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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Giugno 2007
 
   
  BEVACIZUMAB PROLUNGA IN MANIERA SIGNIFICATIVA LA SOPRAVVIVENZA LIBERA DA PROGRESSIONE NEL TUMORE RENALE AVANZATO I PAZIENTI HANNO LA POSSIBILITÀ DI VIVERE QUASI IL DOPPIO DEL TEMPO SENZA CHE LA MALATTIA PROGREDISCA

 
   
   Chicago, 7 giugno, 2007 - L’aggiunta di bevacizumab all’interferone offre ai pazienti con tumore avanzato delle cellule renali la possibilità di vivere il doppio del tempo liberi da progressione di malattia rispetto al trattamento con il solo interferone. Questo secondo i risultati dello studio registrativo di fase Iii Avoren presentati per la prima volta oggi a Chicago all’Asco. I risultati dello studio dimostrano che con l’aggiunta di bevacizumab all’interferone (attuale standard terapeutico per il tumore renale avanzato): la sopravvivenza libera da progressione è quasi raddoppiata rispetto alla mediana (da 5,4 a 10,2 mesi); la risposta tumorale aumenta in maniera significativa (dal 12,8% con il solo interferone al 31,4% con l’aggiunta di bevacizumab). “Questi risultati sono significativi perchè esiste una reale necessità di trattamenti più efficaci per il tumore del rene, per il quale chemioterapia e radioterapia non sono efficaci come in altri tipi di neoplasia” ha commentato il Professor Bernard Escudier, responsabile dell’unità di immunoterapia e terapia innovativa dell’Istituto Gustave-roussy di Parigi e principal investigator dello studio. “Bevacizumab si è dimostrato molto efficace e ben tollerato ed è una nuova importante opzione terapeutica nella lotta contro questo tumore”. Lo studio ha anche dimostrato una tendenza verso il miglioramento della sopravvivenza globale; i dati sulla sopravvivenza in ogni caso non sono maturi. Inoltre, non è stato osservato alcun evento avverso nuovo o inatteso. Ogni anno, a più di 200. 000 persone in tutto il mondo viene diagnosticato il tumore renale, e più di 100. 000 muoiono a causa di questa malattia i Secondo una stima recente dell’Organizzazione Mondiale della Sanitàii, ci si può aspettare un peggioramento di queste cifre poiché il numero delle persone colpite da tumore è in aumento. Sulla base dei risultati dello studio Avoren, ad aprile 2007 Roche ha presentato una richiesta di registrazione a livello europeo per l’impiego in questa patologia. Lo studio Avoren Avoren è uno studio di fase Iii randomizzato, controllato, in doppio cieco condotto su 649 pazienti in 101 centri di 18 paesi. Nello studio i pazienti sono stati trattati con interferone alfa-2a (standard terapeutico per il tumore avanzato delle cellule renali), al quale era stato aggiunto bevacizumab oppure placebo. L’obiettivo primario dello studio era dimostrare un incremento della sopravvivenza grazie all’aggiunta di bevacizumab alla terapia con interferone alfa-2a. Obiettivi secondari erano la sopravvivenza libera da progressione (Pfs), il tempo al fallimento terapeutico, il tasso generale di risposta e il profilo di sicurezza. I benefici apportati da bevacizumab dimostrati durante lo studio sono stati così positivi che, basandosi sui precedenti risultati ad interim presentati a dicembre 2006, il Drug Safety Monitoring Board (Dsmb) ha raccomandato che lo studio non fosse più in cieco, e a tutti pazienti è stato offerto l’accesso al trattamento con bevacizumab. Lo studio ha inoltre dimostrato per la prima volta che bevacizumab porta dei vantaggi in associazione con l’immunoterapia. Negli Stati Uniti, previo consulto con l’Fda, l’obiettivo primario è stato rivisto per valutare i benefici in termini di sopravvivenza libera da progressione, definita come l’intervallo di tempo in cui il tumore non progredisce o non vi verifica la morte del paziente. Il tumore del rene Il tumore del rene è molto più comune negli uomini che nelle donne (circa il 62% dei casi riguarda gli uomini) e l’incidenza aumenta con l’età . Il tumore delle cellule renali (Rcc) è il tipo più comune di tumore renale, con nove casi su dieci. Questa tipologia comprende diversi sottotipi, identificabili a seconda dell’aspetto delle cellule al microscopio. Il sottotipo più comune è quello “a cellule chiare”. Se il tumore delle cellule renali viene diagnosticato in una fase precoce (quando il tumore è ancora limitato all’organo), il tasso di sopravvivenza a 5 anni è relativamente buono (60-70 %). Tuttavia, se la diagnosi è fatta ad uno stadio avanzato e il tumore si è già diffuso, il tasso di sopravvivenza a 5 anni è meno del 5%. Purtroppo, essendo il tumore renale spesso asintomatico, nella maggior parte dei casi la diagnosi avviene ad uno stadio avanzato della malattia. Le opzioni terapeutiche per i pazienti colpiti da tumore del rene sono limitate. La rimozione chirurgica di una parte o dell’intero rene rappresenta la base del trattamento, ma è davvero efficace soltanto nella fase precoce della malattia. Nello stadio avanzato, il trattamento è molto più orientato al controllo della malattia e al miglioramento dei sintomi associati. Bevacizumab Bevacizumab è il primo farmaco inibitore dell’angiogenesi – la crescita della rete dei vasi sanguigni che forniscono nutrienti ed ossigeno al tessuto canceroso. Il bersaglio del bevacizumab è la proteina Vegf (fattore di crescita vascolare endoteliale), il mediatore chiave della angiogenesi. L’inibizione del Vegf blocca il rifornimento del sangue necessario per la crescita del tumore e ostacola la diffusione nell’organismo di cellule neoplastiche, responsabili della formazione delle metastasi. Bevacizumab ha dimostrato di determinare benefici in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia e di sopravvivenza globale nei pazienti colpiti da quattro tipi di cancro: colon-retto, seno, polmone e rene. Roche e Genentech stanno proseguendo con un programma clinico approfondito sperimentando l’utilizzo di bevacizumab in vari tipi di tumore (inclusi colon-retto, seno, polmoni, pancreas, ovaio, rene e altri), in stadio precoce o avanzato. L’intero programma di sviluppo dovrebbe includere più di 40. 000 pazienti nel mondo. .  
   
 

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