Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 03 Luglio 2007
 
   
  OLTRE L’OGGETTO MORANDI E LA NATURA MORTA OGGI IN ITALIA MUSEO MICHETTI (MUMI) FRANCAVILLA AL MARE, CHIETI 29 GIUGNO – 30 SETTEMBRE 2007 FRANCAVILLA AL MARE,

 
   
  Chieti, 3 luglio 2007 - Curata da Marilena Pasquali, è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Francavilla al Mare, con la partecipazione della Provincia di Chieti, della Regione Abruzzo e della Fondazione Carichieti e la collaborazione del Centro Studi Giorgio Morandi di Bologna. La rassegna, il cui nucleo centrale sarà composto da dipinti ed acqueforti di Giorgio Morandi, presenta, suddivise in 8 sezioni, oltre 100 opere complessive di alcuni fra i maggiori artisti italiani degli ultimi cinquant’anni. La mostra si basa sull’ipotesi critica che in Italia molti fra i più importanti artisti del Xx secolo e di oggi, hanno dedicato, e dedicano, un’attenzione particolare alla natura morta quale terreno di indagine sulla relazione tra le forme, palestra di equilibrio e misura, tensione all’armonia della composizione. Erroneamente condannata all’inconsistenza decorativa, con una leggerezza percepita come mero “genere” pittorico, essa è, invece, esplicita scelta linguistica e espressiva, campo di ricerca e specchio dell’interiorità. La natura morta è pensiero oltre la forma, è meditazione profonda, analisi vibrante di vita delle cose, e può, per questo, trasformarsi in rottura e provocazione fino a giungere, ancorandovisi saldamente, alle lontananze dell’incanto e della memoria. Di tale intreccio di potenzialità e tensioni intende dar conto la mostra di Francavilla, presentando le opere di grandi maestri del Xx secolo e di artisti contemporanei, scelti come campioni di una situazione ben più dilatata e riuniti in gruppi criticamente pensati per dar conto della ricchezza di una ricerca oggi assai vivace nel nostro paese. Nel percorso della mostra, le opere di Giorgio Morandi aprono l’ordinamento delle sale fra L’emozione e l’incanto di Filippo de Pisis, Mario Calandri, Aligi Sassu, Mario Mafai, Carlo Mattioli, Alberto Gianquinto, Piero Gruccione; per proseguire Alle soglie dell’astratto con Alberto Burri, Afro, Sergio Romiti, Giuseppe Santomaso, Francesco Lo Savio, Fausto Melotti; fino a giungere al Senso del sacro con le opere di Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Domenico Gnoli, Jannis Kounellis, Nanni Valentini, Claudio Costa, Aldo Mondino, Giuseppe Maraniello, Girolamo Ciulla. Cogliere La provocazione nelle composizioni di Renato Guttuso, Mimmo Rotella, Mattia Moreni e passare allo Specchio dell’esistenza con Gianfranco Ferroni, Claudio Bonichi, Giorgio Tonelli, Bernardino Luino, Sandro Luporini, Dino Boschi. Nello Spaesamento dell’oggetto si dilatano le poetiche e le provocazioni contemporanee di Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Francesco Clemente, Claudio Parmiggiani, Piero Gilardi, Luigi Mainolfi. Chiude nel Deposito della memoria questo percorso scientifico che vede nella natura morta, ancora oggi, con Omar Galliani, Luca Caccioni, Piero Pizzi Cannella, Luca Pignatelli, Arcangelo, Lucia Pescador, Benedetta Bonichi, Silvia Cardini, Bertozzi&casoni, Mirko Baricchi, Alberto Zamboni, Tano Pisano, Armando Dozza, quelle tensioni nella rappresentazione della materia che Morandi rese profonda speculazione intellettuale tutta interiore. Attraverso questo itinerario che va dagli anni Cinquanta ad oggi e che accosta un artista all’altro secondo un andamento sincronico e musicale, si disegna una prima mappa della natura morta italiana contemporanea, evidenziandone caratteri, interrelazioni e diversità fino a delinearne anche i prossimi sviluppi e le possibili, ulteriori declinazioni. Particolare attenzione è riservata alla qualità delle singole opere, nell’intento di costruire una proposta espositiva convincente sia dal punto di vista storico-critico che sul piano del gradimento del pubblico, pubblico che si troverà a passeggiare fra dipinti e sculture come frammenti di vita, proiezioni di sogni, meraviglie del silenzio. E poiché la natura morta è, per sua stessa “natura”, il luogo del silenzio, anche se l’espressione italiana, nata in un contesto storico-artistico ben preciso, non fa esplicito riferimento alla dimensione di sospensione e attesa che è propria della natura morta come “pensiero in immagine”, il termine inglese – still life, “vita silente” – svela immediatamente gli echi interiori e le possibili profondità di questo serissimo gioco che gli artisti fanno con gli oggetti, e attraverso di loro, specchiandovi la propria individualità. Come in Morandi, anche per questi artisti la natura morta si fa autoritratto, trasformando la staticità degli oggetti d’atelier in mobili tratti del volto ed il loro silenzio in voce umana. .  
   
 

<<BACK