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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Giugno 2007
 
   
  SPACAL, DALL’IDENTITA’ AL SEGNO. LE OPERE GRAFICHE DELLA COLLEZIONE AI COLONOS SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PORDENONE) CHIESA DI SAN LORENZO 10 GIUGNO-15 AGOSTO 2007

 
   
   San Vito Al Tagliamento (Pordenone), 12 giugno 2007 - Il occasione del centenario della nascita di Luigi Spacal (Trieste, 1907/2000) l’Amministrazione Comunale di San Vito al Tagliamento (Pordenone), con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia, rende omaggio al grande artista sloveno presentando lo scelto nucleo di opere grafiche che fa parte della collezione dell’Azienda Agrituristica “Ai Colonos” con sede a Villacaccia di Lestizza (Udine). Luigi Spacal nacque a Trieste nel 1907, da genitori sloveni originari del Carso. Ancora giovanissimo fu assunto come disegnatore al Cantiere Navale San Marco. Nel 1930 venne arrestato per la sua attività di antifascista e fu inviato al confino in Basilicata. In quello stesso periodo scoprì la sua vocazione artistica. In seguito, come privatista, frequentò il Liceo Artistico di Venezia e nel 1936 si iscrisse all’Istituto Superiore per l’Arte Decorativa di Monza, dove ebbe come docenti Semeghini, De Grada, Pica e Pagano. Nel 1937 espose per la prima volta in una collettiva di artisti triestini. Nello stesso anno frequentò anche l’Accademia di Brera, a Milano, ed entrò in contatto con l’ambiente artistico di Corrente e degli astrattisti lombardi. Nel 1940 organizzò a Trieste la sua prima personale, a cui seguì, nel 1944, quella alla Galleria Il Milione di Milano che lo segnalò definitivamente alla critica. Nel 1948 e nel 1954 partecipò alla Biennale di Venezia e nel 1958, sempre nell’ambito della stessa rassegna, gli venne attribuito il Gran Premio Internazionale per l’Incisone e il Disegno. Nel 1968 il Museo Revoltella di Trieste gli dedicò una prima grande antologica e nel 1974 gli venne assegnato il Premio Preseren, massimo riconoscimento artistico sloveno. Alla fine degli anni ottanta è stato inaugurato a San Daniele del Carso il museo a lui dedicato. Nel 2000 Luigi Spacal si spense a Trieste. La rassegna sanvitese, l’unica in regione ad essere dedicata esclusivamente all’opera grafica di Luigi Spacal, comprende circa un centinaio di incisioni, appartenenti ai diversi periodi di attività dell’artista, ed è realizzata in coordinamento con le istituzioni culturali slovene e il loro importante e articolato progetto espositivo relativo alla celebrazione del centenario. La mostra è allestita a San Vito al Tagliamento (Pordenone) negli spazi storici della Chiesa di San Lorenzo (secc. Xv-xviii). L’inaugurazione è fissata per le ore 11 di domenica 10 giugno 2007. L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 15 agosto 2007 secondo i seguenti orari: Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica: 10. 00/12. 30-16. 00/20. 00 - Visite fuori orario Tel. 0434/833295 Tre sono le sezioni in cui è suddivisa la mostra. La prima, collocata nella navata centrale della Chiesa di San Lorenzo, presenta il ricco e significativo nucleo di grafiche di Luigi Spacal facente parte della collezione d’arte dell’Azienda Agrituristica “Ai Colonos”. Le opere sono esposte il modo lineare e continuo, secondo una scansione sostanzialmente cronologica. Per facilitarne il più possibile la lettura, i lavori sono posti su strutture espositive create per l’occasione e in tal modo i visitatori hanno la possibilità di apprezzare appieno l’eleganza e l’essenzialità del segno grafico proprio dell’artista. La seconda sezione, collocata all’inizio della navata laterale di sinistra, attraverso materiali originali dà conto del processo creativo di Spacal, dal disegno al bozzetto, dalla matrice al risultato finale; viene qui esposto anche il torchio da stampa costruito dall’artista e da lui stesso utilizzato. Tale sezione intende dunque avere, oltre che un significato didattico, anche un carattere propriamente filologico. La