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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2007
 
   
  E’ VERAMENTE FINITO IL “DECLINO” DELL’ITALIA POST-EURO? GLI OTTO ECONOMISTI CHE HANNO ANIMATO IL DIBATTITO SOSTANZIALMENTE CONCORDI NEL RITENERE CHE L’ITALIA HA REAGITO BENE ADATTANDOSI AL MERCATO

 
   
   Trento, 4 giugno 2007 - Secondo gli economisti di varia formazione che sono intervenuti al confronto sul tema la “Trasformazione post-euro dell’economia italiana: mito o realtà?” il nostro Paese sta lentamente ma solidamente uscendo da una fase che molti considerano di declino e dimostra di aver saputo trasformare la sua industria manifatturiera in modo intelligente ed efficiente. Sono del resto le considerazioni che emergono anche dalla relazione del governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, e che sono oggi su tutti i giornali. Una battaglia probabilmente vinta quindi ma che – è bene ricordarlo – ha fatto molte vittime. I dati infatti parlano di oltre 50. 000 imprese italiane che non ce l’hanno fatta a sopravvivere nell’ultimo lustro. E’ stata una tavola rotonda, svoltasial Festival dell’economia, variegata ed interessante perché il tema del titolo – e cioè come si è trasformata l’economia italiana a seguito della globalizzazione – è stato veramente analizzato da molteplici angolature. Coordinati e sollecitati sui vari aspetti del problema da Gregorio De Felice – responsabile del servizio studi del gruppo Intesa Sanpaolo – gli otto esperti hanno spiegato le loro analisi sullo stato dell’arte dell’economia italiana. Dopo un’introduzione di Lorenzo Stanca – presidente del Gei, il gruppo economisti d’impresa che ha organizzato il dibattito – è intervenuto Pietro Modiano, direttore generale vicario di Intesa Sanpaolo, che ha senza esitazioni dichiarato “chiuso” il dibattito: “Come emerge anche dalle considerazioni di Draghi è ormai ufficiale che il sistema italiano ha reagito bene allo sconvolgimento della globalizzazione, che del resto secondo me avvantaggia i piccoli che riescono a sopravvivere e non i grandi che di fatto erano già globalizzati prima”. Per Innocenzo Cipolletta – “conteso” da più incontri in quanto presidente dell’Università di Trento e organizzatore del Festival, oltre che presidente delle Ferrovie di Stato – “per esperienza so che è nei periodi di recessione che un sistema migliora e così è capitato anche questa volta: chi lavorava sulla gamma bassa è scomparso, chi era sull’alta si è potenziato e sta raccogliendo buoni frutti”. Per Gianmaria Gros-pietro – docente e presidente di Autostrade spa – “non c’è una ricetta univoca per salvarsi ogni settore ha la sua e all’interno di ciascun settore ogni azienda si crea la propria strada. Le nostre imprese hanno poi dimostrato di saper gestire il marchio in modo eccellente, seconde solo agli Stati Uniti”. Salvatore Rossi invece, responsabile del servizio studi della Banca d’Italia, sostiene che “i vari shock a cui è stata sottoposta la nostra economia, ma anche le altre, e cioè la globalizzazione e la rivoluzione tecnologica, ci hanno obbligato a riorganizzarci completamente. In realtà la ripresa era iniziata nella primavera del 2005 ma eravamo troppo presi dalla retorica del declino e, faccio anche autocritica, non l’avevamo vista”. Per Ignazio Angeloni – dirigente generale del Dipartimento del Tesoro e presidente della Sace – “l’euro citato nel titolo dell’incontro è quasi un dettaglio rispetto ai veri cambiamenti dell’ultimo decennio e che secondo me sono stati la rivoluzione della divisione del lavoro e anche l’allargamento dell’Unione europea ad est, in quei nuovi Paesi che sono un po’ la nostra Cina. Non credo, tra l’altro, che con una moneta come la lira flessibile la battaglia di questi anni sarebbe stata più facile, anzi. Secondo me la politica economica deve sostenere le imprese nella loro internazionalizzazione, non proteggerle”. Infine Giulio Sapelli – docente di storia economica a Milano - ha precisato come “se di declino si deve parlare questo va inteso come relativo alla società perché è la società che influenza l’industria e non viceversa. Indubbiamente comunque c’è stata una selezione darwiniana delle aziende negli ultimi anni” ha concluso. .  
   
 

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