’assessore Remo Andreolli, presso l’Assessorato alle politiche per la salute. “Dobbiamo dare un nuovo valore e una nuova immagine ad una professione infermieristica – ha affermato Luisa Zappini – che richiede capacità d’ascolto, saper lavorare insieme agli altri e attitudine verso la cura della salute”. “Una figura conosciuta ma non nelle sue corrette finalità - ha aggiunto Franca Bellotti, dirigente del Servizio Innovazione e formazione per la salute – che richiede anche capacità di accettare le innovazioni e coinvolgimento nella ricerca”. Dal 2000 ad oggi l’Assessorato ha attivato ben 5 master di primo livello orientati alla formazione manageriale formando più di 100 infermieri; altri due master sono in progetto per il prossimo anno accademico per formatori e per infermieri coordinatori. Lo stesso Assessorato provinciale ha anche concordato con l’Università di Verona una riserva di 25 posti per laurea specialistica riservati a studenti trentini. Una professione che va fatta conoscere, dunque. A partire dalle scuole superiori, dove a partire dal 24 maggio prenderanno avvio una serie di incontri e visite, in particolare. In alcuni istituti di Trento, Rovereto e Cles con i responsabili del Collegio Infermieri, infermieri professionali e studenti che stanno frequentando il corso di laurea. L’iniziativa – come ha spiegato Paolo Renna, dirigente del Servizio Formazione dell’Assessorato all’Istruzione - è coordinata dai due assessorati alle politiche per la Salute e all’Istruzione e politiche giovanili“ “La professione infermieristica – ha detto Remo Andreolli – è cambiata molto negli ultimi anni ed ha assunto una nuova fisionomia attraverso la presa in carico assistenziale della persona nella sua globalità e pienezza di problematiche. Oggi all’infermiere è richiesta una sempre maggiore professionalità e competenza, non si tratta di una figura ancillare ma pienamente integrata nel sistema sanitario. Va da sé che ciò implica anche una revisione delle modalità organizzative di tale professione, che va svincolata da attività e mansioni di tipo burocratico o di servizio che possono essere altrimenti delegate agli Operatori socio assistenziali; così come va riconosciuta agli infermieri maggiore autonomia e responsabilità”. Temi, questi, sui quali vi sarà modo di sviluppare ulteriori riflessioni il prossimo 11 giugno, in occasione dell’inaugurazione – presente il ministro della Salute Livia Turco – del nuovo Polo delle professioni sanitarie di Via Bonporto a Trento. .  
   
 

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