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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Giugno 2007
 
   
  RICERCATORE DELL’UNIVERSITÀ DI ZURIGO HA DIMOSTRATO LA CAUSA DEL DECESSO DI ÖTZI

 
   
  Bolzano, 7 giugno 2007 - Un gruppo di ricercatori italo-svizzeri, con la collaborazione del Dr. Phd Frank Rühli dell’ Istituto di Anatomia Umana dell’Università di Medicina di Zurigo, è riuscito a dimostrare la causa del decesso dell’uomo dei ghiacci (Ötzi, 3300 a. C. ) grazie all’impiego di avanzate tecniche radiologiche. Utilizzando una T. A. C. (Tomografia assiale computerizzata) multistrato i ricercatori dell’Università di Zurigo sono riusciti ad identificare una ferita in un’arteria situata nella spalla che spiegherebbe definitivamente la causa di morte della mummia glaciale più famosa del mondo. Questo lavoro scientifico è attualmente pubblicato online sul “Journal of Archeological Science” e sarà anche incluso nell’ edizione di luglio del National Geographic Magazine. Nel 2005 Ötzi è stato sottoposto ad accurate analisi, utilizzando la T. A. C. Multistrato più moderno dell’Alto Adige, da parte del Dr. Phd F. Rühli dell’Istituto di Anatomia Umana dell’Università di Medicina di Zurigo con la stretta collaborazione del Dr. E. Egarter-vigl del Museo Archeologico dell’Alto Adige e con la partecipazione della Dr. Ssa Patrizia Pernter e del Dr. P. Gostner del dipartimento di radiologia dell’ospedale centrale di Bolzano. L’analisi delle immagini mostra una lacerazione della parete posteriore dell’arteria succlavia sinistra causata da una punta di freccia situata nel torace, reperto già precedentemente descritto. In aggiunta a ciò è possibile intravedere un ematoma formatosi in corrispondenza di tale lacerazione. Tenendo conto delle informazioni storiche ed attuali relative la mortalità conseguente ad una ferita di tal genere si può quindi presupporre, in base allo studio, che l’uomo dei ghiacci sia morto rapidamente. “La prova di una ferita vascolare di questo tipo in un corpo di questa epoca è unica nel suo genere ed ha contribuito fortemente a chiarire la sua causa di morte” spiega il Dr. Frank Rühli. L’aver utilizzato la T. A. C. Multistrato ha permesso di determinare la causa di morte senza dover ricorrere all’esame autoptico, che avrebbe sicuramente danneggiato la mummia in maniera irreparabile. Il Dr. Rühli specifica, che attualmente sono in corso analisi più approfondite in merito alla causa di morte come anche quelle relative alla situazione del ritrovamento e verranno pubblicate prossimamente. Il Dr. Rühli, che guida un gruppo di ricercatori all’Istituto di Anatomia Umana dell’Università di Medicina di Zurigo, dirige insieme al Dr. Thomas Böni della Clinica Ortopedica Universitaria Balgrist lo “Swiss Mummy Project”. Tale progetto dell’Università di Zurigo, esistente già da 10 anni, si occupa in modo specifico dello studio delle mummie. La ricerca inerente tale settore è diventata una scienza interdisciplinare che si avvale di collaborazioni mondiali che permettono di accumulare importanti informazioni per capire meglio il corso evoluzionistico di differenti culture e delle loro malattie. Il Dr. Rühli, il Dr. Egarter-vigl ed il Dr. Gostner hanno collaborato nel 2005 in Egitto come consiglieri scientifici alle analisi delle tomografie effettuate sulla mummia del faraone Tut-anch Amun per determinarne la causa del decesso. L’obiettivo dello “Swiss Mummy Project” è di ottenere delle informazioni sulla vita, la morte e sui cambiamenti post-mortem (come la mummificazione) di mummie d’interesse storico utilizzando metodi non-invasivi. Vengono prevalentemente utilizzati metodi radiologici come la tomografia. I lavori dello “Swiss Mummy Project” sono possibili grazie al contributo finanziario dell’Università di Zurigo come anche grazie alla collaborazione con la Siemens Medical Solutions, l’Istituto Zuse di Berlino e dei Musei Reiss-engelhorn di Mannheim. .  
   
 

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