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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Giugno 2007
 
   
  LINFOMA AGGRESSIVO: RITUXIMAB AUMENTA LA SOPRAVVIVENZA E GUARISCE PIÙ PAZIENTI RISPETTO ALLA SOLA CHEMIOTERAPIA UN’ANALISI A 7 ANNI DELLO STUDIO REGISTRATIVO CONFERMA CHE OLTRE LA METÀ DEI PAZIENTI TRATTATI È GUARITO E VIVE GRAZIE E RITUXIMAB

 
   
  Chicago, 7 giugno 2007 - Presentati all’Asco i risultati di un follow up a sette anni sull’utilizzo di rituximab nella forma aggressiva di linfoma Non-hodgkin, che riguarda il 40% di tutti i pazienti e che, se non trattata, porta alla morte in meno di sei mesi. L’analisi ha dimostrato che il 53% dei pazienti trattati con l’innovativo anticorpo monoclonale vive ancora dopo sette anni, rispetto al 36% dei pazienti che hanno ricevuto solo la chemioterapia standard. Ciò significa che ogni 100 pazienti con linfoma aggressivo, ben 17 in più vivono grazie all’utilizzo di rituximab. Inoltre lo studio ha dimostrato che – sempre dopo lo stesso arco di tempo - il 52% dei pazienti è in remissione, rispetto al 29% dei pazienti trattati solo con la chemio. Poiché una remissione che dura più di cinque anni è generalmente considerata una guarigione, questo studio dimostra chiaramente che l’utilizzo di rituximab in combinazione con la terapia guarisce più pazienti rispetto alla sola chemioterapia. Questi effetti positivi si verificano indipendentemente dall’età dei pazienti, e sono stati osservati anche nei casi più ad alto rischio. Da questo studio emergono quindi nuovi elementi che dimostrano come rituximab ha davvero cambiato la storia del linfoma aggressivo, patologia nella quale ha già salvato migliaia di vite. “Questa analisi a lungo termine dimostra chiaramente i benefici che l’uso di rituximab in combinazione con la chemioterapia porta ai pazienti con linfoma aggressivo” ha commentato il professor Bertrand Coiffier del Centre Hospitalier Lyon-sud, primary investigator dello studio. “Inoltre, i risultati confermano che l’aggiunta di rituximab alla terapia è fondamentale anche nei pazienti più anziani, poiché abbiamo visto benefici in pazienti di tutte le età”. "Rituximab continua a prolungare e a ricostruire la vita dei pazienti con linfoma aggressivo”, ha commentato William M. Burns, Ceo Division Roche Pharma. "Sette anni dopo lo studio Gela, più della metà dei pazienti ancora vive, e questo dona una speranza di cura per centinaia di altri” . Lo studio è stato condotto in 86 centri in Francia, Belgio e Svizzera. Sono stati arruolati 398 pazienti tra luglio del 1999 e marzo del 2000. Pazienti dai 60 agli 80 anni con linfoma diffuso precedentemente non trattato sono stati randomizzati per ricevere otto cicli di chemioterapia Chop ogni tre settimane (197 pazienti), oppure otto cicli di Chop più una dose di rituximab il primo giorno di ogni ciclo (202 pazienti ). L’endpoint primario era la sopravvivenza senza ricadute Rituximab è un anticorpo monoclonale terapeutico che lega una proteina particolare- l’antigene Cd20 - sulla superficie della cellula B normale e maligna. Questo poi attiva le difese naturali del corpo per attaccare e uccidere le cellule B marcate. Le cellule staminali (progenitrici di cellule B) nel midollo osseo che non esprimono l’antigene Cd20 permettono alle cellule-B sane di rigenerarsi dopo il trattamento e di ritornare ai livelli normali in pochi mesi. Rituximab è indicato per il trattamento del linfoma non-Hodgkin indolente e aggressivo, patologia che colpisce 1 milione di persone in tutto il mondo, con circa 200. 000 morti ogni anno. Nel 2006 sono stati diagnosticati circa 360. 000 nuovi casi a livello mondiale, di cui ben 12. 000 nella sola Italia. Sino ad oggi, i pazienti in tutto il mondo hanno ricevuto più di un milione di trattamenti con questo farmaco. .  
   
 

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