Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Giugno 2007
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: FAVOREVOLI E CONTRARI ALLA COSTITUZIONE

 
   
  Bruxelles, 7 giuno 2007 - In vista dell´adozione di una relazione sulla roadmap per il processo costituzionale europeo, si è tenuto in Aula un ampio dibattito cui hanno partecipato Presidenza e Commissione e che ha visto opporsi difensori e avversari del trattato costituzionale. Tra i temi evocati: il mandato della Cig e il calendario, la presa in considerazione di nuove tematiche, il ruolo del Parlamento e dei parlamenti nazionali, il destino della Carta dei diritti fondamentali e l´estensione del voto a maggioranza. Dichiarazione dei relatori - Enrique Barón Crespo (Pse, Es) ha spiegato che la relazione in esame ribadisce il sostegno del Parlamento ai progressi previsti dal trattato costituzionale e agli sforzi della Presidenza in vista della Conferenza intergovernativa (Cig) che dovrà modificare i trattati. Ha poi sottolineato che la Costituzione è composta da due elementi: le parti prima, seconda e quarta che sono state elaborate con il metodo della Convenzione, e la terza parte che consiste in una rifusione dei trattati esistenti a cui la Convenzione ha apportato taluni miglioramento, come l´estensione della codecisione da 37 a 86 campi. Il relatore ha poi sottolineato che la revisione dei trattati dovrebbe prendere in considerazione le nuove tematiche emerse durante il periodo di riflessione - cambiamenti climatici, lotta al terrorismo e dialogo tra le civiltà, per esempio - per arricchire la risposta alle richieste dei cittadini. Ha poi insistito sull´esigenza di coinvolgere pienamente il Parlamento nella Cig. Per Elmar Brok (Ppe/de, De) l´Unione deve poter funzionare con 27 Stati membri e, affinché ciò possa realizzarsi, è imprescindibile modificare i trattati esistenti. Questo processo dovrà anche evitare di «disintegrare l´Ue in blocchi che viaggiano a diverse velocità» e affrontare anche le nuove questioni emerse in questi anni, mantenendo i principi basilari contenuti nella Costituzione. Nell´affermare l´esigenza di garantire l´efficienza, la democrazia e il rispetto dei diritti civili, il relatore ha sottolineato anche la necessità di assicurare l´equilibrio fra tutte le istituzioni europee, rafforzando al contempo il ruolo dei parlamenti nazionali. Si tratta quindi di lavorare nell´interesse dei cittadini laddove i singoli Stati non sono in grado di farlo da soli. Ha poi sostenuto che occorre chiarire che l´Ue non è un superstato e non intende diventarlo. Ha quindi difeso l´estensione delle decisioni da prendere a maggioranza e affermato che la Carta dei diritti fondamentali rappresenta una parte «irrinunciabile» del trattato. Occorre poi eliminare il sistema di pilastri e attribuire la personalità giuridica internazionale all´Ue. Dicendosi contrario al ricorso al metodo intergovernativo, ha auspicato che il negoziato sulla base della Costituzione si concluda in tempo per le prossime elezioni europee. Dichiarazione della Presidenza Gunter Gloser ha affermato che l´appoggio del Parlamento sulla questione istituzionale è essenziale per il successo della Cig e la sua partecipazione ai lavori dovrà essere garantita. Ha quindi giudicato la relazione in esame «equilibrata», visto che combina «ambizioni e realismo». Osservando che non bisogna ascoltare solo i cittadini francesi e olandesi che hanno detto no alla Costituzione ma anche quelli ad essa favorevoli, ha sottolineato che sarà necessario trovare un compromesso che soddisfi tutti, Stati membri e Parlamento europeo. Per rispondere ai cittadini potranno anche essere presi in considerazione i nuovi temi che li preoccupano. Il Ministro ha poi notato che la posizione del Parlamento sulla Carta dei diritti fondamentali, in particolare il suo carattere vincolante, è condivisa dalla maggioranza degli Stati membri. L´ue dovrà essere in grado di prendere decisioni in modo democratico e trasparente e, in proposito, il progetto di Costituzione resta valido. Tutti devono essere disposti al compromesso, ha proseguito il Ministro, e la Presidenza - che sta continuando le