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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 04 Luglio 2007 |
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IL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE FATTORE DI COMPETITIVITÀ E SVILUPPO. ESPERTI ITALIANI A CONFRONTO
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Gorizia, 4 luglio 2007 - Il patrimonio artistico e culturale è elemento di identità, fattore di competitività e leva di sviluppo per un territorio. Soprattutto per l’Italia, vera “superpotenza” del settore, grazie alla ricchezza straordinaria di cui è depositaria. La sua valorizzazione in forma innovativa, attraverso la sinergia tra pubblico e privato e l’utilizzo della multimedialità e delle nuove tecnologie, è una strada obbligata se non si intende perdere un’ opportunità storica. E’ questo il messaggio forte che studiosi, ricercatori, imprenditori, amministratori e politici hanno espresso con convinzione mercoledì 27 giugno nel corso del convegno “Riconoscersi, creare valore”, promosso a palazzo De Bassa in occasione della presentazione del catalogo “La Pinacoteca dei musei provinciali di Gorizia”, volume conclusivo della collana “I cataloghi scientifici dei Musei del Friuli Venezia Giulia”. Un progetto editoriale realizzato dalla Banca Popolare Friuladria, che ha pubblicato 6 volumi dal 2001 al 2007, per una ricognizione capillare del patrimonio artistico museale della regione. A confronto, nella tavola rotonda moderata da Giuseppe Barbieri, docente di Metodologia della ricerca storico artistica all’Università di Venezia, Salvatore Settis, rettore della Normale di Pisa e presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali e paesaggistici, Furio Honsell, rettore dell’Università di Udine, l’imprenditore Piero Gervasoni, Rachele Nocera della Forum P. A e l’assessore regionale alla Cultura, Roberto Antonaz. “Per convincere gli scettici che i beni storico artistici sono la nostra ‘materia prima’ e che essi non rappresentano solo la storia, ma anche il futuro di un’economia ecosostenibile – ha detto Antonaz -, c’è bisogno di esperienze positive e vincenti”. Sfatando, ha subito precisato Settis, alcune “mitologie che circolano di questi tempi in Italia frutto di una cronaca politica spicciola. Tra queste quella che sostiene l’intervento privato perché il pubblico funziona poco. C’è assoluto bisogno invece – ha precisato – di molto più pubblico e di molto più privato insieme”. Per questo, ha aggiunto Settis, “è necessario incentivare le collaborazioni positive che pur ci sono”, ma bisognerebbe intervenire anche sul sistema fiscale “per rendere conveniente ai singoli cittadini, come accade negli Stati Uniti, il finanziamento ad attività ed istituzioni”. Per Settis una strada capace anche di “rafforzare il senso di appartenenza alla comunità locale e di promuovere conoscenza”. L’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia ha evidenziato tre progetti quali altrettanti banchi di prova importanti che attendono la Regione per essere esempio positivo di sviluppo del territorio attraverso la cultura: “La Fondazione per Aquileia, in cui dialogheranno enti locali, Stato, università e privati; la candidatura di Cividale alla World heritage list dell’Unesco; la trasformazione del Centro di catalogazione di Villa Manin in Istituto regionale dei Beni culturali”. Qualcosa in sostanza si muove ma, ha riconosciuto Antonaz “occorre fare di più e per questo dobbiamo unirci”. A rallentare l’intervento significativo del privato nell’ambito dei beni storico artistici, secondo l’imprenditore Gervasoni, ha contribuito “la storia recente dell’industrializzazione dell’Italia e della nostra Regione che, fino ad oggi, non ha consentito di poter contare su patrimoni consolidati tali da far uscire l’imprenditore dall’esclusivo impegno per la sua attività”. Sulla necessità di affrettare l’applicazione delle nuove tecnologie alla fruizione dei beni culturali ha posto l’accento Honsell, evidenziando lo sforzo dell’ateneo friulano per “l’integrazione di competenze per una nuova competitività. Pena la perdita di un’occasione storica laddove paesi come Cina e India potrebbero guardare a noi”. La conferma di una valorizzazione dell’arte attraverso la multimedialità ancora ai primordi in Italia è venuta da Nocera. “Solo la Regione Sardegna – ha detto – ha in atto esperimenti avanzati, che escono dall’episodicità”. E’ per questo, ha sottolineato Barbieri sintetizzando lo spirito con cui Fruladria ha ideato, promosso e realizzato la prestigiosa Collona, che “la conclusione del progetto non segna la fine di un impegno”, ma rilancia una sfida. “Vorremo fosse chiaro, soprattutto agli imprenditori – ha detto infatti Emilio Sgarlata, membro del Cda di Friuladria e presidente della Cciia di Gorizia – che devono accostarsi al bene culturale come ad un investimento remunerativo, capace di consolidare e promuovere l’identità e le ricchezze di un territorio”. La Collana scientifica ha posto basi strategiche e ha in sé un potenziale ricco di futuro, perché tutto il materiale (1238 opere schedate e altre 2279 censite) è pronto per essere riversato in un data base e dar vita così ad un centro di documentazione museale multimediale. Il convegno è stato preceduto dalla presentazione del catalogo sulla “Pinacoteca dei musei provinciali di Gorizia”, con gli interventi di Caterina Furlan, direttrice della Collana, Roberta Demartin, assessore provinciale alla Cultura, e Carlo Sisi, direttore del Museo Marino Martini di Firenze, che ha messo in rilievo i tratti caratteristici dell’intera operazione: organicità, scientificità di primo livello, appassionante seduzione. “Un’opera meritoria per la cultura e il turismo della città”, ha commentato il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli. Presente all’appuntamento anche il sindaco di Cividale, Attilio Vuga, a testimoniare come la candidatura della città ducale per essere riconosciuta “patrimonio dell’umanità” dall’Unesco vada proprio nella direzione di uno sviluppo che trae forza dalla valorizzazione della propria realtà, grazie all’azione sinergica di pubblico e privato, che vede Friuladria partner del Comitato istituzionale “Cividale per l’Unesco”. . |
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