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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Luglio 2007
 
   
  SECONDO ALCUNE RICERCHE PADRI DI SUCCESSO GENERANO FIGLIE DI MINOR SUCCESSO

 
   
  Bruxelles, 3 luglio 2007 - «Ciò che fa bene all´oca, fa bene anche al papero», recita un vecchio detto. Nuove ricerche, tuttavia, suggeriscono che questo può non valere nel caso del cervo e dei suoi geni. Un gruppo di ricercatori britannici ha scoperto che i geni che offrono vantaggi al cervo maschio possono avvantaggiare in misura minore il cervo femmina. Il lavoro, che è stato finanziato in parte con una sovvenzione Marie Curie dell´Unione europea, è stato pubblicato nella rivista «Nature». «La selezione naturale implica che gli individui avvantaggiati trasmettano i loro geni più frequentemente rispetto agli individui meno adattati, pertanto nella generazione successiva un maggior numero di individui dovrebbe essere portatore di questi "geni buoni"», ha affermato Loeske Kruuk dell´Università di Edimburgo. «Con il passare del tempo ci dovremmo quindi aspettare che i geni di minore qualità vadano persi, causando una variazione minore tra gli individui». Ciononostante, in molte popolazioni la diversità genetica resta elevata e i ricercatori desiderano scoprirne le ragioni. I cervi maschi e femmine hanno bisogno di qualità differenti per trasmettere con successo i loro geni. «I maschi competono intensamente per l´accoppiamento durante il breve periodo riproduttivo annuale, ma non si dedicano alla cura della prole. Al contrario, la dedizione materna della femmina si protrae per un lungo periodo nel corso di ogni evento riproduttivo», spiegano i ricercatori nella loro relazione. Queste differenze rendono il cervo un soggetto ideale per stabilire se la variazione genetica venga mantenuta da una selezione sessuale antagonistica. In quest´ultima parte della ricerca gli scienziati hanno studiato una popolazione selvatica di cervi dell´Isola di Rum, situata al largo della costa occidentale della Scozia. Secondo le loro osservazioni, i maschi che riscuotevano maggior successo nella lotta per la riproduzione continuavano ad avere figlie con una scarsa prole. Per contro, le figlie dei maschi che riscuotevano minore successo avevano più prole. Secondo i ricercatori, il fatto che i maschi migliori non generano le figlie migliori potrebbe spiegare il persistere delle variazioni genetiche. «Il nostro studio, attraverso l´osservazione di una popolazione naturale, dimostra che i "geni buoni" possono essere specifici di un genere e non fornirebbero gli stessi vantaggi ai figli maschi e alle figlie femmine», hanno concluso i ricercatori. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Nature. Com/nature .  
   
 

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