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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Giugno 2007
 
   
  OCM ORTOFRUTTA: INDICAZIONE OBBLIGATORIA DELL´ORIGINE

 
   
  Indicazione dell´origine di frutta e ortaggi freschi utilizzati nei prodotti trasformati, aiuto alla superficie per il pomodoro, i funghi, l´aglio e le ciliegie da industria, nuovi obiettivi e più fondi Ue ai programmi operativi. E´ quanto chiede il Parlamento sulla riforma dell´Ocm ortofrutta, proponendo l´istituzione di un nuovo Fondo di sicurezza per far fronte alle gravi crisi e di un osservatorio dei prezzi. Oltre alle piante aromatiche, anche lo zafferano nel campo d´applicazione. La proposta della Commissione mira a potenziare la competitività e l’orientamento al mercato dell’ortofrutta europea, a ridurre le fluttuazioni di reddito dovute alle crisi di mercato, ad aumentare il consumo di ortofrutticoli, a promuovere la tutela ambientale e, ove possibile, a semplificare la normativa e alleggerire l’onere amministrativo. La riforma intende incoraggiare un maggior numero di coltivatori a aderire alle organizzazioni di produttori (Op), fornire alle Op nuovi strumenti per la gestione delle crisi, incorporare il settore ortofrutticolo nel regime di pagamento unico, rendere obbligatoria una soglia di spesa per interventi ambientali, potenziare i finanziamenti Ue a favore della produzione biologica e per azioni promozionali e abolire le sovvenzioni all´esportazione per l´ortofrutta. Approvando con 526 voti favorevoli, 95 contrari e 32 astensioni la relazione di María Salinas García (Pse, Es), il Parlamento accoglie con favore la proposta della Commissione, ma propone molti emendamenti tesi a rendere più trasparente il sistema di etichettatura, a rafforzare il ruolo, le competenze e il finanziamento delle organizzazioni dei produttori, a fornire maggiori garanzie in caso di crisi di mercato ed a rendere più flessibili i regimi di aiuto in funzione delle produzioni. Pur non essendo vincolanti, questi emendamenti riflettono in parte alcune idee sollevate nell´ambito dei dibattiti in seno al Consiglio. La Presidenza tedesca, peraltro, auspica che, alla prossima riunione dell´11 e 12 giugno, i ministri riescano a giungere a un accordo politico sul regolamento. Indicazione obbligatoria dell´origine Riguardo alle norme di commercializzazione che potranno essere stabilite per gli ortofrutticoli per garantire la qualità dei prodotti, tutelare i consumatori e agevolare la trasparenza degli scambi, i deputati chiedono che - oltre a dover riguardare la qualità, la classificazione, il peso, la calibrazione, il condizionamento, l´imballaggio, il trasporto, la presentazione e l´etichettatura - sia resa obbligatoria l´indicazione dell´origine di frutta e ortaggi freschi utilizzati nei prodotti trasformati. Le norme di commercializzazione, inoltre, dovrebbero comprendere anche le modalità di produzione. Esse, è anche precisato, dovranno tenere conto delle norme Cee/onu. Per garantire una buona informazione del consumatore, un altro emendamento chiede che i prodotti dovranno portare le indicazioni previste dalle norme e, come minimo, quelle relative alla varietà o al tipo varietale, all´origine e alla categoria. Aiuti alla superficie per pomodoro da industria, aglio, funghi e ciliegie La proposta della Commissione introduce nel campo d´applicazione dell´Ocm nuovi prodotti freschi come il timo, il basilico, la menta, l´origano, il rosmarino e la salvia. Ma il Parlamento aggiunge anche altri prodotti, come lo zafferano, le patate, le fragole, i lamponi, l´uva spina, le amarene, le ciliegie dolci, le prugne secche e il peperone da paprika. Diversi emendamenti, peraltro, chiedono maggiore flessibilità per l´attuazione del disaccoppiamento degli aiuti alla produzione, prevedendo dei periodi transitori per permettere di adeguarsi progressivamente, soprattutto nel settore dei prodotti trasformati. Più in particolare, i deputati suggeriscono la possibilità per gli Stati membri che lo auspicano di assegnare fino al 50% dei massimali nazionali a un aiuto alla superficie da concedere alle Op i cui aderenti coltivano pomodoro da industria destinato alla trasformazione. Lo Stato membro che intende applicare questo regime transitorio (fino al 2013) dovrà comunicare la sua decisione alla Commissione entro il 1° settembre 2007, fissare il livello della trattenuta e dell´importo unitario dell´aiuto all´ettaro. Altri emendamenti, oltre a istituire un aiuto alla superficie per ciliegie e bacche nei nuovi Stati membri, chiedono la concessione di un aiuto all´ettaro per i funghi al fine di fare fronte alla concorrenza sleale esercitata dalle importazioni cinesi. Un aiuto alla superficie è anche chiesto per i produttori tradizionali di aglio, nel limite di una superficie massima garantita da suddividere tra i diversi Stati membri interessati. Inoltre, i deputati propongono di ritirare le patate dal regime degli aiuti di Stato e di integrarle nel regime di pagamento unico. Approvando un emendamento proposto dal Ppe/de, il Parlamento apre ai produttori di tutti gli Stati membri - e non più solo a quelli dei nuovi - la possibilità di ottenere un aiuto alla superficie per ciliegie aspre, fragole, lamponi e ribes nero destinati alla trasformazione. Il sostegno comunitario, pari a 230 euro/ha, potrà essere concesso entro un limite della superficie nazionale garantita che sarà ripartita dalla Commissione sulla base di 130. 