Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Venerdì 25 Maggio 2007
 
   
  “IL CASCO NON BASTA, SERVE LA TESTA”: AL VIA LA CAMPAGNA CONTRO GLI INCIDENTI MOTOCICLISTICI CARTELLI DI ATTENZIONE SULLE STRADE PIÙ FREQUENTATE DAI BIKERS E BARRIERE SPECIALI

 
   
  Trento, 28 maggio 2007 – Con i suoi mille affascinanti itinerari stradali tra valli e monti conosciuti in tutta Europa, il Trentino è un paradiso per i motociclisti. Il rovescio della medaglia è però, purtroppo, l’elevato numero di incidenti motociclistici con conseguenze gravi e mortali. Dei 240 morti per incidenti stradali che si sono verificati sulle strade della nostra provincia dal 2002 al 2006, ben 80 (circa il 30 per cento) sono motociclisti. L’introduzione del nuovo Codice della strada e della patente a punti hanno portato ad una riduzione del numero di incidenti, ma tale positivo risultato riguarda solo in minima parte i motocicli. Anche la Provincia autonoma di Trento, al pari di altre amministrazioni, è impegnata nel raggiungere l’obiettivo, posto dall’Unione Europea e ripreso dal Piano nazionale della sicurezza stradale, della riduzione del 50 per cento entro il 2010 del numero di morti sulle strade. È in tale contesto, ed anche in risposta alle sollecitazioni contenute in alcune mozioni del Consiglio provinciale, che si inserisce la campagna per la sicurezza dei motociclisti che prenderà avvio, su impulso e per espressa volontà del presidente della Provincia autonoma, Lorenzo Dellai, nei prossimi giorni. Una campagna di sensibilizzazione degli amanti delle due ruote, siano essi residenti o turisti, che si renderà visibile, in particolare, su alcune strade della rete trentina con la collocazione di appositi cartelli, e che si accompagna ad un progetto di sostituzione, in alcuni tratti, delle barriere stradali esistenti e di posa di barriere speciali, di nuova concezione, “inventate” in Trentino. “Il casco non basta, serve la testa”: questo lo slogan, accompagnato dall’invito “goditi il Trentino” riportato sui cartelli che, ad iniziare da questo fine settimana, saranno collocati su alcune tratte stradali particolarmente frequentate dai motociclisti. Si inizia sulla Trento-bondone e nella tratta Cadine-vezzano, ma l’operazione interesserà poi progressivamente tutte le strade che hanno valenza turistica. Sulla base dei dati raccolti dal Centro Provinciale per la sicurezza stradale sono stati individuati i tratti a più elevata densità di incidenti con coinvolgimento di motociclisti. Questi i tratti individuati e sui quali, entro la fine del mese di giugno, saranno collocati i segnali di attenzione: Sp del Monte Bondone in salita da Trento e in salita da Vagolo; Ss 45 bis nel tratto Cadine- Vezzano; Ss 350 attorno ai km 4-5 (in prossimità di Mezzomonte); Ss 241 attorno ai km 27-30 (strada del Passo di Costalunga); Ss 240 tratto Tiarno – Storo; Ss 48 alcuni tratti; Ss 46 dal 46 al 59 (Pian delle Fugazze – Valmorbia); Ss 45 bis dal 120 al 128 (Arco – Dro); Ss 42 dal 151 al 157 (Tonale – Traviano); Ss 42 dal 195 al 205 (Cloz – Fondo). Un impegno per la sicurezza, quello della Provincia autonoma di Trento, che non si esaurisce nella posa dei cartelli. Ad una maggiore sicurezza attiva contro gli incidenti in moto risponde infatti, indirettamente, anche l´iniziativa relativa alla posa, su alcune tratte stradali, di nuove barriere in legno o legno-acciaio. La posa di tali barriere risponde, in primis, ad un’esigenza di carattere paesaggistico-ambientale e solo indirettamente alla questione della sicurezza, ancorché non vi sono, allo stato attuale, ricerche in grado di testimoniare gli effetti positivi, in termine di riduzione del danno in caso di urto, per i motociclisti. Rispetto alla protezione dei motociclisti (ma anche dei ciclisti), le iniziative specifiche relative alle barriere e progettate dalla Provincia sono di due tipi: la posa di barriere speciali “made in Trentino” e l’installazione, su barriere in metallo già esistenti di appositi dispositivi aggiuntivi in grado di aumentare il grado di sicurezza. La Provincia ha messo a punto, e la sta omologando, una nuova barriera costituita da profili tubolari a sezione chiusa che, questi sì, proteggono di più motociclisti e ciclisti in caso di caduta. Tali profili, infatti, non presentano spigoli che potrebbero produrre ferite, che in qualche caso possono avere gravissime conseguenze, da taglio. Ce ne sono di due tipi: con il paletto piantato nel terreno (a “bordo laterale”) – per il quale vi è già l’omologazione - oppure fissato al muro di sostegno della strada (a “bordo ponte”), per il quale la procedura di omologazione è in corso. Analogamente ad altre amministrazioni, la Provincia si sta parallelamente interessando all’opportunità di installare dispositivi specifici sulle barriere esistenti al fine di aumentare la protezione per i motociclisti. In questo caso si tratta di elementi correnti in acciaio o in polietilene che vengono aggiunti sotto il nastro delle barriere, in modo che il motociclista che cade non vada a sbattere contro i paletti della barriera ma sia fermato dal corrente inferiore aggiuntivo, più deformabile, attenuando l’urto. Le barriere in legno o acciaio-legno saranno collocate lungo le tratte appartenenti alla rete stradale secondaria che si sviluppano in ambiente montano, con tratti significativi in attraversamento o prossimi a boschi, pascoli, laghi, corsi d’acqua o di riconosciuto pregio paesaggistico o naturalistico, in prossimità di parchi naturali, in approccio ai passi o in ambienti in cui anche nelle costruzioni di edilizia si registra un diffuso impiego del legno. Lo sviluppo complessivo di queste tratte, così individuate ed aventi queste caratteristiche, è di circa 360 chilometri: qualora in tali tratti venissero realizzati interventi di sistemazione stradale, le barriere che dovessero essere poste in opera sarebbero dunque quelle in legno o legno-acciaio. Uguale discorso vale anche per circa 80 chilometri di strade statali, a fronte di una rete di 2. 400 chilometri complessivi. Vale, in ogni caso, la considerazione che contro il rischio di incidente non sono sufficienti nemmeno le soluzioni tecnologiche più avanzate e che la miglior difesa e prevenzione rimane la coscienza e la collaborazione degli stessi motociclisti. Così come non basta indossare il casco (le statistiche ci dicono che oltre il 90 per cento dei motociclisti coinvolti in incidenti indossava il casco, e che nel 9 per cento dei casi questo è volato via durante l’incidente stesso), non bastano nemmeno gli sforzi dell’Amministrazione provinciale. Ciò che più conta, appunto, è l’uso di ciò che c’è all’interno del casco: la testa! .  
   
 

<<BACK