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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Giugno 2007
 
   
  VENTIDUESIMA EDIZIONE DELL’OSSERVATORIO ASSOFIN – CRIF – PROMETEIA NEL 2006 RALLENTA LA CRESCITA DEL CREDITO ALLE FAMIGLIE A FINE 2006 LE CONSISTENZE DI CREDITO AL CONSUMO RAGGIUNGONO 90 MILIARDI DI EURO. LA CRESCITA DEI MUTUI IMMOBILIARI È INFERIORE A QUELLA DEL CREDITO AL CONSUMO (+12,5% RISPETTO AL 17%). SI CONFERMA LA TENDENZA VERSO UN GRADUALE MIGLIORAMENTO DELLA RISCHIOSITÀ COMPLESSIVA.

 
   
  Milano, 18 giugno 2007 -  Nel 2006 il mercato del credito alle famiglie evidenzia ritmi di crescita in graduale rallentamento rispetto al recente passato. Considerando il complesso degli operatori a fine 2006, il mercato ha registrato un incremento del +10,8%, a fronte del +12,4% nel 2005. La domanda di credito ha risentito di una dinamica più riflessiva del mercato immobiliare e della politica monetaria più restrittiva attuata dalla Bce, mentre ha ricevuto un importante sostegno dal miglioramento del ciclo economico, dall’evoluzione strutturale dei comportamenti finanziari delle famiglie nonché dalla continua innovazione e flessibilità dell’offerta. La componente del credito al consumo ha evidenziato una dinamica più vivace rispetto alle altre forme di finanziamento, pur presentando un moderato rallentamento dei ritmi di crescita. L’incremento delle consistenze nel comparto si è infatti attestato al +17%, inferiore di quasi quattro punti percentuali rispetto al dato di fine 2005, stabilizzando l’incidenza sul totale prestiti alle famiglie al 19% e raggiungendo 90 miliardi di euro. L’incidenza del credito al consumo sul Pil è invece passata al 6,1% del 2006, restando la più bassa nel confronto con i principali paesi europei. Il ricorso al credito al consumo continua a essere legato a fattori strutturali di medio periodo sia dal lato della domanda che dell’offerta. In particolare la domanda delle famiglie è favorita da fenomeni socio-demografici quali, ad esempio, la semplificazione dei nuclei familiari e la maggiore mobilità del lavoro. Si rileva inoltre che la maggiore flessibilità, visibilità e accessibilità del credito hanno concorso ad aumentare il ricorso allo stesso, specialmente nelle famiglie caratterizzate da una elevata cultura finanziaria. Nel comparto dei mutui immobiliari alle famiglie la crescita delle consistenze nel 2006 è stata pari al +12,5%, in rallentamento rispetto al +17,4% di fine 2005, raggiungendo una dimensione pari a circa 244 miliardi di euro. Il rallentamento della crescita è ascrivibile alla minore vivacità del mercato immobiliare, che mostra indicatori complessivi ancora in crescita, ma inferiori rispetto a quelli del biennio precedente. Inoltre, la politica monetaria progressivamente più restrittiva può avere in parte limitato la domanda di nuovi mutui, sebbene la flessione del ritmo di crescita del comparto sia anche in parte riconducibile alle politiche di gestione dei crediti adottate dagli operatori. Nel 2006 è proseguita, anche a causa dell’indebolimento dei driver congiunturali, la tendenza all’aumento degli importi erogati, l’allungamento delle scadenze e la diminuzione della quota di mutui a tasso variabile (dieci punti percentuali in meno rispetto al 2005). In entrambi i comparti (credito al consumo e mutui) e per tutti gli operatori, si conferma la tendenza verso un graduale miglioramento della rischiosità complessiva del credito alle famiglie, che si attesta a fine 2006 su valori più contenuti di quelli registrati a fine 2005 e nel 2004. Sono questi i principali dati che emergono dal rapporto dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, presentato ieri a Milano e giunto alla sua ventiduesima edizione. Il mercato del credito al consumo, le dimensioni e le tendenze - Nel 2006 i riassetti organizzativi in atto nei gruppi finanziari sembrano avere favorito la crescita del credito al consumo, anche attraverso le reti distributive bancarie, generando un ulteriore incremento della quota di mercato degli operatori specializzati (76,5% nel 2006 dal 75,5% del 2005). In particolare a fine 2006 l’ammontare complessivo delle consistenze di credito al consumo gestito dalle istituzioni finanziarie specializzate ha superato i 68,5 miliardi di euro; il valore per le banche generaliste è di 21 miliardi di euro con un incremento del +12,4% (rispetto al +13,9% del 2005). Le forme tecniche del credito al consumo - Nel corso del 2006 si è evidenziata una crescente focalizzazione verso il credito diretto e in particolare i prestiti personali e la cessione del quinto dello stipendio, forma tecnica favorita dall’ampliamento del bacino di clientela verso i dipendenti privati e i pensionati reso possibile dalla recente evoluzione normativa. Il flusso del credito al consumo erogato nel 2006 dalle banche generaliste ha quasi raggiunto i 15 miliardi di euro. La distribuzione per forma tecnica dei finanziamenti erogati dagli operatori generalisti conferma la concentrazione della