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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Maggio 2007
 
   
  LA REGIONE SARDEGNA LAVORA PER UN SISTEMA PUBBLICO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE

 
   
  Cagliari, 28 maggio 2007 - Il Presidente: la Regione lavora per un sistema pubblico di formazione professionale Le fortissime anomalie del sistema sardo della formazione professionale, che si andava sostituendo alla scuola pubblica per i giovani in età da scuola dell´obbligo, con i soldi della Regione (con una previsione di 150 milioni di euro per il 2006), il reclutamento dei ragazzi e dei formatori fuori da ogni regola sino a comportamenti criminosi, sono state illustrate dal Presidente Renato Soru alla delegazione della Vii Commissione permanente della Camera dei Deputati in missione oggi a Cagliari. Il Presidente ha riferito i programmi della Giunta in materia di formazione e di istruzione, al termine di una vicenda "che è costata una dura battaglia politica, per le resistenze al cambiamento di un sistema che però non poteva continuare´´. La Regione Sardegna è per la scuola pubblica e perché sia frequentata almeno sino a 16 anni, ha detto Soru, e perché la formazione intervenga dopo, su una base di istruzione scolastica se è possibile ancora più lunga di 16 anni. Non solo: "La nostra idea - ha continuato il Presidente - è che non sia sostenibile la divisione fra scuola pubblica e formazione professionale privata. Crediamo che si debba lavorare per la formazione professionale pubblica, che attingano entrambe, scuola e formazione, i docenti dagli stessi elenchi, senza distinzione fra chi ha una laurea, una specializzazione, fa un concorso e chi invece (come accade nella formazione professionale) viene semplicemente scelto senza concorso, spesso senza una laurea, sulla base di criteri assolutamente fuori da ogni regola´´. Dopo avere assicurato i parlamentari che nessun nuovo disoccupato è stato creato dalla riforma del sistema, che è stato garantito il prepensionamento o un lavoro negli enti locali al personale di quell´altra particolarità della Sardegna che era la legge 42 ("una specie di cassa integrazione che da 20 anni garantiva uno stipendio regionale al personale che gli enti decidevano di non utilizzare, perché spendevano i soldi della Regione assumendo altri docenti e assistenti"), il Presidente Soru ha detto che la formazione è stata riorganizzata con regole più severe per l´accreditamento, che non sarà più permesso che i corsi vengano ospitati in garage malsani, i ragazzi sottratti alla scuola pubblica anche in cambio di soldi alle famiglie, che tutto avverrà con i bandi pubblici e in un quadro nel quale la Regione recupererà il suo ruolo nella formazione professionale appunto pubblica. Alla domanda sugli alti livelli della dispersione scolastica, fatta da un deputato della Vii Commissione, il Presidente ha risposto: "Ho fatto la mia campagna elettorale e non perdo nessuna occasione per parlare di questo. Il ritardo di sviluppo delle nostre regioni sta tutto lì, non nel numero dei capannoni e nemmeno nei chilometri di strade a quattro corsie. Se nei capannoni non c´è tecnologia, ricerca, cultura, sono destinati a chiudere. E non mi rassicura che in Italia ci siano regioni che vanno meglio, perché si va a due velocità ma in prima e seconda, non in terza e quarta. L´italia intera se vuole mantenere un certo benessere deve migliorare anche il Lombardia e in Liguria. Io - ha detto ancora Soru - sono per rivendicare poco l´autonomia delle regioni nel campo dell´istruzione. L´italia dev´essere una e assicurare a tutti l´accesso e la frequenza della scuola, l´accesso all´istruzione che è la condizione della cittadinanza piena. La dispersione scolastica in Sardegna non si combatte come vorremmo, ma già qualche risultato comincia ad arrivare. Ed è certo che se la scuola e la formazione pubbliche non vanno bene bisogna migliorare quelle, non rinunciare per affidarsi ai privati. Ci sono responsabilità sui quali lo Stato non può mollare". I percorsi devono essere integrati, è chiaro che i programmi di insegnamento vanno adeguati dalla scuola, ma appunto nella scuola pubblica, dove si sta insieme il più a lungo possibile, e dove anche chi finirà per scegliere una carriera di lavoro dopo la scuola dell´obbligo e la formazione professionale abbia avuto la possibilità di frequentare la stessa scuola di chi avrà la laurea e svolgerà altre attività". .  
   
 

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