000 ettari totali. Tale sostegno potrà essere integrato da un aiuto nazionale che non potrà superare 200 euro/ha. Organizzazioni di produttori, anche per i prodotti trasformati Innanzitutto il Parlamento chiede di non limitare ai soli prodotti freschi i capitoli del regolamento relativi alle organizzazioni di produttori (Op) e agli accordi interprofessionali. Sulla base della normativa esistente, infatti, si sono costituite numerose Op che si occupano della trasformazione e partecipano a una strutturazione dell´offerta. Un emendamento prevede quindi che le organizzazioni di produttori esistenti nel campo della trasformazione possano continuare ad esistere e che se ne possano anche creare di nuove. Un altro emendamento, introduce la definizione di "Associazione di organizzazioni di produttori". D´altra parte, il Parlamento rende più rigorosi alcuni criteri per il riconoscimento delle Op per evitare l´emergere di organizzazioni fittizie aventi come unico scopo quello di accedere agli aiuti previsti dai programmi operativi. Prevede poi un periodo transitorio di due anni per consentire alle Op riconosciute (prima della fine del 2007) in forza all´attuale normativa di adeguarsi alle nuove disposizioni. Facendo proprio un emendamento del Ppe/de, il Parlamento chiede inoltre che alle Op dei nuovi Stati membri, nonché a quelle delle regioni periferiche e insulari sia concesso un periodo transitorio di 5 anni. Programmi operativi: obiettivi e finanziamento Le Op possono costituire un fondo di esercizio - alimentato con contributi finanziari degli aderenti o dell’organizzazione stessa e con un aiuto finanziario comunitario - destinato a finanziare i programmi operativi approvati dagli Stati membri. Questi programmi devono perseguire uno o più dei seguenti obiettivi: assicurare la programmazione della produzione e l’adeguamento della stessa alla domanda, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, promuovere la concentrazione dell’offerta e l’immissione sul mercato della produzione degli aderenti, ottimizzare i costi di produzione e stabilizzare i prezzi alla produzione e promuovere pratiche colturali e tecniche di produzione e di gestione dei rifiuti che rispettino l’ambiente, in particolare per tutelare la qualità delle acque, del suolo e del paesaggio e per preservare e/o favorire la biodiversità. Tra gli obiettivi dei programmi possono anche figurare il miglioramento della qualità dei prodotti, l´incremento del loro valore commerciale, la promozione dei prodotti presso i consumatori, la creazione di linee di prodotti biologici e la promozione della produzione integrata o di altri metodi di produzione rispettosi dell’ambiente. I deputati, inoltre, introducono tra i compiti delle Op e tra gli obiettivi dei programmi operativi la promozione delle produzioni di qualità certificata, come le denominazioni d´origine e le indicazioni geografiche protette. Diversi emendamenti, aggiungono tra gli obiettivi dei programmi la promozione di misure di tutela dei consumatori, il migliore adattamento dell´offerta alla domanda con l´avvio di programmi di ristrutturazione, l´adozione di misure destinate alla trasformazione delle produzioni per la loro utilizzazione come biocarburanti, la formazione e l´assicurazione del raccolto. I programmi operativi possono comprendere, a titolo volontario, azioni intese a promuovere il consumo di ortofrutticoli soprattutto tra i giovani consumatori a livello locale, regionale o nazionale, «segnatamente mediante azioni specifiche volte a favorire il consumo quotidiano di tali prodotti all´interno degli istituti scolastici». Il contributo comunitario è generalmente pari all´importo dei contributi finanziari effettivamente versati dai produttori aderenti, nel limite del 50% della spesa effettivamente sostenuta. I deputati precisano che tale spesa deve essere sostenuta per i programmi operativi e aumentano dal 4,1 al 6% del valore della produzione commercializzata il plafond dell´aiuto finanziario comunitario. La proposta prevede inoltre che il cofinanziamento comunitario possa essere portato dal 50 al 60% se il programma operativo o parte di esso soddisfa determinate condizioni. Ad esempio, se è presentato da più organizzazioni di produttori della Comunità che partecipano ad azioni comuni o, in Stati membri diversi, ad azioni transnazionali o se è presentato da una o più organizzazioni di produttori che partecipano ad azioni svolte a livello interprofessionale. Oppure se comprende azioni per il sostegno specifico