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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Giugno 2007
 
   
  FINITA L’ONDA LUNGA DEGLI EFFETTI NEGATIVI DELL’INFLUENZA AVIARIA, I CONTI DEL GRUPPO VERONESI SI SONO CHIUSI POSITIVAMENTE, CON UN MARGINE OPERATIVO LORDO MIGLIORATO DI OLTRE IL 30% RISPETTO AL 2005. CIÒ PARALLELAMENTE ALLA NASCITA DELLA NEGRONI S.P.A. E ALLA “BRAND EXTENSION” DEL MARCHIO AIA ALLE CARNI SUINE FRESCHE.

 
   
  Quasi 1 miliardo 744 milioni di euro di fatturato consolidato nel 2006 (+4,6% rispetto al 2005), margine operativo lordo (Ebitda) in crescita di oltre il 30% rispetto al 2005, investimenti produttivi per oltre 59 milioni di euro (+26%): sono alcuni dei risultati più significativi del bilancio 2006 del Gruppo Veronesi. Ripresa del settore avicolo dopo la grave crisi provocata dalla cosiddetta “influenza aviare mediatica” che, fra settembre 2005 e marzo 2006, ha rischiato di mettere in ginocchio l’avicoltura nazionale. Compimento di un importante processo di riorganizzazione della governance del Gruppo, che ha portato alla costituzione della Negroni S. P. A. - “One Company” che oggi riunisce tutte le attività dei salumi del Gruppo - e alla “brand extension” del marchio Aia, cui è stato accorpato il settore delle carni fresche suine già di Montorsi per dar vita ad un’unica Divisione Freschi. Rafforzamento della presenza sui mercati stranieri, nei quali il Gruppo Veronesi ha esportato nel 2006 il 13% del proprio fatturato complessivo, per un valore di 218 milioni di euro. Sono alcuni dei principali fattori alla base dei positivi risultati 2006 del Gruppo Veronesi, che con circa 6. 400 dipendenti diretti (oltre ad un vasto indotto) rappresenta, oggi, oltre il 12% delle principali produzioni zootecniche italiane. La ripresa del comparto avicolo - 770 milioni di euro di danni in soli 7 mesi, da settembre 2005 a marzo 2006: tanto si calcola sia costata all’avicoltura italiana (unico comparto della zootecnia nazionale caratterizzato da autosufficienza produttiva) la cosiddetta “influenza aviare mediatica”, vale a dire l’ingiustificata psicosi creata dai mass-media nazionali, a fine agosto 2005, sul possibile esplodere di una pandemia fra la popolazione umana provocata dal virus dell’influenza aviare. La presunta pandemia - come i produttori avevano previsto e più volte affermato pubblicamente - non c’è stata, ma i suoi nefasti effetti si sono abbattuti, nell’ultimo quadrimestre 2005 e nel primo trimestre 2006, sul comparto avicolo nazionale, in particolare sulle carni di pollame. Da aprile la tendenza si è invertita e, in contemporanea con il progressivo aumento dei consumi, si è registrata una risalita dei prezzi che, specie nell’ultima parte dell’anno, sono tornati su livelli soddisfacenti. Di tutto il contesto ha ovviamente risentito Aia, maggior operatore nazionale del settore, che si è comunque confermata leader avicolo in Italia, nonché terza azienda avicola europea, con un fatturato di 1. 010 milioni di euro (1. 172 includendo la produzione delle carni fresche di suino Montorsi). Da segnalare, fra le altre, la leadership di Aia nei prodotti più innovativi ed a maggior valore aggiunto: würstel (18,2% della quota di mercato nazionale), würstel avicoli (47,8%), arrosti crudi (51,4%), elaborati avicunicoli (41%), affettati avicoli (45,2%). A quest’ultimo proposito, il 2006 ha visto il lancio e lo sviluppo del marchio “Aequilibrium”, affettati “light” a base avicola in linea con i più moderni dettami della scienza nutrizionale, che hanno spinto l’aumento dei consumi conquistando la quota di mercato più consistente del segmento. In buona ripresa l’export, che ha toccato nel 2006 il valore di 123 milioni di euro. Germania, Austria, Grecia, Spagna e Gran Bretagna rappresentano i mercati di punta, ma è da sottolineare anche il forte