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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Giugno 2007
 
   
  RELAZIONE OSSERVA CHE LE IMPRESE DEVONO AUMENTARE GLI INVESTIMENTI IN R&S

 
   
  Bruxelles, 14 giugno 2007 - Secondo una nuova relazione della Commissione europea, l´investimento insufficiente delle imprese in attività di ricerca e sviluppo costituisce una seria minaccia per l´economia europea basata sulla conoscenza. La relazione «Key Figures 2007 on Science, Technology and Innovation» analizza l´intensità di ricerca e sviluppo (R&s), calcolata come percentuale del Pil (Prodotto Interno Lordo) speso in R&s, in Europa e altrove. Dal documento emerge che nonostante l´intensità di R&s dell´Unione europea sia cresciuta lentamente ma in misura costante negli ultimi anni ´90, dal 2001 ha cominciato a stabilizzarsi ed è poi diminuita al solo 1,84% nel 2005, ultimo anno di riferimento nella relazione. «Ne consegue che l´intensità di ricerca e sviluppo nell´Europa a 27 rimane a livelli più bassi rispetto alla maggior parte delle altre importanti economie mondiali, quali gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud», si segnala nel documento. «Inoltre, le nuove economie emergenti, come la Cina, sono in rapida ripresa». Oltre l´85% di questo «divario di intensità di R&s» è dovuto alle differenze nei livelli di spesa destinata alla ricerca e sviluppo da parte delle imprese. Nell´ambito del vertice di Barcellona del 2002, i leader europei avevano concordato che le imprese avrebbero finanziato due terzi di R&s entro il 2010. Nel 2004 in Europa il settore privato ne ha finanziato solo il 55% rispetto al 64% negli Stati Uniti, il 67% in Cina e il 75% in Giappone e Corea del Sud. La relazione attribuisce questo divario di intensità della ricerca alle differenze nella struttura industriale e alle minori dimensioni dell´industria ad alta tecnologia. «La conoscenza è una componente fondamentale della competitività», ha commentato Janez Potocnik, commissario europeo per la Scienza e la ricerca. «Se le nostre imprese vogliono trovarsi in futuro in una posizione di leadership, devono investire adesso nella conoscenza e i governi devono adottare misure adeguate per sostenerle». Tuttavia, è necessario che anche il settore pubblico aumenti gli stanziamenti a favore della R&s. «I fondi dei governi per ricerca e sviluppo sono essenziali al fine di creare e rafforzare le capacità di S&t [scienza e tecnologia] (prerequisito per allinearsi ai paesi alla frontiera della tecnologia) e sostenere i progetti di ricerca con elevate prospettive di benefici sociali, che il settore privato potrebbe non trovare sufficientemente allettanti», si legge nella relazione. Per quanto riguarda la ricerca di eccellenza, l´Unione europea resta indietro rispetto agli Stati Uniti negli indici di eccellenza e nelle pubblicazioni scientifiche frequentemente citate, due parametri di valutazione dell´impatto dei risultati scientifici. La maggior parte delle università dell´Unione europea non compare tra le migliori università del mondo, secondo l´incidenza delle citazioni. La relazione prende in esame anche il trasferimento di conoscenza, osservando che nei paesi dell´Unione europea il legame tra invenzioni brevettate e scienza di base è molto più debole che negli Stati Uniti. Tuttavia, ci sono motivi di ottimismo, come evidenzia la relazione. Paesi ad alta intensità di R&s, quali Austria, Danimarca, Finlandia e Germania, dimostrano che è possibile mantenere livelli di intensità al 2% o addirittura al 3% del Pil. Inoltre, il testo riporta dati solo fino al 2005. Da allora l´Unione europea ha lanciato nuove iniziative al fine di incrementare gli investimenti in ricerca e sviluppo e il trasferimento di conoscenza. Il documento indica, dunque, che occorre dare urgentemente attuazione a queste nuove iniziative. .  
   
 

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