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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Giugno 2007
 
   
  A LIVORNO LA SECONDA CONFERENZA REGIONALE DEL MARE LIBANO, TOSCANA PROTAGONISTA CON ARPAT DELLA MISSIONE DI COOPERAZIONE BONIFICATA LA ZONA INQUINATA DA 15.000 TONNELLATE DI IDROCARBURI DELLA CENTRALE ELETTRICA

 
   
   Livorno, 18 giugno 2007 - La Regionetoscana protagonista con Arpat della missione di cooperazione internazionale in Libano con l’obiettivo di bonificare la zona inquinata dallo sversamento in mare di idrocarburi dopo i bombardamenti del luglio 2006. Quindicimila tonnelate di petrolio raffinato erano finite in mare dopo l’esplosione dei contenitori di fianco alla centrale termoelettrica a 30 chilometri a sud di Beirut. Se il combustibile fosse entrato nella presa d’acqua della centrale l’avrebbe bloccata, lasciando al buio tutto il Libano. Non è successo grazie anche alla Toscana e alla capacità dei suoi tecnici. E dall’esperienza libanese è nata ora una squadra di pronto intervento in grado di intervenire per i casi di sversamento in mare. Le sue competenze sono state utilizzate anche nel marzo scorso, quando una chimichiera sversò in mare, per una manovra errata che provocò una falla nello scafo, svariate tonnelate di olio combustibile Il coordinamento scientifico della missione in Libano è stato affidato all’Apat, che ha subito coinvolto le agenzie regionali più impegnate sul mare, cioè l’Arpat oltre agli omologhi di Emilia Romagna, Liguria, Calabria e Sicilia. Insieme alla Guardia costiera e Icram, e con il supporto della nave Castalia del Ministero dell’Ambiente, i funzionari e tecnici delle agenzie regionali hanno guidato le operazioni di asporto di tutto il combustibile sversato effettuate a mano dagli operatori subacquei libanesi, verificando che la complessa bonifica fosse condotta nel modo migliore. L’arpat ha inviato in Libano 3 persone nel periodo da settembre a novembre 2006. Tutto il lavoro di controllo delle operazioni è stato possibile perché l’Arpat, che sul mare ha investito molto, dispone di un nucleo di sommozzatori. La guardia costiera ha garantito la sicurezza in mare e in terra. Poi tutta la squadra è dovuta scappare il 23 novembre dopo l’attentato al ministro Gemayel. Ma i libanesi stanno continuando a pulire le coste. La missione non si è però interrotta. Grazie ai sommozzatori dell’Arpat, sono stati effettuati campionamenti in mare fino a 15 metri di profondità, che sono ora in corso di analisi presso i laboratori delle varie agenzie. I campioni di acqua sono stati affidati all’agenzia siciliana, i sedimenti marini all’agenzia della Liguria, i molluschi bivalvi all’Emilia Romagna. L’arpat sta studiando gli effetti dell’inquinamento da idrocarburi sui pesci. E’ stata anche monitorata la situazione ambientale di tutta la costa libanese, da Tiro fino a Tripoli e alle Palm Islands, dove sorge l’unica riserva naturale del Libano. .  
   
 

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