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Notiziario Marketpress di Venerdì 16 Giugno 2006
 
   
  AUSTRIA / TIROLO: I FUOCHI IN MONTAGNA NEL CUORE DELLE ALPI VANTANO UNA LUNGA TRADIZIONE. PIÙ VOLTE L’ANNO I TIROLESI APPICCANO SULLE LORO MONTAGNE DEI FALÒ PER ATTIRARE L’ATTENZIONE SU UN PARTICOLARE EVENTO O ANCHE PER TRASMETTERE UN MESSAGGIO

 
   
  Una ricorrenza di rito è costituita dai tradizionali falò di montagna legati al ciclo dell’anno. Ai più diffusi appartengono senza dubbio i falò del solstizio che si celebra intorno al 21 giugno, il giorno più lungo dell’anno. I falò del solstizio d’estate affondano le loro radici nell’età pre-cristiana. Sappiamo che le popolazioni celtiche celebravano anche il solstizio d’estate al pari di tutti gli altri momenti più significativi dell’anno appiccando fuochi sui monti. Questi falò di montagna svolgevano la funzione di un calendario, segnalando il momento opportuno per la semina e il raccolto, l’attività e il riposo, l’invocazione e il ringraziamento degli dei. Infine queste tradizioni piriche risalgono probabilmente al mito del sole secondo il quale il sole si affatica particolarmente nel superare i momenti di passaggio: per sostenerlo, quindi, gli uomini dovevano accendere dei fuochi. Nel corso della cristianizzazione la Chiesa sostituì la festa del solstizio estivo con la ricorrenza per la nascita di Giovanni Battista il 24 giugno e i fuochi del solstizio assunsero il nome di fuochi di San Giovanni. Questi furono a loro volta sostituiti all’inizio del XIX secolo dalla festa di fuochi del Sacro Cuore di Gesù. Questi fuochi risalgono a un voto fatto al Sacro Cuore nel 1796. In quell’anno, infatti, quando le truppe francesi capeggiate da Napoleone I minacciavano la regione, i rappresentanti del Tirolo si riunirono a Bolzano (nell’attuale Alto Adige) per definire la situazione. Decisero di affidare la regione al ‘Sacro Cuore di Gesù’ e di confidare così nell’appoggio del Signore. La proposta fu accettata all’unanimità, i rappresentanti della regione giurarono in nome del popolo di santificare ogni anno la ricorrenza del Sacro Cuore di Gesù. Quale giornata del Sacro Cuore fu scelto il secondo venerdì dopo il Corpus Domini. L’alleanza divina non servì a molto, ma ideologicamente sopravvisse ai disordini della guerra. Ancora oggi, in tutta la regione, si accendono i tradizionali falò del Sacro Cuore. Sono per lo più le diverse associazioni delle singole località a portare avanti questa usanza. Nel corso del tempo, ogni associazione si è letteralmente aggiudicata il proprio posto in montagna. Ai fuochi del Sacro Cuore partecipano esclusivamente uomini e giovani ragazzi che scalano di pomeriggio le montagne, dispongono forme con materiale combustibile e attendono il calare della notte. Poi si incendiano i fuochi e si formano catene sulle creste dei monti e immagini di fuoco con motivi principalmente religiosi (cuori, croci, calici, segni della pace…). In genere gli uomini trascorrono la notte in montagna. Talvolta, tuttavia, i più coraggiosi o coloro che si sentono spinti a valle dal freddo, decidono di intraprendere la pericolosa discesa verso casa già nell’oscurità. Nel frattempo sono nate altre varianti moderne dei falò del Sacro Cuore e del solstizio d’estate. L’artista pirotecnico tirolese Gebhard Schatz, conosciuto a livello internazionale, ha dato vita al festival ‘Feuerberge Tirol’, montagne infuocate del Tirolo. Il marchio registrato riunisce una serie di manifestazioni a sé stanti in Tirolo. Tra tutte spiccano gli spettacolari falò della regione della Zugspitze Ehrwald-Lermoos-Bieberwier dove vengono accesi circa 8. 000 fuochi con simboli diversi sulle vette delle montagne circostanti. Oppure il festival delle sculture di fuoco di Ischgl, durante il quale squadre di artisti da tutta Europa formano eccezionali figure fantastiche con materiali naturali per poi infiammarle intorno ad un piccolo laghetto. Entrambe le manifestazioni si tengono il 24 giugno, maggiori informazioni in internet su www. Bergfeuer. At e www. Firefestival. Ischgl. Com. I falò di montagna in Tirolo ricoprivano un tempo un ruolo importante quale strumento di avvertimento in caso di intrusioni nemiche. I cosiddetti „Kreidefeuer“ dalla parola Kreyen, gridare, non servivano tuttavia soltanto come segnale di avvertimento ma anche a mobilitare le truppe di tutta la regione. All’inizio del 16° secolo il Tirolo disponeva di un astuto sistema di segnali di fuoco. Distribuiti secondo piani ben precisi in lunghe catene su vette alpine e alture esposte questi falò si estendevano su tutta la regione. Anche durante la rivolta dei tirolesi contro le truppe di Napoleone (1797-1809) fu applicata la strategia dei “Kreidefeuer”. I Kreidefeuer vengono tuttora accesi sulle vette alpine. Non più per annunciare la presenza di aggressori, ma per attirare l´attenzione su altri pericoli e minacce. Tra tutti ricordiamo i ‘Fuochi nelle Alpi’ che si accendono in Tirolo e in altre regioni alpine a metà agosto (nel 2006, sarà sabato 12) e che intendono ammonire dal pericolo della distruzione dell’arco alpino. L’organizzazione e la responsabilità di questo progetto sono a carico della Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi CIPRA con sede nel Lichtenstein. La catena della Nordkette di Innsbruck ha sempre fatto da teatro ai “Kreidefeuer” e continua a farlo tuttora. E così, nel giugno del 2002 i rappresentanti dell’Università di Innsbruck hanno voluto mettere in guardia dalla nuova legge sull´università con un falò di montagna ben visibile. Anche problematiche quali il traffico di transito, il buco dell’ozono, la creazione di nuove aree sciistiche o l’entrata dell’Austria nella EU hanno fornito in passato “combustibile” per segnali di luce ammonitori sulla Valle dell’Inn. Www. Tirolo. Com .  
   
 

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