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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Giugno 2007
 
   
  IMMIGRAZIONE. PARERE NEGATIVO DEL VENETO A DDL GOVERNO

 
   
  Roma, 7 giugno 2007 - Il Veneto ha espresso parere negativo sul disegno di legge delega al governo per la modifica della disciplina dell’immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero, approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 aprile scorso. Lo ha fatto, a nome della giunta veneta, l’assessore ai flussi migratori Oscar De Bona partecipando ieri a Roma alla riunione della Commissione affari istituzionali, sociali e flussi migratori della Conferenza della Regioni. “Su questa linea di contrarietà al testo – sottolinea De Bona – ci siamo trovati insieme con la Sicilia e la Lombardia. Gli obiettivi strategici e i principi di fondo della proposta governativa mancano di sistematicità e non risultano sufficientemente definiti e chiari in relazione alle esigenze ed aspettative di una Regione come il Veneto, seconda in Italia per consistenza della presenza immigrata”. L’assessore fa notare che nella relazione accompagnatoria al Ddl i giudizi espressi dal governo sulla normativa vigente, senza nessun approfondimento, “sembrerebbero connotati da ragioni di prevalente natura ideologica, non accettabili in una materia che, per definizione, comporta profonde e concrete ripercussioni sulla qualità della vita delle comunità”. Il Veneto fa rilevare che “i contenuti del testo toccano temi fondamentali mediante mere enunciazioni di principio, a maglie eccessivamente ampie e troppo generiche” e in generale vengono ignorate o sottovalutate le ricadute sui sistemi locali delle opzioni indicate in materia di flussi migratori. “L’allargamento della forbice tra lavoro e immigrazione previsto dal testo – è detto nel parere della Regione - non viene posto in relazione con le esigenze del welfare e della sicurezza di tutti i cittadini, ponendo le basi per nuove emergenze sociali causate dal ritorno ad un’immigrazione non governata ma subìta nei contesti locali, a danno dell’integrazione”. Sotto questo profilo De Bona evidenzia che non si tiene conto di quanto fatto dal Veneto e da altre amministrazioni in questi anni per gestire il fenomeno e promuovere l’integrazione, in positiva collaborazione con le parti sociali, il volontariato e le rappresentanze degli immigrati. Rilievi critici vengono mossi anche per quanto riguarda la concessione del diritto di voto e l’ampliamento dei canali di ingresso, senza attinenza con i meccanismi della domanda e dell’offerta di lavoro. Un aspetto questo importante per il Veneto in cui i permessi di soggiorno per lavoro raggiungono quasi il 70% dello stock immigratorio. Negativo il parere anche per quanto riguarda le competenze territoriali e il rapporto tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali, che il Ddl affronta con proposte “in ordine sparso ed eccessivamente semplicistico”. Infine un rilievo anche al superamento dell’attuale sistema dei centri di permanenza temporanea, “delineato in modo generico e incerto con misure che non sembrano intese a contemperare in modo equilibrato il rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone ospitate e le altrettanto legittime esigenze di sicurezza della collettività nazionale”. . .  
   
 

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