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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Maggio 2007
 
   
  ASSEMBLEA ANNUALE FEDERMACCHINE: POSITIVO IL BILANCIO 2006 DELL’INDUSTRIA ITALIANA COSTRUTTRICE DI BENI STRUMENTALI.

 
   
  Milano 15 Maggio 2007- Assemblea Federmacchine. E’ positivo il bilancio 2006 dell’industria italiana costruttrice di beni strumentali che, dopo le difficoltà incontrate a causa della negativa congiuntura internazionale, sembra aver ripreso slancio. Questo è quanto emerge dai dati presentati l’ 11 maggio da Alberto Sacchi, presidente di Federmacchine, la federazione delle associazioni dei produttori di beni strumentali destinati allo svolgimento di processi manifatturieri dell’industria e dell’artigianato. Tali indicazioni sono emerse durante la annuale assemblea Federmacchine cui hanno preso parte Luigi Abete, presidente Bnl e Unione degli Industriali e delle imprese di Roma, e Marco Fortis, vicepresidente Fondazione Edison. Secondo i consuntivi elaborati dal Gruppo Statistiche Federmacchine, nel 2006, la produzione dell’industria italiana del bene strumentale è cresciuta a 23,4 miliardi di euro, registrando un incremento pari al 9,3% rispetto all’anno precedente. Tale risultato è stato determinato sia dal buon andamento delle esportazioni sia dalla positiva performance delle consegne sul mercato interno. Dopo tre anni consecutivi di calo, le consegne dei costruttori italiani sul mercato interno sono tornate a crescere. Trainate dalla ripresa dei consumi (+10,2%), esse hanno sfiorato quota 7 miliardi di euro in virtù di un incremento del 10,6% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni, cresciute dell’8,7%, hanno raggiunto il valore record di 16,4 miliardi di euro. Principali mercati di sbocco dell’industria italiana del bene strumentale sono risultati, nel 2006, Germania, Cina e Honk Kong, Stati Uniti, Spagna, Francia, Turchia, Russia, Regno Unito, Polonia e India. Le vendite dell’industria italiana di settore nei paesi dell’Unione Europea sono cresciute dell’8,5% a 6,9 miliardi di euro. Positivi i riscontri provenienti dal mercato tedesco dove le consegne di macchinari italiani sono cresciute, dell’11,6%, a 1,4 miliardi di euro. Stabili le vendite in Spagna e Francia. Di segno negativo l’andamento delle vendite destinate alla Gran Bretagna (-1,7%). Particolarmente positivo il riscontro delle vendite in Polonia, cresciute del 46,8% rispetto all’anno precedente, a 514 milioni di euro. Con riferimento ai paesi extra-Ue, dove le consegne di mezzi di produzione italiani sono cresciute dell’11,5% per un valore superiore ai 2,3 miliardi di euro, si segnalano le buone performance raccolte dai costruttori italiani in Turchia (719 milioni, -0,7%), Russia (653 milioni, +27,1%) e Svizzera (362 milioni, +7,3%). L’asia (escluso il Medio Oriente), è risultata la seconda area di destinazione dei macchinari italiani, con 2,7 miliardi di euro (+12,1%). Le vendite in Cina hanno registrato un forte incremento (1,3 miliardi +19,4%). In crescita anche l’export destinato a India (472 milioni, +41,5%), e Corea del Sud (147 milioni, +19,4%). Il Nord America ha incrementato gli acquisti di mezzi di produzione italiani del 2,1%, per un valore di 1,9 miliardi. In crescita le vendite in Canada (213 milioni, +10,9%). Poco dinamico l’export diretto negli Stati Uniti (+3,8%); di segno negativo quello destinato al Messico (358 milioni, -8,2%). L’america Meridionale ha importato macchinari per 801 milioni di euro, il 14,8% in più del 2005. Positivi i riscontri da Brasile (322 milioni, +4,4%) e Argentina (111 milioni, +8%). L’africa ha acquistato mezzi di produzione italiani per 808 milioni di euro, con un incremento del 9,4% sul 2005. In Medio Oriente le vendite sono aumentate solo dello 0,7%, arrivando a quota 794 milioni. Il successo dell’industria italiana dei mezzi di produzione dipende dalla fortissima propensione all’export che da sempre caratterizza i costruttori di macchine. Infatti, nonostante il tasso di cambio sfavorevole, nel 2006, il 70,2% della produzione nazionale di settore è stato assorbito dalla domanda proveniente dai mercati stranieri, a testimonianza dell’apprezzamento del made in Italy settoriale da parte degli utilizzatori di tutto il mondo. Il saldo commerciale complessivo dei settori che fanno capo alla Federmacchnie, nel 2006, è stato positivo per 12,5 miliardi di euro (un miliardo in più rispetto al 2005). Per comprendere il peso del settore per l’intero sistema economico del paese occorre rilevare che il saldo complessivo delle merci del paese, nel 2006, è stato passivo per 21,4 miliardi di euro. I due soli comparti con saldi attivi sono risultati quello arredamento/abbigliamento (+29,2 miliardi di euro) e quello delle Macchine e apparecchi meccanici (+42,8 miliardi), al cui interno trovano collocazione i macchinari di Federmacchine (con un peso del 29%). Alberto Sacchi, presidente Federmacchine, ha affermato: “i dati elaborati dal Gruppo Statistiche Federmacchine, sono confortanti, soprattutto perché il positivo andamento rilevato nel 2006 trova ulteriore conferma nelle previsioni 2007”. “In particolare - ha proseguito Alberto Sacchi - nel 2007, la produzione crescerà a 25,2 miliardi di euro, registrando un incremento pari al 7,9% rispetto al 2006. Tale risultato sarà determinato, ancora una volta, sia dal positivo andamento delle esportazioni, che sfioreranno quota 17,9 miliardi di euro, sia dal buon andamento delle consegne sul mercato interno, che cresceranno a 7,3 miliardi” “Nonostante questi dati positivi - ha rilevato il presidente di Federmacchine- permangono alcune criticità che possono e devono essere superate, pena la perdita di competitività dell’intero sistema economico del paese. Prima criticità è sicuramente la dimensione medio piccola delle imprese non più adeguata in relazione al nuovo contesto economico. A essa si aggiunge un necessario recupero della redditività penalizzata tra l’altro dal tasso di cambio rispetto al dollaro e dall’incremento del costo delle materie prime”. “Lo sviluppo di un rapporto virtuoso tra sistema finanziario e sistema industriale della Federmacchine è condizione imprescindibile per favorire la competitività e la crescita delle imprese del settore”. “In tal senso - ha aggiunto Alberto Sacchi - la federazione si è già attivata per lo sviluppo di partnership, collaborazioni e prodotti finanziari volti a sostenere questo obietivo. Accanto al fondo di private equity wise equity Ii – fondo macchine che, promosso da Federmacchine è il primo fondo specificatamente destinato alle imprese del settore del bene strumentale, la federazione ha infatti aperto collaborazioni con attori del mondo finanziario quali Cariparma, Banca Popolare di Novara e Verona e Banca Italease”. “Alla attivazione dei rapporti con il mondo finanziario - ha concluso Sacchi - deve però aggiungersi l’attività di sviluppo delle relazioni con il mondo della ricerca e della formazione. In questo senso, Federmacchine ha stretto un importante accordo di collaborazione con Sintesi, società che sviluppa tecnologie e componenti meccatronici specializzata nelle tecnologie di misura, controllo e design meccatronica, accordo volto a favorire la diffusione di tecnologie innovative negli stabilimenti produttivi delle imprese costruttrici di beni strumentali”. .  
   
 

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