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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Giugno 2006
 
   
  OSSERVATORIO ASSOFIN – CRIF – PROMETEIA: SI CONFERMA IL TREND DEGLI ULTIMI ANNI DEL CREDITO AL CONSUMO MENTRE SI ASSISTE ALLA RICOMPOSIZIONE DEI PORTAFOGLI DEGLI OPERATORI A FAVORE DEI PRODOTTI DI CREDITO DIRETTO

 
   
  Milano, 15 giugno 2006 – Il credito al consumo cresce in Italia. Al 31 dicembre del 2005, infatti, il comparto evidenzia un incremento delle consistenze del 20,8% rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Nonostante ciò, l’indicatore che misura il ricorso al credito delle famiglie italiane, pari al 43,4% nel 2005, permane su livelli ancora significativamente inferiori rispetto a quelli registrati negli altri paesi dell’Unione Europea. Nel 2005, in crescita del 17,4% anche il comparto dei mutui fondiari sebbene ad un ritmo meno sostenuto rispetto a quello del 2004, anno nel quale aveva fatto registrare un +19,8%. Sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, il rapporto Assofin - Crif - Prometeia giunto alla sua ventesima edizione. A fine dicembre 2005, le consistenze totali di credito al consumo hanno superato i 76 miliardi di Euro contro i 63,3 miliardi del 2004. Le banche generaliste rappresentano circa 19 miliardi di Euro (+13,9%), mentre le istituzioni finanziarie e banche specializzate hanno sfiorato i 58 miliardi di Euro (+23,2%). L’analisi della domanda di credito al consumo per forme tecniche evidenzia per entrambe le tipologie di operatori un fenomeno già registrato nel corso del 2004, vale a dire la ricomposizione dei portafogli credito verso prodotti di credito diretto in tutte le sue componenti: i prestiti personali, le carte di credito revolving e la cessione del quinto dello stipendio. In particolare, nel comparto delle banche generaliste (tab. 2. 2), si è assistito nel 2005 ad una crescita significativa della cessione del quinto dello stipendio (+37,4%) con un’incidenza sul totale consistenze di credito al consumo del 13,2% contro il 10,9% del 2004. In crescita del 7,4% anche la componente dei finanziamenti veicolati attraverso le carte di credito la cui incidenza sul totale è però in lieve calo, dal 6,1% al 5,8%. Le altre forme tecniche, vale a dire prestiti personali e crediti finalizzati, pesano ancora per l’81% (83% nel 2004) e mostrano un incremento dell’11,3% contro il +3,7% dell’anno precedente. Per quanto riguarda le istituzioni finanziarie e banche specializzate (tab. 2. 3) viene effettuata una scomposizione più dettagliata delle diverse forme tecniche. I finanziamenti finalizzati erogati presso i punti vendita convenzionati per l’acquisto di determinati beni e servizi rappresentano ancora la componente più significativa e crescono ad un tasso del 20,1% (+12,2% nel 2004). I prestiti diretti sono passati al 24,5% del totale consistenze (contro il 23% del 2004) e confermano la loro vivacità con un incremento del 30,8%. I finanziamenti connessi all’uso di carte di credito revolving ammontano al 10% del totale delle consistenze, stabile rispetto al 2004, con un tasso di crescita intorno al 19% (+24,2% nel 2004). Infine, i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio hanno uno share di circa il 7% e registrano un incremento del 32,1% in calo rispetto al vero e proprio boom di crescita (+46,5%) evidenziato nel 2004 imputabile all’innovazione normativa che ha di fatto ampliato il bacino di clientela potenziale. Il peso più rilevante delle consistenze relative a questa forma tecnica è da attribuire a finanziamenti concessi a dipendenti del settore pubblico (70%); il restante 30% si riferisce a finanziamenti concessi a dipendenti del settore privato. Come già verificatosi nei paesi con maggiore penetrazione del credito al consumo, anche in Italia si assiste ad uno spostamento dei finanziamenti finalizzati concessi presso il punto vendita verso quelli erogati direttamente al cliente finale. Negli anni ’90 il credito finalizzato rappresentava l’85% del totale crediti (in particolare per l’acquisto di auto) mentre nel 2005 tale percentuale è scesa al 63%. Per contro si assiste ad un trend inverso per quanto riguarda le diverse forme di credito diretto: nel 1996 queste erano pari al 15% del totale, oggi si attestano al 37%. Più in particolare, i finanziamenti finalizzati ad acquisti nel settore della mobilità rappresentano nel 2005 il 45,5% del totale dei flussi erogati e fanno segnare complessivamente un incremento del +10,8% contro il +6,7% del 2004. I finanziamenti per l’acquisto di auto nuove aumentano globalmente del 12,5%, con una crescita dei crediti concessi a tassi di mercato del 14,8%. Andamento positivo anche per i crediti a tassi promozionali (+8,8%) in controtendenza rispetto all’andamento negativo del 2004. Gli altri finanziamenti finalizzati, che comprendono i crediti erogati per gli acquisti in settori diversi da quello della mobilità (arredamento, elettronica ed elettrodomestici, viaggi, servizi, ecc. ), incidono sul totale erogato per l’11,5%, perdendo quota rispetto al 2004 (14%). Entrando più nel dettaglio, i finanziamenti finalizzati all’acquisto di arredo aumentano complessivamente del 5,2% (+12,3% nel 2004); quelli legati all’acquisto di elettronica ed elettrodomestici risultano in calo del 12,4% anche in relazione ad un progressivo spostamento verso transazioni effettuate con carte di credito rateali. Infine, i crediti concessi per l’acquisto di altri beni e servizi (quali viaggi, spese mediche, palestre, ecc. ) segnano una crescita moderata del 4% rispetto al boom avvenuto nel 2004 (+24. 3%). Nel 2005, il comparto dei mutui fondiari ha fatto registrare un incremento del 17,4% sebbene in decelerazione rispetto al +19,8% del 2004. Tale rallentamento assumerebbe una misura minore se la dinamica dei mutui alle famiglie venisse considerata al netto degli effetti generati dalle operazioni di cartolarizzazione. Nel 2005, infatti, l’ammontare delle securitisation di mutui da parte delle banche è stato pari a 9,8 miliardi di Euro, 2,4 in più rispetto al 2004. Al netto di tale fenomeno, il credito immobiliare alle famiglie avrebbe registrato un minor rallentamento. Le attese di graduale rialzo dei tassi di mercato da parte della Bce non hanno causato un repentino decremento della domanda di mutui, a dimostrazione del fatto che la crescita del comparto appare ancora legata a fattori strutturali quali l’evoluzione socio-demografica delle famiglie, la crescente concorrenzialità del mercato, il protrarsi di agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, ecc. Per contro, si è assistito nel 2005 ad una leggera ricomposizione della domanda verso soluzioni a tasso fisso, in particolare nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno. Tuttavia a dicembre 2005 il peso dei mutui erogati a tassi di mercato era ancora superiore all’85% sebbene in riduzione di 3 punti percentuali rispetto al mese di settembre dello stesso anno. Sono le banche specializzate nel credito per la casa a registrare l’aumento più significativo pari al 19,9%, ma anche le banche generaliste hanno ottenuto nel 2005 un incremento dei volumi erogati di circa il 13%. Con riferimento alla tipologia delle operazioni, emerge chiaramente una ricomposizione dei finanziamenti verso importi sempre più elevati per effetto della crescita nei prezzi delle abitazioni. In particolare, il 50% dei nuovi mutui si colloca nella classe tra i 101 e i 200 mila Euro (36% nel 2002); il 14% nella classe 201-500 mila Euro (7% nel 2002); il 27% nella classe 51-100 mila Euro (41% nel 2002). Rispetto alla durata, si nota nel 2005 il peso sempre maggiore assunto rispetto al totale dai mutui di durata superiore ai 20 anni. Più in dettaglio, il peso della classe 21-25 anni è passato dal 15% nel 2002 al 24% nel 2005; il peso dei mutui di durata superiore ai 26 anni è più che raddoppiato negli ultimi 4 anni (12% nel 2002, 25% nel 2005). Nel 2005 il rischio del mercato del credito al consumo, considerando nel complesso l’attività delle banche generaliste e quella di istituzioni e banche specializzate, ha mostrato un andamento contrastante. