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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Luglio 2007
 
   
  WORKSHOP DI NANOFORUM SULLA COMMERCIALIZZAZIONE INDIVIDUA LA NECESSITÀ DI UN MAGGIORE COINVOLGIMENTO INDUSTRIALE

 
   
  Bruxelles, 3 luglio 2007 - Nanoforum, la rete tematica finanziata dall´Unione europea nell´ambito del Quinto programma quadro (5Pq), ha individuato tre sfide fondamentali per lo sviluppo delle nanotecnologie in Europa: un basso livello di investimenti di capitale di rischio, uno scarso numero di brevetti e investimenti minimi da parte dell´industria. Secondo la relazione di Nanoforum, la prima priorità è aumentare la bassissima percentuale (pari solo al 3,5%) di capitale di rischio investito complessivamente nelle nanotecnologie in Europa. Nonostante i finanziamenti pubblici siano pari a quelli degli Stati Uniti, sembra che l´Europa sia in ritardo rispetto al numero di brevetti concessi in questo campo, mentre gli investimenti industriali sono pari solo alla metà di quelli di Stati Uniti e Giappone. Per gli autori della relazione, il basso livello di capitale di rischio è in ampia misura dovuto a una carenza di obiettivi di investimento adeguati. Le imprese sono prive di modelli aziendali mirati, esperienza commerciale e strategie per uscire dal mercato. Le fonti di finanziamento pubblico potrebbero prendere il posto del capitale di rischio, ma si teme che poi le imprese perdano gli altri vantaggi che potrebbero apportare gli investitori, ad esempio le reti e una maggiore consapevolezza industriale. Si ritiene che la bassa produttività brevettuale sia una conseguenza della difficoltà di individuare il potenziale commerciale della ricerca. Questa situazione potrebbe essere spiegata dal fatto che la ricerca non è sempre allineata alle esigenze dell´industria, probabilmente per ragioni motivazionali (le pubblicazioni, infatti, sono più apprezzate) e di capacità brevettuale. Quanto agli scarsi investimenti industriali, benché in Europa siano presenti «leader globali» nel campo della nanotecnologia, la relazione evidenzia una mancata attivazione di un interesse industriale generale: una società intenzionata a dedicarsi allo sviluppo delle nanotecnologie potrebbe essere dissuasa dalle sfide ovvie (aumento della produzione, preoccupazioni in materia di salute e sicurezza) che tale investimento comporterebbe se non capisse le opportunità meno evidenti ad esso associate. Secondo la relazione, queste tre sfide hanno una soluzione comune. I suoi autori affermano che i finanziamenti pubblici per lo sviluppo delle nanotecnologie devono incoraggiare maggiori investimenti privati. Tuttavia, affinché questo accada, occorre sviluppare una comprensione dei problemi dell´industria e dei consumatori, che poi può essere inserita nella ricerca e sviluppo (R&s). Questo obiettivo si può raggiungere in diversi modi. Si può migliorare la definizione delle tabelle di marcia a orientamento tecnologico con «prospettive» industriali che presentino sfide concrete in questo senso. Si può, inoltre, accordare priorità al finanziamento di progetti che soddisfano tali sfide e che riuniscono membri del mondo accademico e industriale. Occorre inoltre incentivare i ricercatori a produrre sia brevetti che pubblicazioni. Le università, dal canto loro, devono concentrarsi sulla capacità di valutare rapidamente il valore di un potenziale brevetto (operazione agevolata anche in questo caso dalla comprensione dei problemi non ancora risolti). Infine, le numerose industrie europee che non sono ancora state «attivate» dovrebbero a loro volta assumersi la responsabilità di comprendere le opportunità offerte dalle nanotecnologie e di capire a chi devono associarsi per cogliere tali opportunità. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Nanoforum. Org/nf06~folder~0~modul~showmore~scc~news~. Html? .  
   
 

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