terza sezione, collocata all’inizio della navata laterale di destra, presenta una selezione di incisioni realizzate da alcuni tra i maggiori artisti friulani e giuliani (ma non solo) attivi nella seconda metà del Novecento (Afro, Cernigoj, Marangoni, Music, Pilon, Santomaso, Tramontin, Vedova, Zigaina). Tale sezione, sia pure in modo sintetico, ha lo scopo di contestualizzare il lavoro di Luigi Spacal nell’ambito figurativo regionale mettendo in luce affinità e differenze, ma al tempo stesso evidenziando pure la ricchezza delle proposte artistiche di un’area culturale (quella a cui hanno fatto riferimento Venezia come Udine e Gorizia, Trieste come Lubiana) aperta alle più diverse influenze e proprio per questo estremamente viva e degna di attenzione. L’obiettivo generale della retrospettiva è quindi duplice. Da un lato si propone di far conoscere meglio, specie alle giovani generazioni, l’opera grafica di uno tra i più grandi incisori del secolo scorso: proprio per questo la mostra assumerà una struttura e un andamento piano, lineare, quasi didattico, pur non rinunciando certo al rigore e alla scientificità del metodo. D’altro lato la mostra intende pure concentrare la propria attenzione sul nucleo di opere che compone la collezione dei “Colonos” e questo per evitare sia sovrapposizioni con analoghe iniziative slovene, sia un approccio fin troppo frammentario e dispersivo: infatti una collezione, quando veramente sia tale, è pur sempre segno di un’attenzione culturale ben precisa e quella dei “Colonos” ci dice ad un tempo di un riconoscimento di radici comuni come di un’apertura culturale oggi quanto mai imprescindibile e necessaria. Scrive infatti Angelo Bertani, curatore della mostra, in catalogo: Luigi Spacal è considerato il maggiore interprete delle atmosfere, dei riti e dei miti del territorio carsico “che va da Prosecco a Comeno, da Erpelle a Lipica, dall’Auremiano al Nanos”, di quella regione aspra e affascinante dove si percepisce l’incontro “tra una natura solare, mediterranea, colma di umori marini e meridionali, e una seconda natura nordica, severa, mitteleuropea” (G. Dorfles). Egli infatti è stato l’artista che più di ogni altro ha saputo trarre da quelle terre elementi peculiari di civiltà e di cultura e al tempo stesso è riuscito a renderli universali, ovvero significativi in modo assoluto, al di là di ogni delimitazione territoriale. Non deve dunque destare meraviglia il fatto che una delle più importanti collezioni dell’opera grafica di Spacal si trovi in terra friulana e, nello specifico, sia stata creata con intelligenza e costanza dall’Azienda Agrituristica Ai Colonos, di Villacaccia di Lestizza, da molti anni impegnata nella promozione culturale dell’identità friulana e più in generale nella conoscenza e valorizzazione di ogni altra identità locale. Evidentemente la motivazione fondamentale di tale raccolta sta proprio nel riconoscere e nel riconoscersi: nel riconoscere nell’opera di Spacal l’espressione viva dei caratteri di una terra, di un popolo, di una cultura e d’altro canto nel riconoscersi parte integrante di quella stessa cultura, che non è solo quella del Carso, ma è in senso più estensivo la cultura contadina, che trapassa i confini tracciati nei secoli dalla violenza della storia e si percepisce come un insieme unitario, organico e globale, anche se territorialmente diversificato. Del resto è proprio l’arte, intesa come manifestazione di cultura e di civiltà, che ci fa riconoscere simili al di là dei confini del tempo e dello spazio in quanto è espressione autentica e alta della condizione umana. Ecco perché ogni grande artista dà voce ad ognuno di noi, alla nostra storia personale e collettiva. Ecco perché l’arte che ha voluto dare voce ad una terra che prima non l’aveva deve trovare ospitalità in un’altra terra che comunque si riconosce in quella stessa voce. Infatti ogni vera arte è la voce dell’uomo che si proclama uomo. Ufficiocultura. Sanvito@virgilio. It .  
   
 

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