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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2007
 
   
  CONCILIARE VITA PROFESSIONALE E VITA FAMILIARE SECONDA FASE DI CONSULTAZIONE DELLE PARTI SOCIALI

 
   
  Bruxelles, 4 giugno 2007 - La Commissione europea ha datoi il via il 30 maggio alla seconda fase di consultazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro sulle modalità per favorire un maggiore equilibrio tra lavoro, vita privata e vita familiare. Nell´ottobre scorso la Commissione aveva invitato le parti sociali europee ad esprimere la loro opinione sulla necessità di un intervento comunitario in materia, ricevendo tredici risposte. In tutte si riconosce l´importanza di temi quali lo sviluppo di strutture di accoglienza per i bambini e i familiari non autosufficienti, la necessità che gli uomini usufruiscano effettivamente delle misure per conciliare vita professionale e familiare, la parità delle retribuzioni, la flessibilità dell´orario di lavoro e l´adeguamento della normativa in vigore in materia di conciliazione tra vita professionale e vita familiare. Malgrado opinioni divergenti sulle azioni da intraprendere e sul livello al quale devono essere intraprese, la maggioranza delle parti sociali ritiene necessario un ulteriore intervento in materia. Secondo il commissario europeo per l´occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità Vladimír Špidla, "le statistiche indicano che lo scarto tra il tasso di occupazione delle donne con figli e quello delle donne senza figli è del 14,2%. Contemporaneamente le imprese che offrono la possibilità di prendere congedi parentali segnalano che pochissimi uomini ne usufruiscono. Ciò dimostra che nell´Unione europea ancora troppi uomini e donne sono costretti a scegliere tra vita familiare e una carriera di successo. Sono convinto che sia nostro dovere creare le condizioni adatte ad avere entrambe, obiettivo che però non potrà essere senza il pieno sostegno delle parti sociali". Chiaramente, le opinioni su come procedere non sono omogenee. Alcune organizzazioni (soprattutto i rappresentanti dei lavoratori) ritengono che si debba intraprendere un´azione a tutti i livelli, ivi compreso a livello comunitario, mentre altre (principalmente le organizzazioni dei datori di lavoro ) ritengono che sia necessario intervenire solo a livello nazionale, settoriale, regionale e/o a livello della singola impresa. Anche la situazione da uno Stato membro all´altro è molto differente, motivo per il quale il documento di consultazione adottato oggi insiste sulla necessità di procedere su vari fronti, con interventi sia legislativi che non legislativi. Sul piano delle misure concrete, il documento invita le parti sociali ad esprimere la loro opinione sul modo migliore di procedere per: · accrescere la disponibilità di strutture di accoglienza dei bambini e fare in modo che siano abbordabili, accessibili e qualitativamente adeguate; · rafforzare lo scambio di buone pratiche; · incoraggiare gli uomini ad usufruire delle misure disponibili per conciliare vita professionale e vita familiare; · sviluppare e promuovere sistemi di lavoro innovativi, adattabili e flessibili. Il documento della Commissione evidenzia inoltre il ruolo dell´intervento comunitario nel miglioramento della legislazione vigente in materia. Ad esempio, nuove forme di congedo, quali il congedo di paternità, il congedo per l´assistenza ai familiari non autosufficienti e il congedo per adozione, potrebbero contribuire a rispondere alle esigenze di conciliazione tra lavoro, vita privata e vita familiare. Ciò è ancor più importante nell´attuale mercato del lavoro in forte evoluzione, nel quale è sempre più marcata la presenza di lavoratori anziani e di donne. Per questo motivo, il documento indica alcune possibilità di miglioramento della direttiva 92/85/Cee sulle lavoratrici gestanti, soprattutto per quanto riguarda la durata del congedo, l´importo delle indennità e la tutela delle donne che ritornano al lavoro dopo la maternità. Il documento individua sei profili di miglioramento della normativa sul congedo parentale, proponendo alcune azioni: · incentivi ai padri perché usufruiscano del congedo parentale (rendere il congedo parentale obbligatorio per uomini e donne); · diritti in materia di impiego e divieto di discriminazione (fare in modo che i lavoratori che usufruiscono del congedo parentale non siano esposti a condizioni di lavoro meno favorevoli); · durata del congedo parentale (concessione, in generale, di periodi più lunghi); · flessibilità nella fruizione del congedo (possibilità di prendere il congedo in modo frammentato); · fascia di età dei figli per i quali può essere ottenuto il congedo parentale (aumentare il limite di età in modo da farvi rientrare l´intero ciclo della scuola elementare); · indennità durante il congedo parentale (collegare l´importo dell´indennità allo stipendio del lavoratore). La Commissione chiede ora alle parti sociali di esprimere il loro parere e formulare eventuali raccomandazioni su proposte di nuovi tipi di congedo e miglioramenti in materia di tutela della maternità. Le parti sociali dovranno anche comunicare se intendono avviare contrattazioni su nuovi tipi di congedo e sui miglioramenti da apportare alla tutela della maternità sulla base delle proposte odierne. La Commissione chiede infine alle parti sociali di valutare le disposizioni dell´accordo quadro sul congedo parentale in vista della sua revisione e di riferire, entro marzo 2008, sui progressi registrati in materia. Non appena ottenuto il parere delle parti sociali europee, la Commissione deciderà se è necessario elaborare una proposta legislativa in materia. Le eventuali proposte saranno oggetto di una valutazione d´impatto approfondita dei costi e dei benefici. Quadro generale A norma dell´articolo 138, paragrafi 2 e 3 del trattato Ce, prima di presentare proposte nel settore della politica sociale, la Commissione è tenuta a consultare le parti sociali sul possibile orientamento dell´azione comunitaria (la cosiddetta "prima fase di consultazione"). Se, dopo tale consultazione, ritiene opportuna un´azione comunitaria, la Commissione deve consultare le parti sociali sul contenuto della proposta prevista ("seconda fase di consultazione"). Il 12 ottobre 2006 la Commissione ha dato il via alla prima fase di consultazione delle parti sociali sul tema della conciliazione tra vita professionale e vita familiare. Le parti sociali sono state invitate a esprimere la loro opinione sulla necessità e sul possibile orientamento di un´azione comunitaria in materia. Quella lanciata oggi è la seconda fase della consultazione. .  
   
 

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