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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Giugno 2007
 
   
  NIVES MEROI SULL’EVEREST E DIECI VOLTE SOPRA GLI OTTOMILA IL CONSORZIO DEL PARMIGIANO-REGGIANO: IMPRESA STRAORDINARIA

 
   
  “Un’impresa sportiva e umana straordinaria, che rende più vicino un record inseguito da 13 anni ed alla quale siamo orgogliosi di avere assicurato il nostro contributo”. Così il presidente del Consorzio del Parmigiano-reggiano, Giuseppe Alai, commenta l’ultima sfida vinta da Nives Meroi, l’alpinista di Tarvisio che ha raggiungo la cima dell’Everest senza ossigeno, senza il ricorso a sofisticate tecnologie, senza “portatori” d’alta quota, guardando dal “tetto del mondo” le altre nove vette sopra gli ottomila metri conquistate l’una dopo l’altra per arrivare, forse già entro l’anno prossimo, a toccare il punto più alto delle ultime quattro cime che vanno oltre tale quota, battendo l’unica rivale (austriaca) che le è rimasta in un’impresa “in rosa” senza precedenti. Piccola, asciutta, tenace come solo la gente di montagna sa esserlo, Nives Meroi è giunta sull’Everest insieme al marito Romano Benet: potrebbe essere l’unica donna capace di conquistare tutte le più alte vette del pianeta, ma – record nel record - potrebbe anche essere l’unica coppia al mondo capace di tale impresa; a quota – 4 cime oltre gli ottomila sono infatti arrivati insieme, “ e noi – aggiunge Alai – è evidente che siamo loro vicini e resteremo loro accanto per agevolare, per quanto possibile, questo risultato”. “L’impresa – spiega il presidente del Consorzio del Parmigiano-reggiano – è frutto esclusivo della tenacia di Nives e Romano, di una preparazione rigorosa che nell’alimentazione assegna grande importanza agli apporti nutrizionali e alla facile digeribilità del nostro formaggio, di un temperamento eccezionale, di una capacità davvero unica di superare situazioni estreme di fatica fisica e psicologica, andando incontro alla montagna per accoglierla in tutta la sua bellezza e imprevedibilità, senza volontà di pura conquista che possano far pensare a velleità di assoggettamento; proprio per questo il nostro Consorzio è stato e continuerà ad essere con lei almeno per i prossimi due anni, perché la sua sfida è diventata anche la sfida dei nostri 450 caseifici associati e dei 4. 400 produttori agricoli che ad essi aderiscono”. Un’impresa davvero storica quella di Nives Meroi e Romano Benet, che si sono mossi – come scrive la stessa scalatrice – “come ladri di notte” per quasi due mesi, tra bufere di vento e neve sulla montagna che è apparsa ai due come “la più affollata del mondo”; “una specie di multiproprietà – affermano – in cui tutti i turni delle spedizioni si sono trovati a coincidere a partire dalla fine del mese di aprile”, costringendo i due coniugi italiani a dormire a 7. 000 metri, il 30 aprile, in una tendina piazzata abusivamente e spazzata da un vento tanto gelido da determinare, all’interno, una temperatura di – 20 gradi. Una piccola tenda per un’impresa d’altri tempi: così, almeno, è apparsa la sfida di Nives Meroi E Romano Benet rispetto allo strapotere tecnologico di altre decine di attacchi avvenuti in contemporanea, all’occupazione di ogni angolo della montagna da parte di grandi spedizioni cinesi e commerciali che per mesi hanno mandato gli sherpa ad accaparrarsi i posti ai campi di salita. Per i due italiani, invece, un solo animale (uno Jak) per alleggerire il carico (quelli previsti erano due), tanto freddo e tanta neve e, a quota 8. 848 metri (raggiunta dovendo rinunciare alla presenza di Fabrizio Manoni, compagno di salita), una gioia esplosiva (prima donna italiana a salire tanto in alto senza l’ausilio di O2, terza donna al mondo sulla vetta senza l’ausilio di ossigeno supplementare, tre ottomila raggiunti in un solo anno: Dhaulagiri, K2 ed Everest), ma anche la visione delle dita bluastre delle mani – anche per una notte di troppo passata a 8. 100 metri) e una sola grande voglia: “scendere – scrive Nives – il più in fretta possibile”. A complimentarsi con lei, al ritorno, tra i primi sono stati proprio il presidente del Consorzio del Parmigiano-reggiano, Giuseppe Alai, e il vicepresidente vicario, Eros Valenti. Ora ci sarà tempo per parlare ed ascoltare il racconto di un’impresa che – dice Valenti - “cercheremo di far conoscere il più possibile a tutti coloro che amano la montagna e il gusto di una sfida con se stessi che, come in questo caso, passa dalle cime più alte del mondo e da ciò che Nives Meroi ha conquistato, amato e guardato con gli occhi di tutti coloro che l’hanno seguita e sostenuta con affetto”. .  
   
 

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