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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Giugno 2007
 
   
  INTERSCAMBIO ITALIA-ISRAELE PIÙ CHE RADDOPPIATI GLI INVESTIMENTI ITALIANI IN ISRAELE

 
   
  Milano, 6 giugno 2007 - L´interscambio tecnologico tra Italia e Israele, voce economica importante nei rapporti tra i due Paesi, è cresciuto nel 2006 di quasi il 10 per cento. Israele infatti è all’avanguardia nel campo delle tecnologie e l´Italia è un partner privilegiato di Israele con 2,8 miliardi di dollari di interscambio, classificandosi come terzo paese esportatore e quinto importatore. Il comparto delle Tlc rappresenta l´11% di tutto l´export israeliano verso l´Italia, basato soprattutto su tecnologie e software di nuova generazione. Anche gli investimenti Italiani in Israele sono più che raddoppiati e hanno raggiunto nel 2006 oltre 20 milioni di euro. Nel 2007 è previsto un ulteriore aumento di oltre il 50 per cento rispetto al 2006. Questi alcuni dei dati emersi al convegno odierno, promosso dall’associazione Israele. Net- Notizie e Stampa (www. Israele. Net), focalizzato ad approfondire le nuove particolari opportunità di investimento realizzabili in Israele. All’incontro in Assolombarda hanno partecipato, tra gli altri: Letizia Moratti, sindaco di Milano; Robert Wescott, economista e consulente economico della Casa Bianca durante l’amministrazione di Bill Clinton; Tal Keinan, Ceo di Kcs Capital; Assaf Bartfeld, Ceo di Delek Group; Jonathan Medved, Ceo di Vringo; Astorre Modena, fondatore di Terra Venture Partners; Rudger Stewart, Ceo di Ultrashape; Ariel Nachman di Agnoli Bernardi; Dani Schaumann, manager di Pioneer Investments. Al convegno si è discusso in concreto sulle possibili aree di investimento, quali venture capital, start-up e fondi comuni israeliani. Durante il convegno, alcuni esponenti del mondo finanziario israeliano hanno presentato opportunità di investimento e di collaborazione in settori emergenti e di particolari interesse per l’Italia quali quello dell’energia, della finanza e nel settore medico. “Lo Stato di Israele – spiega Marco Paganoni, direttore del sito informativo www. Israele. Net - promuove gli investimenti locali ed esteri offrendo un’ampia gamma di incentivi e agevolazioni a coloro che investono nell´industria, nel turismo e nel settore immobiliare, con particolare attenzione per le aziende hi-tech e le attività di ricerca e sviluppo. Gli incentivi agli investimenti sono fissati dalla legge per la promozione degli investimenti di capitale, recentemente modificata” . L´ufficio Nazionale di statistica di Israele ha pubblicato l´elenco dei partner commerciali del Paese (diamanti esclusi) nel primo trimestre 2007. L´elenco vede l´Italia come quarto fornitore, con un totale import di 515 milioni di dollari. Ll nostro Paese è preceduto dagli Usa, considerati tradizionalmente il principale partner d´Israele (1,537 milioni di dollari), e dalla Cina (Us$ 764 milioni), ed è secondo in Europa solo alla Germania (830 milioni di dollari). I principali settori dell’export israeliano rimangono, come negli anni passati, le macchine e gli apparecchi meccanici, seguiti dai prodotti chimici e dai metalli di base. "L´italia si riconferma quindi un partner molto importante", afferma Nir Malah, trade analyst dell´Ufficio Ice di Tel Aviv. "Nell´ultimo decennio l´Italia è sempre stata il terzo o quarto partner commerciale. Storicamente gli italiani sono forti soprattutto nei beni strumentali, ovvero nei macchinari per la lavorazione del legno, della plastica, dei metalli". I dati statistici ufficiali riflettono un costante aumento dell´interscambio tra Italia ed Israele che, nel 2006, sfiora i 3 miliardi di dollari. Le esportazioni italiane in Israele sono aumentate del 6,1% rispetto al 2005, e sono passate, in valore assoluto, da 1. 73 a 1. 84 miliardi di dollari. Anche le esportazioni israeliane verso l´Italia hanno registrato valori positivi con un aumento percentuale pari al 9,2% ed un valore totale quantificabile in 981 milioni di Us$. L´interscambio ha registrato, poi, nel 2006, un surplus pari a 859 milioni di dollari a favore di Israele, con un aumento del 2,8%. Del deficit commerciale La quota di mercato italiana, dal canto suo, si mantiene relativamente stabile e fa registrare una leggera diminuzione dello 0,05% nonostante la significativa crescita nei valori assoluti. I principali settori dell’export israeliano rimangono le macchine e gli apparecchi meccanici, seguiti dai prodotti chimici e dai metalli di base. In questo contesto le esportazioni italiane di macchine industriali e relative attrezzature è addirittura cresciuto del 15,5% nel 2006 per un valore totale di 543 milioni di Us$. Anche l´export di prodotti di plastica e gomma ha registrato un dato di crescita molto positivo con un + 12,8% rispetto al 2005. In generale la penetrazione dei prodotti italiani è buona, grazie all´immagine molto positiva del Made in Italy in Israele in termini di qualità, prestigio, design e tecnologia. E´ un fatto noto che l´economia israeliana sia stata per lunghi anni caratterizzata da una elevata concentrazione del mercato finanziario nelle mani di pochi gruppi bancari, prevalentemente pubblici e che, ancora oggi, il sistema finanziario di questo Paese sia fortemente centralizzato (il 63% dell´intero sistema è controllato dalle due banche principali) e tendenzialmente chiuso alle partecipazioni straniere. La situazione è cominciata a mutare a partire dal 2003 grazie all´azione dell´Ex Ministro delle Finanze Benjamin Netanyahu che ha speso grandi energie nel tentativo di dimostrare la necessità di aprire anche il mercato finanziario alle partecipazioni internazionali. Da quel momento è in atto in questo Paese un cauto processo di liberalizzazione del mercato bancario e dei capitali supportato con grande coerenza da tutti i governi che si sono succeduti. L´apertura del mercato finanziario israeliano alla concorrenza offre buone opportunita` anche per i gruppi bancari e finanziari esteri, che potrebbero approfittare della riforma in atto per allargare la loro attività. I gruppi italiani sono assenti da questo mercato, con l`eccezione di Generali che detiene tramite la compagnia locale di assicurazioni Migdal l`8% di Bank Leumi. L`economia israeliana, date le ridotte dimensioni del mercato interno, la scarsità di risorse naturali e la situazione geopolitica, è per sua natura "export-led". Il commercio internazionale gioca quindi un ruolo fondamentale nell´economia del Paese . Notevoli quindi i segnali di ripresa in Israele. Secondo dati pubblicati dall´Ufficio Nazionale di Statistica, il Pil è aumentato dell´8% durante l´ultimo trimestre 2006, un netto aumento dopo il ribasso dello 0,7% durante il terzo trimestre dovuto alla guerra in Libano. Il tasso annuale di crescita economica per l´anno 2006 ammonta a 5,9%. Nel 2006 gli investimenti esteri in Israele hanno totalizzato 22,7 miliardi di $; gli investimenti israeliani all´estero hanno toccato i 22,4 miliardi di $. Le esportazioni a destinazione dell´Europa hanno registrato un aumento del 9,5% per un importo globale di 138 milioni di dollari. Riprende inoltre il turismo in Israele. Tra ottobre 2006 e gennaio 2007 il numero di turisti è aumentato del 10%. .  
   
 

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