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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Giugno 2007
 
   
  IL MINISTRO PER LA SALUTE LIVIA TURCO IN VISITA IN TRENTINO INAUGURATO IL POLO DELLE PROFESSIONI SANITARIE E LA NUOVA SALA DI EMODINAMICA

 
   
  Trento, 12 giugno 2007 – Il ministro per la salute Livia Turco è stato ieri in visita in Trentino, dove si è confrontato con il complesso delle nostre politiche sanitarie, nei confronti delle quali ha avuto parole di sincero apprezzamento, definendo il sistema locale “punta di eccellenza” e “realtà di riferimento nel panorama nazionale”. La visita è iniziata poco dopo le 12 con l’inaugurazione dell’atteso Polo Universitario delle professioni sanitarie, in via Briamasco, a Trento, alla presenza del presidente Lorenzo Dellai, dell’assessore provinciale alle politiche per la salute Remo Andreolli, del sindaco di Trento Alberto Pacher e, fra le altre autorità, dei rettori delle due Università coinvolte, di Trento e di Verona, Davide Bassi e Alessandro Mazzucco, del direttore dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Carlo Favaretti, degli assessori provinciali Margherita Cogo, Ottorino Bressanini e Mauro Gilmozzi. Nel pomeriggio, all’ospedale Santa Chiara, l’inaugurazione della nuova sala di Emodinamica per gli interventi di angioplastica coronaria (che porta a due le strutture dedicate presenti nell’ospedale, operative 24 ore su 24, 7 giorni su sette) e poi a Rovereto Borgo Sacco l’inaugurazione della nuova Rsa. Un grande applauso da parte dei molti studenti del Polo universitario per le professioni sanitarie (in tutto sono 700, seguiti da un centinaio di docenti e tutor) ha salutato oggi l’arrivo, nel complesso fieristico di via Briamasco, del ministro Livia Turco, che subito dopo ha proceduto al taglio del nastro “di rito”, con il quale la struttura ha aperto ufficialmente i battenti. In precedenza l’attività formativa era ospitata nella sede di via Paolo Orsi. La nuova struttura, oggetto di un lavoro di ristrutturazione di una parte degli edifici dell’ex-ente Fiera durata circa un anno e mezzo, ha una superficie di circa 3. 000 metri quadrati, comprendenti 3 aule da 100/120 posti, diverse aule più piccole, un laboratorio informatico da 40 posti, la biblioteca, 5 laboratori per le esercitazioni, aule-studio per gli studenti e12 studi per i tutor. Dopo il taglio del nastro è stata organizzata la presentazione guidata dell’attività di “simulation learning” in alcuni laboratori. Al ministro sono state illustrate le attività formative che si svolgono nel Polo, anche con l’aiuto di tecnologie avanzate come un manichino di nuova concezione per simulare i primi interventi sui pazienti. “L’inaugurazione di oggi – come sottolineato dall’assessore Remo Andreolli - rappresenta un momento molto importante per il nostro sistema sanitario. Non si deve pensare che il cambiamento della denominazione da Polo Didattico a Polo Universitario delle professioni sanitarie sia ‘rituale’: dietro vi è la consapevolezza dell’esigenza di investire sempre più nella formazione dei futuri professionisti della salute. Spesso, ancora oggi, il percorso formativo dell’infermiere è considerato di tipo solo “professionale” e non universitario; ciò contribuisce, specialmente nei giovani, a rinsaldare dei pregiudizi rispetto a tale professione – legati ad una percezione di scarsa autonomia e capacità decisionale - che certo non aiutano nel momento della scelta formativa. Il passaggio alla formazione universitaria significa invece, di fatto, delineare un nuovo profilo professionale, capace di cooperare in maniera più piena con tutte le altre professioni medico-ospedaliere. ” I corsi di laurea attualmente sono 7, attivati con la collaborazione dell’Università degli Studi di Verona e di Trento; per la loro realizzazione la Provincia autonoma mette annualmente a disposizione più di 6 milioni di euro. Rilevanti sono anche gli interventi di formazione complementare (dal 2001 a oggi