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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2007
 
   
  CAPITALE UMANO, ISTRUZIONE E SALUTE TRE ELEMENTI CHE SI INFLUENZANO L’UN L’ALTRO, DANDO VITA AD UN CIRCOLO VIRTUOSO CHE AUMENTA IL REDDITO DELLE NAZIONI

 
   
  Trento, 4 giugno 2007 - Istruzione e stato di salute sono i principali elementi che costituiscono il capitale umano di una persona, sono quelle caratteristiche che permettono ad ogni soggetto di inserirsi e trovare un proprio posto nella società, di offrire forza lavoro e di creare reddito. Ad analizzare il significato del termine ed ad azzardarne una misurazione ci ha pensato Tullio Jappelli, docente di Economia politica presso l’Università di Napoli Federico Ii e direttore del Centro interuniversitario di economia e finanza. Come il capitale reale, anche il capitale umano riguarda qualità che possono essere prodotte e accumulate, investite e che subiscono una svalutazione nel tempo: queste qualità dipendono dallo stato di salute della persona (fattore che incide soprattutto nei Paesi non del tutto sviluppati) e dal grado di istruzione e formazione professionale (in riferimento, soprattutto, ai Paesi sviluppati). Istruzione e salute, ha dimostrato Jappelli nel corso della sua relazione, non sono indipendenti l’una dall’altra e, inoltre, ad esse sono correlate il reddito individuale e, di conseguenza, quello della nazionale. La qualità dell’alimentazione e dell’aspettativa di vita si riflette sulle differenze di reddito: è dimostrato infatti che negli Stati in cui l’assunzione di calorie giornaliere è più alta, anche il reddito pro capite subisce un incremento. La situazione può essere letta anche in altro modo, cioè, ad un aumento del reddito fa fronte un migliore stato di salute e di alimentazione. E non solo: altri fattori sono determinati. Le scoperte tecnologiche e l’istruzione stessa possono influenzare la sia la produzione (con l’introduzione, ad esempio, di nuovi macchinari) che la salute (attraverso una cultura della prevenzione) creando un effetto moltiplicatore. Per questo, gli investimenti fatti sul sistema sanitario, fanno aumentare il reddito e, ancora una volta il benessere generale, innescando un circolo virtuoso. Dice un proverbio cinese: “Dando un pesce ad un uomo, lo sfamerai per un giorno. Insegnandogli a pescare gli darai da mangiare per il resto della sua vita”. Gli economisti insegnano che per risolvere i problemi dello sviluppo economico è importante investire in istruzione e ricerca. La formazione comprende prima di tutto le competenze linguistiche, l’alfabetizzazione, la capacità di ragione, ma anche le capacità di operare con particolari tecnologie e le conoscenze scientifiche. Un forte aumento dell’istruzione determina un accumulo di capitale umano: purtroppo l’Italia, nel confronto con altri Paesi sviluppati, si caratterizza per bassi livelli di capitale umano: per quanto riguarda la scuola secondaria i divari si stanno colmando ma per quanto riguarda l’università il gap è ampio e addirittura crescente. Le statistiche evidenziano come in Italia siano pochi gli studenti a portare a termine studi terziari e come molti di loro lo facciano con notevole ritardo. Il nostro Paese spende all’incirca il 5% del Pil per il sistema di istruzione, altri stati, come Svezia, Danimarca e Stati Uniti investono molto di più, anche fino al 7, quasi l’8%. Ma come misurare il rendimento del capitale umano? Gli economista stimano tale rendimento sulla base delle retribuzioni: maggiore è il capitale umano, maggiori è la retribuzione in ambito lavorativo. Senza però tenere conto delle opportunità di trovare lavoro, è stato fatto un confronto tra i redditi di lavoratori diplomati e laureati e lo stesso con i costi dei rispettivi corsi di studio: il rendimento di una laurea è del 7 – 9% all’anno al netto delle spese e delle imposte: così si può quindi affermare che all’aumentare del livello di istruzione crescono anche le retribuzioni. Tale ragionamento non può valere per sempre. Il rendimento delle retribuzioni, infatti, è più elevato nei paesi in via di sviluppo mentre, tra le economie sviluppate si abbassa gradualmente nel corso del tempo (con qualche eccezione, come quella degli Stati Uniti). Altri elementi influiscono sulla retribuzione di un individuo: strano a dirsi, il reddito dei genitori. Dopodiché, le abilità cognitive (difficili da osservare), le discriminazioni, e addirittura la bellezza. Quindi, un più alto livello di istruzione determina un incremento del reddito. Leggendo i dati, Paesi in cui gli anni dedicati all’istruzione arrivano a 12 hanno un reddito 8 volte superiore a quelli con sei anni di istruzione. Anche questo dato può essere capovolto e letto in un altro modo: Paesi con redditi più alti possono investire in formazione e ricerca ed entrare nel circolo virtuoso del benessere. Purtroppo, in Italia le possibilità personali di investire sull’istruzione sono ancora legate a vincoli di reddito familiare: ciò significa che l’immobilità sociale del nostro Paese, di cui si sta discutendo nei giorni del Festival dell’Economia, non è ancora stata superata. Spesso non basta la quantità dell’istruzione, ha osservato Japelli. C’è bisogno anche di un determinato livello qualitativo, riscontrabile nel numero di docenti per alunno nelle scuole, nella formazione degli insegnanti, le infrastrutture e le possibilità tecniche. In Italia, tali differenze risultano molto marcate, con un forte divario tra nord , sud e isole: da un test di matematica sottoposto a studenti di pari età e percorso scolastico risultano punteggi più alti al nord e centro e invece scarsi al sud e nelle isole. In conclusione, il professor Tullio Japelli ha spiegato come l’arricchimento del capitale umano di una persona provochi quelle che in economia si chiamano esternalità: aumentando istruzione e salute, cresce la produttività personale ma anche quella generale: ad esempio, una popolazioni più istruita potrebbe avere un governo migliore, più onesto e più efficiente. Le differenze di capitale umano, comunque, spiegano solo in parte i divari di reddito tra persone e tra Paesi. È sempre utile ricordare che si investe per arricchire la propria vita intellettuale e per migliorare il proprio benessere. .  
   
 

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