loro attività nel segmento dei prestiti personali, che coprono quasi il 72% del credito erogato e hanno fatto registrare nel 2006 una progressione vicina al +30% (+17% nel 2005). Tale sviluppo è andato a discapito della componente finalizzata, la cui quota è in riduzione di due punti (13% del totale), anche se nel 2006 ha visto arrestare la propria flessione (+8%). Il peso relativo alle carte di credito rimane stabile, con una pausa di consolidamento a fronte della significativa crescita del 2005, mentre la componente della cessione del quinto dello stipendio scende al di sotto del 5% dei volumi erogati. Tale strumento è infatti meno utilizzato dalle banche generaliste. Il nuovo credito erogato nel corso del 2006 dalle istituzioni finanziarie specializzate è pari a circa 50 miliardi di euro. Ancora una volta sono state le forme di finanziamento dirette a trainare il mercato mentre per il credito finalizzato si registra un’evoluzione decisamente contenuta. I finanziamenti diretti complessivi (prestiti non finalizzati, carte revolving e prestiti contro cessione del quinto dello stipendio) arrivano a rappresentare una quota sul totale del nuovo credito erogato pari al 48% (era del 13% nel 1994). Tale evoluzione è stata determinata sia da precise politiche di offerta degli operatori sia da un graduale mutamento del comportamento dei clienti, che stabiliscono più facilmente un contatto con l’istituto erogante. I flussi di credito finalizzato - Analizzando i crediti erogati dalle istituzioni finanziarie specializzate per settori merceologici, i finanziamenti finalizzati ad acquisti nel settore della mobilità si configurano come la forma tecnica più consistente in termini di flussi erogati (41,6% del totale). Essi fanno comunque registrare una crescita contenuta (+3,7%) rispetto al +10,8% del 2005, trainata dai finanziamenti finalizzati per le auto nuove (+6,7%). Il segmento degli altri finanziamenti finalizzati (crediti erogati per gli acquisti in settori quali arredamento, elettronica ed elettrodomestici, ecc. ), che rappresenta una quota pari all’11% erogato, mostra una buona ripresa (+4,8%) rispetto alla lieve flessione del 2005 (-0,6%). Mentre i crediti finalizzati all’acquisto di arredo subiscono una battuta d’arresto, torna a crescere il credito destinato all’acquisto di elettronica ed elettrodomestici. Mostra invece una decisa ripresa (+13,9%) il credito connesso all’acquisto di altri beni e servizi. Il mercato dei mutui immobiliari - Il mercato dei mutui immobiliari alle famiglie ha registrato nel 2006 un incremento del +12,5% (+17,4% a fine 2005), con un graduale rallentamento rispetto all’ultimo quadriennio. In termini di consistenze, è stata raggiunta una dimensione pari a circa 244 miliardi di euro. Il rallentamento della crescita è ascrivibile alla minore vivacità del mercato immobiliare, che mostra indicatori complessivi ancora in crescita, ma inferiori a quelli del biennio precedente. Inoltre, la politica monetaria progressivamente più restrittiva ha in parte limitato la domanda di nuovi mutui, sebbene la flessione del ritmo di crescita sia anche in parte riconducibile alle politiche di gestione dei crediti adottate dagli operatori attuate attraverso le operazioni di securitisation e di cessione di mutui immobiliari, che sono state particolarmente intense nel corso del 2006 (circa 17 miliardi di euro le consistenze cartolarizzate). Nel 2006 è proseguita, anche a causa dell’indebolimento di elementi congiunturali, la tendenza all’aumento degli importi erogati, all’allungamento delle scadenze e alla diminuzione della quota di mutui a tasso variabile. Nel periodo 2003-2006 si rileva infatti un progressivo aumento delle quote delle classi di importo superiori a 100mila euro (dal 55% al 72%), a discapito di quelle di importo più ridotto. In parallelo si conferma un allungamento della durata dei contratti, tendenza che si accentua nell’anno appena passato. In particolare a fine 2006 diventa prevalente la classe di mutui di durata superiore ai 25 anni. Solo quattro anni prima la classe di durata a frequenza maggiore era quella compresa tra 16 e 20 anni. Per quanto riguarda le scelte circa la tipologia di tasso applicato, la quota largamente maggiore anche nel 2006 è relativa a operazioni a tasso variabile (64%). Va comunque evidenziato un deciso ridimensionamento di questa quota pari a 10 punti percentuali rispetto a fine 2005 a favore dei mutui a tasso fisso (21% del totale). L’aumento della concorrenza e la maggiore innovazione delle politiche di offerta in termini di flessibilità delle soluzioni finanziarie di rimborso hanno inoltre favorito l’allargamento del bacino di domanda verso lavoratori atipici, stranieri, anziani e giovani. In particolare, nel 2006 il numero di compravendite di abitazioni da parte degli immigrati è cresciuto del +12,9%. Da rilevare inoltre il crescente utilizzo del canale indiretto di distribuzione dei mutui immobiliari, costituito dall’intermediazione di brokers, promotori finanziari, agenti