consultazioni con i governi - intende proporre un calendario chiaro: la Cig dovrà iniziare nel 2007 e terminare entro la fine dell´anno, dovrà poi essere firmata all´inizio del 2008 per permettere la ratifica del nuovo trattato in tempo per le elezioni europee del 2009. Dichiarazione della Commissione Per Margot Wallström occorre migliorare la democrazia, l´efficienza e la trasparenza dell´Ue ed è necessario prevedere maggiori sforzi sulle nuove tematiche. E il trattato costituzionale, ha osservato, risponde a queste esigenze. Ha anche rilevato l´esigenza di ascoltare di più i cittadini. Sottolineando come la Costituzione sia frutto di un compromesso difficile da migliorare ma facilmente smantellabile, ha osservato l´esigenza di conferire alla Cig un mandato e un calendario chiari. La Commissione, ha poi aggiunto, illustrerà la sua posizione e inizio luglio e cercherà di conciliare tutte le esigenze, restando ambiziosa. Il minimo comune denominatore, ha precisato, «non sarà sufficiente». La Vicepresidente della Commissione ha poi sottolineato che la sostanza della Costituzione «resta valida» in quanto protegge il metodo comunitario, mantiene il diritto d´iniziativa dell´Esecutivo Ue, riunisce i pilastri, amplia le decisioni a maggioranza e rafforza il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali. Ha inoltre affermato che la Commissione resta favorevole a conferire la natura vincolante alla Carta dei diritti fondamentali ed è pronta ad esaminare la possibilità di trattare nuove questioni. Ha quindi concluso sottolineando l´esigenza di garantire la partecipazione del Parlamento alla Cig. Interventi in nome dei gruppi Íñigo Méndez De Vigo (Ppe/de, Es) ha affermato che occorre evitare di fare come il protagonista di "Il vecchio e il mare" che, dopo una lunga lotta, «arriva in porto solo con la lisca del grande pesce». «Vogliamo un accordo», ha spiegato, «ma non di qualsiasi tipo». Ha poi sottolineato che la relazione afferma l´esigenza di non ascoltare solo chi è contrario alla costituzione, ma anche i favorevoli. Per il deputato sarebbe addirittura possibile migliorare ulteriormente la Costituzione trattando nuovi temi che non erano d´attualità cinque anni fa, come i cambiamenti climatici e il terrorismo. Ha quindi concluso sottolineando l´esigenza che il Parlamento sia debitamente ascoltato, anche perché giudicherà il risultato della Cig in funzione della Costituzione. Anche per Jo Leinen (Pse, De) il contenuto della Costituzione deve essere salvaguardato, anche eventualmente sotto una forma diversa. Si è quindi detto contrario a un "mini trattato" e ha ribadito che il Parlamento non accetterà un accordo che porti a meno democrazia, meno efficienza e miniori diritti dei cittadini. Sottolineando che sono i cittadini stessi a chiedere più Europa ha ammonito i governi a «non amputare» i testi esistenti. La Cig dovrà tenere conto dei pareri del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali e trattare anche le nuove tematiche d´attualità. Andrew Duff (Alde/adle, Uk) ha affermato che il suo gruppo condivide sia la relazione in esame sia le dichiarazioni di Consiglio e Commissione, e che occorre sostenere gli sforzi della Cig «nel rinegoziare e riconfezionare» la Costituzione «allo scopo di migliorarla sostanzialmente». Sostenendo che il nuovo Presidente Sarkozy ha portato «un pragmatismo rinfrescante alla politica europea francese» e che il futuro Primo Ministro britannico Gordon Browon farà altrettanto, ha sottolineato che l´opinione pubblica olandese e polacca ha capito che non è interesse dei rispettivi paesi appartenere a un´Unione incapace di agire. A suo parere, il periodo di riflessione ha portato a due conclusioni: occorre rafforzare la democrazia all´interno delle istituzioni europee e tra queste e le autorità locali, inoltre è necessario adottare metodi più lungimiranti e flessibili per modificare i trattati concedendo la possibilità giuridica di veto ai Paesi, ma non accordando «l´autorità morale e politica di frenare i progressi auspicati dagli altri». Per Brian Crowley (Uen, Ie) occorre ascoltare tutti i cittadini europei, non solo i francesi e gli olandesi, che