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Notiziario Marketpress di Venerdì 16 Giugno 2006
 
   
  FRIULI VENEZIA GIULIA / ANCHE IN TAVOLA, UN MIX DI SAPORI

 
   
  Fatta di mille sapori, che si intrecciano e si sovrappongono, varia come il paesaggio di queste terre: la gastronomia del Friuli Venezia Giulia nasce dal connubio di tre grandi tradizioni culinarie, quella mitteleuropea, quella veneta e quella slava, alle quali si affianca una robusta e saporitissima cucina popolare, con piatti semplici e genuini che la gente preparava utilizzando le poche materie prime a disposizione: emblematica, in questo senso, è la polenta, che per secoli ha costituito per la gente del posto pane e companatico, e che ancor oggi accompagna sia i piatti di pesce delle località costiere sia quelli di selvaggina della montagna. Un mix di sapori e profumi, frutto di contaminazioni etniche e culturali: una cucina figlia del territorio (mare, monti, pianura, collina) e delle culture. Ambasciatori della regione sono il formaggio Montasio e il prosciutto di San Daniele, DOP regionali con l’olio del Carso triestino. Il Montasio prende il nome dall´omonimo monte del Tarvisiano ed è l´ingrediente base del frico (sorta di tortino in cui vengono miscelati formaggio, patate e, volendo, cipolle). Il San Daniele spicca, fra i prosciutti crudi italiani, per la sua dolcezza e prende il nome dall’incantevole cittadina dove viene prodotto da secoli. A essi si affiancano decine di prodotti eccellenti tutti da scoprire, realizzati per lo più artigianalmente e spesso in quantità limitate. Il formaggio Tabor dell’altopiano carsico, ad esempio, oppure il prosciutto affumicato di Sauris, la pitina del Pordenonese (un insaccato aromatizzato), i fagioli della Carnia (ogni paese ne ha una varietà diversa), il prosciutto crudo del Carso, la farina di mais di Mortegliano, l’olio extravergine d’oliva del Collio e dei Colli Orientali. Molti piatti tipici della cucina triestina sono attinti dalla tradizione mitteleuropea: è il caso della jota (minestrone di fagioli, patate e cavolo cappuccio), del prosciutto cotto caldo in crosta di pane, della porcina (misto di carni di maiale lessate e di insaccati, servito con crauti, senape e cren), del gulasch, dello strudel di mele, del presnitz o del cuguluf (sorta di panettone d’origine viennese). Altrettanto caratteristici sono i piatti a base di pesce: sardine marinate, granzeola alla triestina, zuppa di canocchie, baccalà alla triestina, brodetto di pesce, scampi alla busara, seppie in umido con polenta sono solo alcune delle gustosissime pietanze che hanno come ingredienti base i pesci, i molluschi, i crostacei che, a seconda dei periodi e delle stagioni, vengono pescati nell’alto Adriatico. Il pesce la fa da padrone anche a Grado che, come tutte le isole, ha mantenuto intatta una sua particolarissima gastronomia (il piatto più caratteristico è il boreto graisano, zuppa di pesce pregiato servita con polenta bianca, a cui si affiancano sardoni in saor, fritto misto dell’Adriatico, seppie col nero) e a Marano, famosa per il suo mercato del pesce. Decenni di influenze provenienti dall’area germanica e dai paesi dell’Est, unite a più recenti influssi veneziani, rendono particolarmente gustosa e insolita la cucina goriziana, per molti aspetti simile a quella triestina: fra i primi, gnocchi di patate con le susine conditi con burro fuso, cannella e un po’ di zucchero, gnocchi di pane con lo speck, gnocchetti di fegato o di semolino in brodo; fra i secondi kaiserfleish (carrè di maiale affumicato, cosparso di cren fresco grattugiato e accompagnato da crauti), gulasch, cacciagione (fagiano, lepre, capriolo, cinghiale). Fra i contorni, da ricordare le patate in tecia (saltate in padella con le cipolle), i chiffel (piccole mezzalune fritte, fatte con un impasto simile a quello dei gnocchi di patate), il tenerissimo radicchietto di primo taglio e la delicata Rosa di Gorizia, mentre fra i dolci la gubana goriziana (diversa, perché fatta con la pasta sfoglia, da quella delle Valli del Natisone, un dolce dalla caratteristica forma a chiocciola, con un ricchissimo ripieno a base di frutta secca, uva passa, cedro candito, insaporiti nel liquore), la putizza, la pinza (tradizionale focaccia pasquale), le palatshinken (sorta di omlette ripiene di marmellata di albicocche o di cioccolata). Carni, latticini, insaccati, rustiche verdure e legumi sono alla base della saporita cucina friulana, tutta giocata sulla semplicità delle ricette e sulla genuinità dei prodotti. Tipicamente friulani sono il frico, musèt e brovada (cotechino con rape messe a macerare nel mosto), la zuppa di orzo e fagioli e un’infinita varietà di minestre, i cjalsòns carnici (sorta di ravioli con il ripieno giocato fra dolce e salato), la gubana. La gastronomia del pordenonese riassume elementi di cucina veneta e di cucina friulana, con minestre di orzo e fagioli, riso con piselli (risi e bisi), frittate e secondi a base di selvaggina e animali di bassa corte. Tipiche delle valli montane sono gustose preparazioni alimentari come la petina (insaccato a base di carne di selvaggina - oggi più spesso di pecora, anche mescolata con manzo - tritata finemente ed impastata con concia di sale, pepe, finocchio selvatico e altre erbe e fatta affumicare), il salame punta di coltello e la brusaule (strisce di carne secca, affumicata dopo macerazione sotto sale, pepe ed erbe). Durante tutto l’arco dell’anno si svolgono in Friuli Venezia Giulia rassegne gastronomiche e feste dedicate ai prodotti tipici: un’occasione ghiotta per trascorrere un week-end all’insegna della gola e della buona tavola. Per saperne di più, conoscere date e programmi, telefonare al numero verde 800. 016. 044 o consultare il sito www. Turismo. Fvg. It. .  
   
 

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