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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Giugno 2007
 
   
  LOSAPPIO: DALLA CORTE DEI CONTI UN INCORAGGIAMENTO ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

 
   
  Bari, 18 giugno 2007 - Con deliberazione n. 1/2005/g la Sezione Centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha espresso le sue valutazioni sulla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lazio. “Va sottolineato - ha commentato l’Assessore all’Ecologia Michele Losappio – come il rapporto sia introdotto da un’analisi del quadro normativo comunitario e nazionale, degli obiettivi che esso indica alle Regioni ed alle strutture dello Stato e da una ricognizione sullo stato del ciclo integrale dei rifiuti in quei territori”. In tale analisi la Corte si esprime sulla raccolta differenziata e sul conflitto che nei fatti si verifica fra la crescita della stessa e i sistemi di incenerimento. “Dice la Corte – ha proseguito l’Assessore – che la raccolta differenziata svolge un ruolo prioritario nel sistema di gestione integrato dei rifiuti in quanto consente sia di ridurre il flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento che di condizionare positivamente l’intero sistema di gestione garantendo la valorizzazione delle componenti merceologiche, la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti, il recupero di materiali e di energia nella fase del trattamento finale, la promozione di comportamenti più corretti da parte dei cittadini. Osserva invece che nello spirito del legislatore europeo ed italiano l’incenerimento rappresenta l’ultima delle opzioni utili. Infatti da esso derivano: a) ceneri, che rappresentano circa un terzo dei rifiuti trattati; b) fumi, contenenti ceneri volanti e gas; c) acqua inquinata, proveniente dal processo di combustione; d) fanghi prodotti dalla depurazione delle acque; e) carboni attivi; f) inerti. I materiali che escono dal processo di incenerimento sono classificati come rifiuti speciali, richiedendo un trattamento particolare. L’inceneritore, pertanto, non evita del tutto la discarica, ma anzi richiede il ricorso a discariche speciali: la Corte stigmatizza il ricorso agli inceneritori e ai termovalorizzatori anche sul versante economico dichiarandola come la meno razionale. Sia perché il bagaglio energetico che accompagna i materiali nell’inceneritore viene abbattuto con una perdita di energia, non rappresentando quasi mai una valida alternativa al risparmio energetico ottenibile con il riciclaggio, sia perché per il contribuente italiano l’incenerimento è particolarmente oneroso in quanto sostenuto dai contributi statali definiti dalla delibera del Cip n. 6 del 29 aprile 1992. Cosicché lo smaltimento dei rifiuti è di fatto pagato per due volte dal cittadino, dapprima attraverso la tariffa (o tassa) di smaltimento e poi con gli aggravi sulla bolletta elettrica a compensazione dei costi elevati dall’energia prodotta dai rifiuti. Perciò, conclude la Corte, gli inceneritori possono, in antitesi allo sforzo di riduzione all’origine della quantità dei rifiuti e di riciclaggio, fra crescere, al contrario, la percentuale di incenerimento a scapito della raccolta differenziata con il pericolo di vederla ridotta addirittura al di sotto degli obiettivi minimi di legge. E ancora: è del tutto evidente che una capacità di inceneritori eccessiva può divenire una barriera nei confronti degli sforzi di riduzione e riciclaggio, stimolando, anzi, addirittura e paradossalmente la maggior produzione di rifiuti. E’ per questi fattori ambientali ed economici che la legislazione incoraggia il più possibile il riutilizzo dei materiali”. “Tali valutazioni - ha continuato Losappio - confermano la giustezza della rimodulazione del piano dei rifiuti operata da Vendola nel dicembre 2005 e poi praticata dalla Regione. Nel nuovo Piano, come è noto, sono stati alzati gli obiettivi di raccolta differenziata e tagliati i due impianti di termovalorizzazione previsti dal vecchio governo regionale”. Queste modifiche hanno scatenato la reazione del centrodestra in Consiglio e sulla stampa con polemiche ingiustificate che annunciavano in Puglia già dal marzo 2006 un’emergenza modello Campania causata proprio dalle nostre scelte. “A 18 mesi dalle strumentali polemiche dell’On. Fitto, dei parlamentari e dei consiglieri di Forza Italia ed An – ha concluso l’Assessore – non solo questa emergenza non si è determinata (con la pur breve e recente eccezione del Comune di Lecce governato proprio dal centrodestra) ma l’arretratezza culturale e programmatica dell’opposizione viene indirettamente smascherata dall’analisi della Corte dei Conti. Tocca ora alle Province – che per questo hanno ricevuto robusti finanziamenti- ed agli Ato il compito di adeguare la Puglia alle Regioni del centro-nord nelle percentuali di raccolta differenziata. Cosa possibile se si lascerà la insufficiente strada delle isole ecologiche e della raccolta volontaria per passare ad una campagna “porta a porta” in grado, come accade già ora in vari Comuni, di determinare un incremento al 50%”. .  
   
 

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