sono stati realizzati 6 master coinvolgendo più di 160 operatori) e di formazione continua, per ulteriori 2 milioni di euro l’anno. In totale, un investimento di 8 milioni di euro, che è prima di tutto un investimento sul futuro, considerato che i primi beneficiari sono i giovani, come sottolineato dal ministro Turco. Il ministro ha manifestato profonda condivisione per le scelte operate dal Trentino. “Tutti gli indicatori sono unanimi nell’indicare il vostro sistema sanitario come una punta di eccellenza e come una realtà di riferimento per l’intero sistema-paese – ha detto – ed è importante che ciò avvenga perseguendo una sempre più stretta integrazione fra sanità, università e ricerca. Sentitevi orgogliosi di essere promotori di pensieri ed esperienze innovative, che sarà poi mio compito di trasmettere anche al resto del Paese. ” Forte la sottolineatura del ministro sulla necessità di condividere e diffondere esperienze come quella del Trentino: “Insisto su questo aspetto anche se non è molto ‘di moda’, visto che oggi si tende piuttosto ad esaltare una realtà regionale rispetto ad un’altra, o a mettere il Nord contro il Sud e così via. Io credo invece che la tutela della salute sia un diritto indivisibile, sancito dalla Costituzione all’articolo 32, e non può valere solo per alcune aree del paese. ” Dal ministro Turco è venuto però anche un riconoscimento pieno del ruolo giocato dai territori. "L’ho sperimentato di persona anche nella mia precedente veste di Ministro delle politiche sociali: è dai territori, dai comuni, dalle città che nascono le nuove politiche sociali e sanitarie. Il compito del Governo è innanzitutto di sostenerle e valorizzarle come meritano, e poi di diffonderle, di trasmetterle al resto del paese. ” Infine, venendo al tema specifico delle nuove professioni sanitarie: “C’è chi teme che dare ad esse un nuovo status, nell’ottica dell’innovazione e della multisettorialità, aprirà un vuoto ai livelli più ‘bassi’, quelli prettamente assistenziali. È un timore infondato. Bisogna superare il principio della gerarchicità, per imparare a fare squadra, a dare il giusto valore ad ogni componente del sistema. È una battaglia innanzitutto culturale. ” Giudizi condivisi anche dai rettori delle due Università coinvolte, Trento e Verona, grazie alle cui sinergie ha “spiccato il volo” il nuovo Polo di via Briamasco. Complessivamente sono interessati alla formazione universitaria sanitaria circa 700 studenti; i laureati nei corsi di laurea sanitari trovano un’occupazione entro i primi tre mesi dal conseguimento della laurea, e ogni corso coinvolge, in qualità di docenti e tutor, numerosi professionisti ed operatori già in servizio, stimolandoli alla conoscenza ed al soddisfacimento esigenze formative locali, garantendo un livello di qualità sempre più elevato. Alle ore 14,30 il ministro Turco ha partecipato invece ad un incontro presso l’auditorium dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, a cui è seguita l’inaugurazione della nuova sala di Emodinamica per gli interventi di angioplastica coronaria. Si tratta per la precisione della prima sala in ordine di tempo realizzata al Santa Chiara, oggi completamente ristrutturata. Nel frattempo, dal marzo 2006, era stata attivata al Santa Chiara una seconda sala. Complessivamente ora le sale di Emodinamica all’ospedale Santa Chiara sono 2, operative 24 ore al giorno 7 giorni su 7. Un dato su tutti, anche per sfatare alcuni luoghi comuni: i tempi di accesso alle strutture del Santa Chiara da parte di pazienti infartuati sono, in Trentino, inferiori alla media degli stessi Stati Uniti: si va da 99 minuti per pazienti con accesso diretto al Santa Chiara, (contro i 108 minuti medi degli Usa), ai 133 minuti per che accedono ad altri ospedali della provincia e poi vengono trasferiti, quasi tutti con l’elicottero, al Santa Chiara (contro i 183 minuti Usa). L’indicatore adottato – come illustrato dal primario Marcello Disertori – è il cosiddetto “tempo porta-pallone”, un