sono preoccupati dal futuro dell´Europa. Dopo aver sottolineato che il successo dell´Unione si è basato sulla capacità di raccogliere il consenso attraverso il compromesso, si è detto contrario a un´Europa a due velocità ed ha auspicato che la sostanza della Costituzione sia mantenuta, portando gli adeguamenti necessari. Johannes Voggenhuber (Verdi/ale, At) ha espresso il sostegno del suo gruppo alla relazione in esame in quanto invia un messaggio chiaro ai governi: il Parlamento intende difendere i diritti universali, porre fine al sistema dei pilastri e estendere le decisioni a maggioranza qualificata. Ha poi rivolto un appello affinché il Parlamento si dimostri responsabile, non accettando compromessi insoddisfacenti. Il deputato ha quindi criticato i governi che cercano di sfruttare i "no" francese e olandese per mantenere il metodo intergovernativo. Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) ha criticato talune affermazioni della relazione riguardo ai "no" francese e olandese secondo cui le cause di queste scelte sarebbero ora risolte. Si è poi detto contrario al mantenimento della sostanza della Costituzione presentata sotto un´altra forma. Per il leader della Sinistra unitaria «non si serve l´Europa nascondendo i problemi crescenti creati ai nostri cittadini da una parte fondamentale dell´acquis comunitario», ossia «l´economia di mercato aperta o la libera concorrenza». Evocando quindi il rischio di una crisi di legittimità del modello economico e sociale europeo, il deputato ha auspicato un dibattito pubblico aperto su cosa deve cambiare negli orientamenti e nella struttura dell´Unione nonché un referendum per ratificare il futuro trattato. Bastiaan Belder (Ind/dem, Nl) ha criticato il fatto che la relazione riconosce a malincuore la necessità di cambiare la Costituzione ma propone solo un´operazione «cosmetica», accettando modifiche del solo «imballaggio». A suo parere, invece, è proprio il contenuto che andrà rivisto. Per Bruno Gollnisch (Its, Fr) la verità è che si vuole «creare un superstato europeo che abbia la personalità giuridica, una Presidenza stabile, il Ministro degli esteri, la moneta unica e l´estensione delle competenze e delle decisioni a maggioranza». Molti possono anche essere d´accordo, ha spiegato, ma devono avere «l´onestà di dirlo ai cittadini». Dopo aver ripercorso il susseguirsi delle revisioni dei trattati dal 1951, ha affermato che si tratta di un processo che «va contro la natura dell´Europa». Interventi dei deputati italiani Secondo Mario Borghezio (Uen, It), la relazione «insiste sulla via sbagliata dell´accanimento terapeutico per tenere in vita una Costituzione rifiutata dai popoli e poi sostenuta da grandi patrioti del federalismo, come il Presidente del Consiglio italiano Prodi, che nega al Nord, alla Padania, il federalismo interno, il federalismo fiscale per avere giustizia da "Roma ladrona"». Inoltre, elude il tema dei criteri e dei limiti dell´allargamento che invece, riprendendo quanto sostenuto dal Primo ministro Balkenende, «è al centro del dibattito politico europeo». «Invece di arzigogolare su questi sotterfugi giuridici», ha aggiunto, «l´Europa dovrebbe concentrarsi sui problemi concreti e mobilitare le sue energie per difendere la produzione, il lavoro e l´occupazione», per esempio «rispondendo con i fatti, e non con un fumoso linguaggio burocratico, come ha fatto il Commissario Mandelson, ai pesanti e puntuali rilievi delle industrie europee le quali chiedono di essere difese contro lo stop alle misure antidumping che l´ultraliberale Commissario al commercio ha imposto fin dall´inizio di quest´anno». Il deputato ha quindi proseguito sostenendo che le nostre imprese e l´occupazione «soffrono per queste scelte sbagliate, accentuate inoltre dalla decisione odierna della Banca centrale europea di aumentare i tassi di sconto». Le scelte dell´Europa, ha concluso, «sono sbagliate perché rallentano il cammino verso il progresso, l´occupazione e il benessere dell´Europa e quindi restano molto distanti dal sentire profondo e dall´opinione dei cittadini europei che pagano le tasse anche per mantenere Bruxelles». .  
   
 

<<BACK