impegno verso i mercati dell’Est europeo (Ucraina, in primo luogo, e poi Polonia, Bulgaria, Romania) attraverso l’offerta di prodotti quali Wudy (würstel avicolo). Nei salumi una forte crescita dell’export - Nel corso del 2006 si è compiuto il processo che ha portato alla costituzione della “One Company” Negroni S. P. A. , nuova Divisione Salumi del Gruppo Veronesi. A fine 2006, inoltre, è stata rilevata una struttura di produzione di prosciutto Parma Dop in Tizzano Val Parma, località Capoponte: il Prosciuttificio Il Mulino S. P. A. , con una capacità di stagionatura annuale di oltre 460 mila pezzi. Sono state queste le principali novità dell’anno trascorso, inseritesi in un contesto nazionale e internazionale caratterizzato dall’aumento dei mercati della materia prima e da un andamento dei consumi interni con forti scostamenti tra le categorie, ma senza incrementi significativi e con segnali di forte maturità di tutto il comparto salumi. Alla Divisione Salumi del Gruppo Veronesi, nata ufficialmente il 1° gennaio 2007, fanno capo tutti i marchi di salumi ad esso appartenenti: Negroni, Montorsi, Fini Salumi e Daniel. Ha preso così vita una realtà che conta oltre 300 milioni di euro di fatturato, più di mille dipendenti e 6 stabilimenti in Italia, ai quali si affiancano filiali commerciali in Francia, Germania, Svizzera e Stati Uniti. Una realtà leader di mercato in Italia, in particolare nei salami da asporto - a cominciare da “Negronetto” - ( 18,3% di quota), nei precotti ( 25,5%), nei cubetti di pancetta e prosciutto cotto (20,1%). La nascita di Negroni S. P. A. Rappresenta il coronamento di una leadership nazionale connotata anche da una forte propensione verso i mercati stranieri. Nel 2006 i mercati internazionali hanno assorbito oltre il 27% del fatturato totale della Divisione Salumi. L’europa continua a fare la parte del leone: da segnalare i buoni incrementi dell’export in Francia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Svezia, Grecia e Belgio. Soddisfacenti anche le performances in alcuni Paesi extraeuropei (fra cui Stati Uniti e Giappone), pur se in parte penalizzate dall’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro e allo yen. L’andamento degli altri settori del Gruppo - Completano il panorama delle attività del Gruppo Veronesi i risultati della Divisione Agrozootecnica, che pur in un contesto non facile - segnato dagli effetti negativi dell’“influenza aviare” nel primo semestre e dall’aumento delle materie prime nella seconda metà dell’anno - ha mantenuto, con Veronesi Verona S. P. A. , la leadership nazionale negli alimenti zootecnici (19,5% di quota di mercato), risultando inoltre il nono produttore in Europa e il 23esimo nel mondo. Da segnalare infine l’attività logistica, svolta dalla Divisione Servizi, fondamentale per garantire la necessaria freschezza e qualità ai prodotti del Gruppo leader nazionale negli alimenti freschi. La logistica si articola su due livelli, primario e secondario: il primo comprende le due piattaforme centrali di San Martino Buon Albergo (Vr), la più grande e moderna, e di Magreta di Formigine (Mo). Da esse partono gli automezzi che vanno sia alla struttura logistica secondaria, composta da 12 centri distributivi e 26 transit points localizzati su tutto il territorio nazionale, sia alle piattaforme della Grande Distribuzione. Dalla struttura logistica secondaria, infine, partono gli automezzi destinati ai punti vendita: sono più di mille e movimentano, in un anno, 1. 100. 000 tonnellate di prodotti. Attento come sempre alla difesa dell’ambiente, il Gruppo Veronesi ha anche incrementato l’utilizzo di mezzi alternativi alla gomma, ferrovia e chiatte fluviali: si calcola che in tal modo siano stati tolti dalla strada più di 17. 000 autotreni. .  
   
 

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