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, la rischiosità - intesa come somma delle componenti relative all’insolvenza grave, leggera e sofferenza - si è ridotta al minimo storico degli ultimi cinque anni (5,8%) per poi aumentare nel secondo semestre e attestarsi al 6,6%. Nonostante questo incremento - che ha interessato tutte le tipologie di operatori, le principali forme di finanziamento (prestiti personali e finalizzati) e in particolare le categorie di importo e durata più elevate - il rischio complessivo si è ridotto di mezzo punto percentuale rispetto a dicembre 2004 e di 1,6 punti percentuali rispetto a dicembre 2003. Il tasso di sofferenza, la componente che contribuisce in modo più rilevante alla determinazione del rischio complessivo, è stato pari al 3,8% (4% nel 2004; 4,5% nel 2003). Le insolvenze leggere si sono contratte passando dal 2,7% del 2003 all’1,8% del 2005; anche quelle gravi risultano in lieve miglioramento attestandosi all’1%. Anche nel comparto dei mutui, il 2005 conferma il tendenziale contenimento del livello complessivo di rischio che si mantiene al di sotto del 5% (-0,6% rispetto al 2004 e -0,8% rispetto al 2003). Significativo anche il miglioramento del tasso di sofferenza, che continua gradualmente a scendere raggiungendo il livello di 1,4% a dicembre dello scorso anno. Peraltro anche la ricomposizione dei portafogli verso categorie di importo e di durata più elevate e la crescente attenzione dell’offerta verso segmenti di clientela più near prime potrebbe avere influito sull’evoluzione del rischio del mercato del credito al dettaglio (credito al consumo e mutui) nel 2005. Il mercato del credito al consumo è previsto crescere ad un ritmo ancora sostenuto sebbene in moderato rallentamento nel triennio 2006-2008. In particolare, l’incremento atteso per la fine dell’anno in corso è del 17,6% (contro il +20,8% relativo al 2005) e dovrebbe stabilizzarsi nel 2007 al 17,2%. Infine, nel 2008, il tasso di crescita dovrebbe attestarsi al 15,6%. A fronte di tali crescite, le consistenze totali di credito al consumo dovrebbero essere pari a 122 miliardi di Euro alla fine del triennio (fig. 4. 10). Relativamente alle diverse tipologie di operatori, i prossimi anni saranno caratterizzati come nel recente passato da un maggiore dinamismo da parte delle istituzioni e banche specializzate rispetto alle banche generaliste. La quota di mercato detenuta dalle prime, infatti, dovrebbe portarsi dal 75,5% nel 2005 al 78,5% nel 2008. Nel comparto dei mutui, si assisterà presumibilmente ad un graduale rientro dei ritmi di crescita con tassi di incremento stimati del 15,1%, del 11,2% e del 8,7% rispettivamente nel 2006, 2007 e 2008. L’innovazione di prodotto cui si assiste sul mercato dovrebbe sopperire agli aumenti dei tassi che, sebbene attesi in misura moderata, potrebbero generare una riduzione della percezione di convenienza dei mutui da parte delle famiglie. Anche nei prossimi anni la domanda di credito sarà sostenuta dall’evoluzione della struttura socio-demografica delle famiglie e dai cambiamenti nella cultura finanziaria sia nei confronti dell’approccio al credito, sempre più considerato strumento di ottimizzazione del bilancio familiare, sia nelle scelte di allocazione del portafoglio. A questo si accompagnerà, dal lato dell’offerta, il continuo consolidamento dell’innovazione di prodotto, di canale e di processo che, in un contesto di crescente concorrenza, potrà sostenere lo sviluppo del comparto. In linea con la convergenza verso i modelli di ricorso al credito delle famiglie europee, il tasso di indebitamento delle famiglie italiane dovrebbe attestarsi alla fine del 2008 intorno al 50%. .  
   
 

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