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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2007
 
   
  PENSIONE COMPLEMENTARE: COME ORIENTARSI? PENSPLAN – UN CASO UNICO IN EUROPA – CHE STA FUNZIONANDO E STA FACENDO DA MODELLO PER ALTRI INTERVENTI DEL PUBBLICO IN QUESTO DELICATO SETTORE

 
   
  Trento, 4 giugno 2007 - Come sta cambiando il welfare in Italia e in Europa? Come può ciascuno di noi agire per garantirsi una pensione (e quindi una vecchiaia) più serena? A questi interrogativi hanno cercato di dare risposta Gianfranco Cerea, docente di scienza delle finanze a Trento, e Michael Atzwanger, docente di economia a Macerata. E lo hanno fatto - dati alla mano – puntando a far capire al pubblico in sala soprattutto due cose: la prima è che sarà praticamente inevitabile per tutti crearsi un sostegno alla propria contribuzione con una pensione complementare; la seconda è che il percorso va personalizzato “quasi come se fosse un abito fatto su misura” perché ognuno di noi ha una sua storia professionale diversa. E’ fondamentale responsabilizzarsi e sforzarsi di fare delle scelte anche se, oggettivamente, non è facile. Il rischio è di non fare nulla, paralizzati dalla paura di sbagliare o dalla confusione per il sovraccarico di informazioni di difficile comprensione, proprio come il servo nella parabola dei talenti tratta dal Vangelo secondo Matteo che ricorreva anche nel titolo dell’incontro – “La pensione complementare e i talenti di Matteo” – e che il professor Cerea ha letto in sala. “E’ chiaro a questo punto che fondamentale diventa avere idee chiare - ha sottolineato Cerea – ed è qui che il Pubblico può fare la sua parte in modo virtuoso: fornendo informazioni e garanzie al lavoratore che deve decidere”. L’intervento dell’ente pubblico – va sottolineato – non entra nella gestione dei fondi (anche se i due docenti hanno anticipato che Pensplan a brevissimo varerà un suo proprio, primo fondo), si limita, ma non è poco, a dare informazioni indipendenti. “E per Pubblico – gli ha fatto eco il professor Atzwanger, correlatore dell’incontro a cui hanno partecipato numerose persone – qui intendiamo la Regione Trentino Alto Adige che grazie alle nuove deleghe costituzionali ha emanato la legge istitutiva del Pensplan che delinea una vera e propria nuova strategia sociale. La Regione dà informazioni chiare, imparziali, dà servizi gratuiti, dà sostegno alla pensione in caso di buchi contributivi. Tutto ciò abbatte i costi fissi ma soprattutto toglie il lavoratore da una situazione di grande incertezza che può arrivare alla paralisi del servo nella parabola dei talenti”. La speranza dei relatori - entrambi attivi nella crescita del progetto Pensplan – è che il modello della nostra regione possa fare proseliti: “La Valle d’Aosta è già in fase avanzata e abbiamo contatti anche con la commissione bilancio della Lombardia” ha specificato Atzwanger. Il futuro del nostro futuro – perdonate il gioco di parole – sarà quindi solido se lo Stato riuscirà a riequilibrare le politiche di welfare riuscendo a suddividere, quasi equamente, il totale delle entrate che vanno a finanziare le nostre pensioni in una parte proveniente dalla normale tassazione e in un’altra parte derivante da un accantonamento che deve essere sì favorito dagli incentivi al risparmio, ma anche sostenuto dalla nostra capacità di autoresponsabilizzarsi su questa vitale tematica. Ma questa sinergia – che in Regione sta funzionando grazie a Pensplan – è esportabile? “E’ fondamentale trovare una classe politica che abbia la capacità di ragionare su un arco temporale di dieci, quindici anni, che per la politica sono un’eternità. Qui sta funzionando ma non è stato certo facile se penso che per far muovere questa macchina complessa abbiamo riunito al tavolo di concertazione qualcosa come oltre cento soggetti, tra pubblico e privato, attori sociali sul territorio”. .  
   
 

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