alla produzione biologica o a favore della produzione integrata, o se è il primo programma operativo presentato da un’Op riconosciuta che si è fusa con un’altra. Come anche se è presentato da un’Op di uno Stato membro in cui le organizzazioni di produttori commercializzano meno del 20% della produzione ortofrutticola. I deputati ampliano inoltre questa lista ai programmi operativi presentati da un´Op che opera in una regione in cui meno del 20% della produzione è commercializzata da Op e a quelli presentati da organizzazioni riconosciute per un prodotto che registra un basso indice di associazionismo o che riveste una grande importanza economica o ecologica, locale o regionale, e che è soggetto a difficoltà prolungate sul mercato comunitario. Un emendamento, d´altra parte, stabilisce che, nei casi in cui il contributo è pari al 60%, non si applica il plafond dell´aiuto finanziario. Fondo di sicurezza Tutte le misure di gestione delle crisi che la proposta della Commissione demanda ai programmi operativi sono trasferite dai deputati in un nuovo Fondo di sicurezza, la cui creazione era già stata proposta dal Parlamento nel 2005, volto a aiutare i produttori a far fronte alle «gravi crisi» causate in particolare dalla riduzione dei prezzi. Spetterebbe agli Stati membri inserire nelle rispettive strategie nazionali la creazione di un tale strumento che sarebbe alimentato per due terzi dal contributo comunitario e per il restante dalle organizzazioni di produttori delle zone colpite dalle crisi. I produttori non aderenti alle Op delle zone colpite dalla crisi contribuiscono al fondo. E anche possibile attingere fino allo 0,5% delle riserve nazionali previste dallo stesso regolamento. Una volta che sia stata appurata, dagli Stati o dalle regioni, la situazione di crisi grave per un determinato prodotto, le Op possono quindi scegliere di procedere a una delle seguenti azioni: ritiri di mercato, raccolta prima della maturazione o non raccolta, promozione e comunicazione, iniziative di formazione, assicurazione del mercato o dei redditi, sostegno a fronte delle spese amministrative per la costituzione di fondi comuni d´investimento, aiuti alla trasformazione per prodotti a doppia finalità. Le azioni intraprese interessano tutti i produttori delle zone colpite, che aderiscano o meno a una Op. Il Parlamento sollecita poi la definizione delle modalità di funzionamento di un osservatorio dei prezzi a livello comunitario che abbia il compito di fornire un´informazione puntuale e oggettiva sull´evoluzione dei mercati consentendo così ai produttori di affrontare in tempo utile eventuali crisi dei prezzi. Suggerisce, inoltre, l´istituzione eventuale di un´autorità europea incaricata di vigilare sulla trasparenza delle transazioni commerciali e sul rigoroso rispetto delle regole di concorrenza da parte degli operatori in posizione dominante. Migliore protezione dalle importazioni Per evitare o neutralizzare eventuali effetti pregiudizievoli sul mercato comunitario imputabili al prezzo o alla quantità di prodotti importati, la proposta prevede l´applicazione di dazi addizionali. E´ previsto anche il ricorso a contingenti tariffari negoziati con i paesi terzi che saranno gestiti dalla Commissione. Alcuni emendamenti tendono a rafforzare questo regime per garantire una più efficace protezione alle frontiere. Il Parlamento ha però respinto gli emendamenti che chiedevano la possibilità di ripristinare, a talune condizioni, le restituzioni alle esportazioni e le modalità con cui avrebbero dovuto essere concesse. Background - il settore ortofrutticolo in Europa La produzione di ortofrutticoli rappresenta il 16,6% della produzione agricola complessiva dell´Ue-25. Nel periodo compreso tra il 2003 e il 2005, l´Ue ha prodotto una media di 38,3 milioni di tonnellate di frutta, i cui principali produttori sono stati Italia e Spagna che hanno raggiunto una quota totale superiore al 50%. In questo stesso periodo di tempo, sono stati prodotti in media 66 milioni di tonnellate di ortaggi, dove l´Italia è risultata il primo produttore (24% della produzione complessiva), seguita da Spagna (19%) e Francia (12%). L´adesione della Bulgaria e soprattutto della Romania hanno consolidato l´importanza produttiva del settore con 1,1 milioni di tonnellate l´anno in più. L´ue-27 è attualmente il terzo produttore ortofrutticolo del mondo con l´8,3% del totale, preceduta da Cina (35%) e India (10%). L´ue, nonostante abbia una produzione importante e occupi il secondo posto come esportatore mondiale (11% del totale degli scambi, preceduta solo dagli Stati Uniti con il 17%), nel settore ortofrutticolo ha una bilancia commerciale in deficit. Grazie ai suoi livelli di consumo e reddito, rappresenta un mercato molto interessante e oggi è la principale importatrice mondiale di prodotti ortofrutticoli (più del 25% del totale), seguita da Stati Uniti (20%), Giappone (12%) e Canada (6%). .  
   
 

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