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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Giugno 2007
 
   
  VERSO UN VERO REGIME COMUNE D´ASILO

 
   
   Bruxelles, 25 giugno 2007 - Nel sostenere l´esigenza di una politica comune in materia di asilo basata sul principio di non respingimento, il Parlamento europeo chiede una procedura unica, equa ed efficace per le domande di asilo. Auspicando poi maggiore solidarietà per gli Stati membri di frontiera, sottolinea l´esigenza di realizzare centri di accoglienza adeguatamente strutturati e valutati e di definire un regime Ue di rimpatrio. Occorrono anche campagne d´informazione sui rischi dell´immigrazione illegale. Con l´adozione dei quattro strumenti previsti dal trattato Ce si è conclusa la prima fase dell´introduzione del regime comune in materia d´asilo. Esistono tuttavia difficoltà, sia politiche sia tecniche, da superare per pervenire alla seconda fase del regime che ha l´obiettivo di instaurare, entro il 2010, una procedura comune in materia d´asilo e uno status uniforme per le persone che hanno diritto all´asilo o ad una protezione sussidiaria. Approvando con 460 voti favorevoli, 63 contrari e 5 astensioni la relazione di Hubert Pirker (Ppe/de, At), il Parlamento ribadisce anzitutto la necessità di una politica Ue comune in questo campo che sia proattiva e basata «sull´obbligo di ammettere i richiedenti asilo e sul rispetto del principio del non respingimento». I deputati si compiacciono quindi degli sforzi compiuti per migliorare la cooperazione pratica nel quadro del regime comune europeo in materia di asilo, ma ritengono tuttavia che «un miglioramento della qualità delle procedure e delle decisioni sia nell´interesse tanto degli Stati membri che dei richiedenti asilo». Sottolineano inoltre che l´obiettivo ultimo dell´instaurazione di un regime comune in materia d´asilo deve essere quello di garantire un´alta qualità di protezione, di valutazione delle richieste individuali di asilo e delle procedure che portino a decisioni debitamente documentate ed eque. E´ per tale ragione che condannano «l´evidente carenza di risorse» a disposizione della Commissione per controllare l´attuazione delle diverse direttive in materia di asilo e invitano il Consiglio e la Commissione a adoperarsi per l´introduzione in tutti gli Stati membri di una procedura unica per un processo decisionale equo ed efficace, «al fine di garantire che lo status di rifugiato sia concesso con la massima rapidità a tutti coloro che ne hanno diritto». Rilevano, inoltre, che la realtà dell´"asyl-shopping" «resterà un problema fino a quando le disposizioni nel settore del diritto d´asilo si fonderanno su norme minime e sul minimo comune denominatore». Per limitare i movimenti detti "secondari", il Parlamento esorta gli Stati membri a adoperarsi ora concretamente al fine di realizzare «il massimo livello di convergenza tra le loro rispettive politiche in materia di asilo». Occorre inoltre migliorare il regime Ue attraverso una ripartizione più equa dell´onere sostenuto in particolare dagli Stati membri alle frontiere esterne dell´Unione europea. Al contempo, si compiace delle misure previste dalla Commissione per aiutare quegli Stati membri che sono soggetti a notevoli pressioni a far fronte ai problemi di accoglienza dei richiedenti asilo e di trattamento delle domande di asilo, in particolare della proposta di inviare gruppi di esperti comprendenti membri di diversi Stati membri. Ritenendo «inaccettabile» che i richiedenti asilo siano trattenuti in condizioni di privazione della libertà individuale, il Parlamento sottolinea la necessità di realizzare centri di accoglienza con strutture separate per le famiglie, le donne e i bambini nonché strutture adeguate per gli anziani e i portatori di handicap richiedenti asilo. Chiede, peraltro, che si proceda a una valutazione delle condizioni di accoglienza e, in proposito, promuove il ricorso alle possibilità offerte dal nuovo Fondo europeo per i rifugiati. La Commissione è pertanto incoraggiata a facilitare l´accesso agli strumenti finanziari quali il Fondo europeo per i rifugiati e il programma Argo «per permettere agli Stati membri di ottenere rapidamente finanziamenti in caso di situazioni d´emergenza». Il Parlamento chiede inoltre che, una volta esperite tutte le possibilità giudiziarie, le misure applicabili alle persone cui non è stato concesso lo status di rifugiato o il cui status di rifugiato è stato revocato, vengano attuate rapidamente ed equamente, «nel pieno rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali delle persone che vanno rimpatriate». Sollecita peraltro la messa a punto, quanto più rapida possibile, di una procedura Ue di rimpatrio. D´altra parte, chiede di effettuare nei paesi di origine e di transito campagne di informazione che illustrino ai potenziali migranti i rischi dell´immigrazione illegale e le conseguenze in caso di rifiuto dello status di rifugiato nonché le caratteristiche dell´immigrazione legale e la possibilità di chiedere asilo in casi giustificati, come pure i pericoli del traffico di esseri umani, in particolare di donne e minori non accompagnati. Prendendo nota degli sforzi finora compiuti dalla Commissione per elaborare un elenco dei paesi d´origine sicuri, i deputati rilevano tuttavia che il concetto di paese terzo sicuro «non esime gli Stati membri dai loro obblighi a norma del diritto internazionale, in particolare le disposizioni della Convenzione di Ginevra concernenti il principio di non respingimento e la valutazione individuale di ogni singola domanda di asilo». Inoltre, ricordano che la direttiva su cui si basa la proposta è all´esame della Corte di giustizia in seguito a un ricorso d´annullamento, per cui la redazione di un simile elenco è attualmente sospesa. La Commissione è poi invitata a risolvere quanto più rapidamente possibile i problemi tecnici e politici inerenti all´introduzione di una base dati comune contenente informazioni sui paesi di origine. D´altra parte, il Parlamento sottolinea che occorre un’attuazione rapida ed equa delle misure da applicare alle persone che hanno ottenuto lo status di rifugiato o la protezione umanitaria «al fine di favorire condizioni di vita decorose, un’integrazione effettiva nella vita sociale e politica e la partecipazione attiva e condivisa alle scelte della comunità di accoglienza». I deputati ritengono che le attività di coordinamento connesse alla cooperazione concreta in materia di asilo debbano restare di competenza della Commissione, la quale deve poter disporre di risorse adeguare a tal fine. Insistendo poi sul fatto che spetta alla Commissione controllare l´applicazione delle direttive adottate in materia di asilo, rilevano che le risorse a sua disposizione a tal fine «risultano attualmente del tutto insufficienti per realizzare efficacemente un compito di tale portata», minando la credibilità dell´Unione in questo settore e il futuro della politica comune in materia di asilo. Il Parlamento, infine, richiama l´attenzione sul fatto che il corpus del diritto comunitario nel settore della politica in materia di asilo necessita di un´interpretazione e di un´applicazione uniformi in tutta l´Unione. Osserva, in proposito, che il processo di armonizzazione in materia di asilo «sarà agevolato e accelerato» se la Corte di giustizia «potrà essere adita anche da tribunali diversi da quelli nazionali di ultima istanza, come avviene attualmente». Occorre quindi che il Consiglio restituisca alla Corte di giustizia «tutte le sue competenze pregiudiziali» concernenti lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. .  
   
 

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