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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Giugno 2007
 
   
  "MORTE IN CULLA", E´ IL FUMO MATERNO LA PRIMA CAUSA

 
   
  Milano, 5 giugno 2007 - E´ il fumo di sigaretta la prima causa delle cosiddette morti in culla (o "Sids") che si verificano nel primo anno di vita del bambino e anche delle morti inaspettate del feto, causa alla quale vanno aggiunti altri fattori negativi quali l´inquinamento, l´alcol, le droghe ed eventuali psicofarmaci assunti dalla madre durante la gestazione. Per conoscere nel dettaglio l´importanza di ciascuno di questi fattori e giungere a un protocollo d´intervento comune per tutti gli ospedali regionali (oltre che per informare correttamente la popolazione sui comportamenti a rischio e per formare adeguatamente gli operatori sanitari), la Regione Lombardia ha promosso una sperimentazione (iniziata a febbraio di quest´anno e condotta da cinque Aziende Ospedaliere lombarde) dalla quale nascerà tra l´altro una Banca Dati con la raccolta di tutte le notizie mediche e sanitarie dei genitori di feti morti improvvisamente e di bambini colpiti dalla Sids. E´ una delle notizie emerse oggi nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, e il professor Luigi Matturri, direttore dell´Istituto di Anatomia Patologica, e alla quale ha preso parte come uditore anche monsignor Piero Cresseri, responsabile della Pastorale della salute per la Curia Ambrosiana. Una sperimentazione (della quale si parlerà diffusamente in un convegno il prossimo 27 giugno) che pone ancora una volta la Lombardia all´avanguardia in Italia per lo studio e la lotta a queste importanti patologie, ritenute dall´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) uno dei maggiori problemi socio-sanitari della medicina moderna (nelle sole nazioni industrializzate si verifica una morte fetale ogni 150 gravidanze circa e una "morte in culla" ogni 700-1000 nati). "E´ nostra intenzione proseguire su questa strada - ha spiegato Bresciani - per approfondire sempre di più i misteri dell´esistenza intrauterina del feto e del primo anno di vita dell´infante, e le loro relazioni con le patologie dell´età adulta. Questo permetterà di migliorare e accrescere sempre più il lato della prevenzione e, di conseguenza, di poter esportare nel mondo le nostre conoscenze in merito". A questo proposito Matturri ha ricordato il progetto di sviluppo in campo internazionale promosso dalla Regione Lombardia in collaborazione con il Ministero per gli Affari esteri, per prevenire la mortalità infantile in America Latina e che ha fatto nascere anche un dottorato di ricerca in Anatomia patologica in collaborazione con Argentina, Brasile e Costa Rica). "Sono convinto che questo processo di ricerca e sperimentazione iniziato in Lombardia nel 2000 e intensificato nel 2006 - ha concluso Bresciani - porterà presto ottimi frutti, dei quali la Regione sarà orgogliosa di fregiarsi". .  
   
 

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