indicatore che indica il tempo che intercorre dall’arrivo del malato al pronto soccorso di un ospedale attrezzato fino al momento in cui viene gonfiato nell’arteria coronarica il palloncino che pone fine all’infarto. L’obiettivo che il sistema si era posto, ha detto l’assessore Andreolli, può dirsi quindi raggiunto: dare le stesse possibilità di cura a tutti i pazienti del Trentino, indipendentemente dalla zona di residenza, il che in una terra come il Trentino, piuttosto “difficile” sul piano orografico, è cosa tutt’altro che scontata. Andreolli ha anche esposto alcuni dati più generali relativi all’impegno trentino nel campo della salute: nel 2007 sono stati investiti 950 milioni di euro, che divisi per il numero di abitanti si traducono in circa 1. 950 euro pro capite, il 10% in più della media nazionale. “Ma certamente il sistema è migliorabile – ha aggiunto - e siamo costantemente impegnati nello sforzo di soddisfare le esigenze dei cittadini, che sono sempre più complesse. ” Il ministro Turco, dopo avere elogiato l’impegno del Santa Chiara sul fronte delle malattie cardiovascolari, è tornata sulla necessità di coltivare una visione “ampia” del bene comune rappresentato dalla sanità pubblica. “È giusto essere esigenti nei confronti del sistema sanitario – ha detto – ma bisogna anche avere il senso civico necessario per apprezzare ciò che si ha e di avvertire la responsabilità che tutti noi portiamo nei confronti degli altri. ” Nel corso dell’inaugurazione è stata poi illustrata nel dettaglio l’attività di Emodinamica diagnostica del Santa Chiara, iniziata a Trento nel gennaio 1996. L’attività di Emodinamica interventistica (Ptca = rivascolarizzazione miocardica con angioplastica ed impianto di stent) è iniziata nel dicembre 1997 in coincidenza con l’attivazione dell’Unità operativa di Cardiochirurgia in funzione di back-up. L’attività, sia diagnostica che interventistica, è progressivamente aumentata sino a coprire il gap esistente tra il Trentino e le regioni limitrofe. Dalle 320 procedure diagnostiche del 1996 si è passati alle 1420 stimate per il 2007. Per quanto riguarda l’interventistica, si è passati dalle 140 procedure del 1998 alle 856 stimate sempre nel 2007. Lo sviluppo dell’esperienza degli operatori e le nuove tecnologie hanno permesso di affrontare casi sempre più complessi. In quest’ottica dal 2001 è stata attivata a Trento una reperibilità di Emodinamica (medico, infermiere e tecnico di radiologia) 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per il trattamento in urgenza dell’infarto miocardico acuto. Inizialmente l’Angioplastica primaria veniva eseguita nella maggior parte dei casi in pazienti ricoverati direttamente al Santa Chiara. Successivamente, con l’attivazione di una rete provinciale per il trasporto protetto, la procedura è stata applicata anche ai pazienti provenienti da altri ospedali. Nel 2006, su 141 Angioplastiche Primarie eseguite nell’infarto miocardico acuto, più del 50% è stato eseguito su pazienti non ricoverati direttamente all’Ospedale Santa Chiara, fornendo quindi le stesse opportunità terapeutiche a tutti i pazienti della provincia. L’equipe degli Emodinamisti, di cui è responsabile il Dottor Roberto Bonmassari, è composta da 5 Medici, di cui 4 con già grande esperienza maturata negli anni ed ampia casistica operatoria, ed un quinto Medico in formazione. L’equipe è completata da 9 Infermieri dedicati e da 4 Tecnici di Radiologia. Successivamente, alle ore 16. 30, è stata inaugurata la nuova Rsa di Borgo Sacco. Parlare di Rsa significa naturalmente aggiungere un altro importante tassello al sistema sanitario e assistenziale trentino, che completa quella visione di “solidarietà intergenerazionale” a cui più volte si è richiamato il ministro Turco. In serata, infine, l’incontro con le professioni sanitarie e i referenti locali del mondo sanitario, presso l’Auditorium Centro Servizi Sanitari di Trento. .  
   
 

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