e tramite Internet. Nel 2006, infatti, attraverso questo tipo di canale è stato collocato il 40% dei flussi totali erogati, contro il 35% del 2003. La crescita del canale indiretto è stata favorita dall’ingresso sul mercato delle banche specializzate che hanno collocato tramite questo canale il 78% delle loro erogazioni, e si è concretizzata attraverso la partnership con reti commerciali specializzate presenti in modo capillare sul territorio. La rischiosità del credito al dettaglio - Il mercato del credito alle famiglie ha consolidato, nel 2006, la tendenza mostrata nel biennio precedente verso una graduale diminuzione della rischiosità complessiva. La somma dei tassi di sofferenza e di insolvenza grave e leggera mostra alla fine del 2006 valori più contenuti di quelli registrati a fine 2005 e 2004. Questo dato conferma l’elevata stabilità del mercato, frutto dei comportamenti sia degli intermediari sia delle famiglie, e il graduale contenimento della sua rischiosità. In particolare, la rischiosità complessiva del credito al consumo si riporta a dicembre 2006 sui valori minimali di giugno 2005 (5,8%), facendo rientrare il peggioramento del quarto trimestre del 2005 per tutte le sue componenti. Significativo il miglioramento del rischio complessivo nel biennio (-1,2 punti). Il tasso di sofferenza si è attestato a fine 2006 al 3,3% (valore più basso dell’intero biennio), pressoché stabile nei trimestri del 2006, ma con una diminuzione di 0,7 punti rispetto a dicembre 2004. Per quanto riguarda il mercato dei mutui, il livello di rischio complessivo si mantiene al di sotto del 5%, in significativa contrazione rispetto al 2004 (-1,3 punti), e il tasso di sofferenza si stabilizza nei trimestri 2006 all’1,5-1,6%. Il tasso di decadimento, per sua natura più sensibile all’evoluzione del mercato, dopo l’incremento registrato nella prima metà dello scorso anno, si è riallineato nel secondo semestre 2006 a livelli coerenti con quelli relativi al biennio precedente, per tutte le categorie di intermediari e per entrambe le componenti del credito alle famiglie. Il pericolo che la lunga recessione dei primi anni del decennio facesse emergere situazioni di criticità, non sembra dunque essersi finora materializzato. Le prospettive future - Nei prossimi anni il ricorso al credito delle famiglie dovrebbe continuare a rafforzarsi in linea con quanto accade negli altri paesi della Ue. La domanda di credito risulterà sempre più selettiva e attenta alle diverse proposte degli operatori, rispondendo sempre più a driver di tipo strutturale, mentre l’offerta si orienterà sempre più all’ampliamento del bacino di clientela e all’innovazione e flessibilità dei prodotti grazie all’evoluzione della concorrenza e della normativa. La crescita dei finanziamenti alle famiglie erogati dovrebbe attestarsi al +9,7% a fine 2007, al +8,3% nel 2008 e al +7,5% nel 2009. La dinamica di questo mercato privilegerà la componente del credito al consumo, che dovrebbe registrare un andamento più vivace rispetto alle altre forme tecniche. A fine 2009 la quota dei finanziamenti alle famiglie rappresentata dal credito al consumo dovrebbe attestarsi al 21,6% circa rispetto al 19% evidenziato nel 2006, mentre i mutui dovrebbero mantenere un’incidenza al di sopra del 52% in tutto il triennio in esame. Si prevede che il credito al consumo cresca a un ritmo del +14,5% nel corso del 2007 e del +12,5% medio nel biennio 2008-09, sostenuto dal rafforzamento dei driver strutturali di comportamento finanziario delle famiglie. Si stima inoltre che proseguirà la ricomposizione verso le forme di finanziamento diretto sia per gli operatori specializzati che quelli generalisti. Il comparto dei mutui immobiliari dovrebbe confermare nel 2007 il rallentamento evidenziato nel primo trimestre dell’anno, in cui ha registrato un incremento del +10,6%. Nel biennio successivo la crescita dovrebbe attestarsi al +8,7% nel 2008 e al +7% a fine 2009. La dinamica del mercato sarà soprattutto legata all’innovazione di prodotto, favorita dall’evoluzione della normativa, che dovrebbe tradursi in una maggiore flessibilità delle proposte di offerta e nella diffusione di nuovi prodotti con garanzia ipotecaria, finalizzati a soddisfare esigenze di liquidità. Non va tuttavia dimenticato il potenziale ampliamento del mercato verso la clientela straniera, i lavoratori atipici, i giovani e gli anziani. Si prevede inoltre che lo sviluppo del mercato del credito alle famiglie si caratterizzerà per il mantenimento di buoni livelli di qualità del credito, pur a fronte di una crescita in termini assoluti delle sofferenze. Nel comparto del credito al consumo ciò sarà riconducibile in parte alla ricomposizione dei portafogli verso scadenze e importi più elevati e forme tecniche più rischiose, e in parte all’aumento dei tassi di mercato, ma sarà peraltro contenuto dal progressivo miglioramento dei processi di scoring e di collection adottati dagli operatori. .  
   
 

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