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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2007
 
   
  IL DELICATO PASSAGGIO DALLA SCUOLA AL LAVORO: L’OCSE E IL CENTRO LEED, DUE PILASTRI PER LO SVILUPPO LOCALE A TRENTO

 
   
  Trento, 4 giugno 2007 - Nel giardino interno dell’Ex convento degli Agostiniani, il 2 giugno c’era John P. Martin, direttore per l’occupazione, il lavoro e gli affari sociali dell’Ocse, organismo che si può definire come “forum che consente ai governi di rispondere, insieme, alle sfide economiche, sociali e ambientali derivate dall’interdipendenza e dalla mondializzazione”. L’ocse raggruppa 30 paesi membri, con l’obiettivo di promuovere e realizzare la massima espansione possibile dell’economia e dell’occupazione, nonché un miglioramento del tenore di vita: dopo queste prime note introduttive, Martin ha illustrato diversi dati e statistiche riguardanti l’occupazione nei paesi Ocse, evidenziando l’andamento del mercato del lavoro giovanile degli ultimi anni, letto attraverso una vasta gamma di indicatori. John Martin ha poi parlato dell’Italia e del passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro: un periodo di grande complessità, che, nel caso italiano, richiede un minimo di due anni per trovare un lavoro a tempo determinato e addirittura fino a più di quattro anni per un lavoro più stabile. Nell’ ultimo periodo, continua il professore, si registra un aumento dei lavori a tempo determinato, che soprattutto in Italia “rischiano di essere delle vere e proprie trappole”, precludendo al giovane di guardarsi attorno per trovare degli impieghi più soddisfacenti e redditizi. Questo fenomeno, sempre secondo Martin, sarebbe invece molto meno frequente in quei paesi come Germania ed Austria, dove esistono delle vere e proprie “politiche di apprendistato” per i giovani. Questi sistemi definiti “duali”, permetterebbero, tramite dei veri e propri contratti, di ottenere (alla fine di un apprendistato di 4 anni) un attestato riconosciuto da diversi datori di lavoro, che possa permettere ai giovani di orientarsi attraverso una varia gamma di specializzazione possibile. Martin ha poi citato le “misure innovative” prese in un paese in forte sviluppo come l’Australia; qui l’apprendistato è strettamente collegato all’istruzione scolastica, dando quindi le giuste “prospettive” a quei giovani che stanno decidendo se orientarsi verso il mondo del lavoro, o se proseguire gli studi. Il professore ha concluso il dibattito portando alla luce un’importante considerazione, al centro di diverse discussioni anche nella nostra provincia: l’età minima di istruzione; secondo il professore imporre ai giovani un ulteriore aumento dell’ istruzione obbligatoria potrebbe essere controproducente, soprattutto per quei soggetti che fin da giovani danno segni di scarsa attitudine verso le materie scolastiche, preferendo un’attività lavorativa che li possa meglio realizzare. .  
   
 

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