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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Luglio 2007
 
   
  FIERAVICOLA: OGNI DUE ANNI IN ITALIA L’APPUNTAMENTO INTERNAZIONALE DEI PROFESSIONISTI DELLE CARNI BIANCHE

 
   
  Tutta la filiera a confronto nell’anno che segna la ripresa dell’avicoltura Dal 26 al 29 settembre 2007 l’avicoltura nazionale e internazionale si incontra alla Fieravicola di Forlì, la manifestazione di punta del settore avicunicolo in Italia, vetrina specializzata delle carni bianche. La 45° Fieravicola, divenuta da quest’anno un appuntamento biennale, si presenta con una forte caratterizzazione internazionale: per quattro giorni a Forlì, cuore dell´avicoltura italiana e sede di una borsa dei prodotti avicoli, i buyer della distribuzione europea e gli operatori dei Paesi dell’Est europeo e del Mediterraneo si confronteranno con gli allevatori e con i produttori italiani ed europei. Sono attesi a Forlì, grazie al progetto di internazionalizzazione, un centinaio di operatori e rappresentanti del mondo avicolo, provenienti dai paesi dell’Est europeo, (tra questi Russia, Ucraina, Polonia e Ungheria, Repubblica Ceca, Croazia, Slovenia) da Israele, dalla Turchia e dai paesi del bacino del Mediterraneo. Al centro della 45° Fieravicola ci sarà in primo luogo la qualità del prodotto avicolo italiano (con le nuove proposte del settore per le carni elaborate e non solo) e il know-how tecnologico di questa filiera all’avanguardia, poiché sono presenti espositori di tutti i segmenti: dagli allevamenti, genetica, incubatoi, mangimifici, alle attrezzature e impiantistica (per allevamento, macellazione, trasformazione, confezionamento) al trasporto e logistica, packaging, alla farmaceutica e naturalmente ai marchi nazionali del prodotto finito e elaborato, alle uova e alla coniglicoltura, settore dove l’Italia vanta una produzione importante, seconda solo alla Cina. Fieravicola è sede di importanti momenti di incontro professionale per gli imprenditori, gli operatori economici e scientifici, gli esperti di marketing e comunicazione, i referenti istituzionali. L’ampio programma di convegni propone, tra gli altri: un forum sulle prospettive dei mercati internazionali, un appuntamento di alto profilo e di largo interesse per l’intera filiera, dedicato alla innovazione tecnologica applicata alla mangimistica; un incontro che riguarda il settore delle patologie aviarie, in collaborazione con Sipa, Società Italiana Patologia Aviare; un seminario internazionale sulle interrelazioni tra ricerca scientifica e potenziale commerciale per il settore cunicolo, in collaborazione con Asic; una tavola rotonda sulle problematiche ambientali e di benessere animale. Con il consolidato storico di 200 espositori e 10. 000 visitatori, Fieravicola si propone l’ambiziosa prospettiva strategica di essere l’appuntamento di riferimento per il settore mondiale delle carni avicole di qualità, ogni due anni in settembre a Forlì, Italia. Scheda: L’avicoltura Italiana L’industria avicola italiana ha perfezionato un sistema a filiera integrata in grado di assicurare al meglio il consumatore, che può contare su una precisa catena di controlli nelle diverse fasi del ciclo. Oltre il 90% delle carni di pollame e oltre la metà delle uova da consumo nel nostro Paese sono prodotte con questo sistema detto della “integrazione verticale”. Ciò significa che la produzione è realizzata da aziende, o da sistemi di aziende, che hanno gli allevamenti di riproduttori, incubatoi, producono mangimi, possiedono propri macelli e propri laboratori per la trasformazione del prodotto. Si tratta di una produzione che, per ciò che attiene il pollo da carne, è in grado di soddisfare totalmente il fabbisogno del mercato interno. A Forlì, che da oltre 4 decenni ospita la Fieravicola, è presente uno dei distretti avicoli italiani più importanti e alcune delle aziende leader del prodotto finito, con marchi competitivi sui mercati internazionali. La produzione italiana di carni di pollame nel 2006 è risultata pari a 1. 048,800 tonnellate (inferiore agli anni precedenti per via della pesante crisi subita); le uova da consumo prodotte sono state 12 miliardi 835 milioni (dati Una, Unione Nazionale dell’Avicoltura). L’andamento del mercato italiano e il consumo nel 2006 L’avicoltura italiana si sta riprendendo, superando la grave crisi provocata tra il 2005 e i primi mesi del 2006 dal panico da aviaria. Da una fotografia del 2006 emerge che il consumo di carne avicola ha coperto il 27% dell’acquisto mensile delle famiglie italiane e coinvolto mediamente il 28% delle famiglie. La quota di acquisto medio mensile per famiglia è stata, sempre nel 2006, di 2,14 kg (-18,1% rispetto al 2005). In particolare, si è osservato che nel periodo di crisi da panico aviaria i consumatori si sono spostati verso carni alternative come quella bovina e il pesce, che hanno toccato punte anche di +70%. La ripresa, che si è registrata a partire dalla tarda primavera del 2006 (maggio/ giugno) è stata resa possibile principalmente da un aumento (+ 5% al mese) dell’acquisto da parte delle famiglie già consumatrici, cioè quelle non uscite completamente dal segmento di consumo e che anche durante la crisi avevano continuato ad acquistare il prodotto, seppur in modo più limitato. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati dell’Osservatorio Conav-avitalia (fonte dati: Gfk - Iha, elaborati dall’esperto di agribusiness Gianluca Bagnara). Il rientro delle famiglie che erano uscite dal segmento di consumo durante la crisi da panico aviaria, è stato invece più graduale, cosa che sottolinea la difficoltà del settore a fidelizzare i consumi. I prodotti che hanno beneficiato prima e meglio della ripresa sono stati i prodotti elaborati (hamburger, cotolette, rollè, spiedini) e il petto di pollo. La ripresa della seconda parte del 2006 non ha tuttavia portato ad una compensazione in positivo. Lo confermano anche i dati sulla macellazione che per lo scorso anno hanno registrato un totale di capi avicoli macellati di 372. 190 (in migliaia) con una variazione 2006/2005 di -8,9 %. Si conferma che le famiglie italiane hanno acquistato la carne avicola al prezzo medio di 5,57 euro/kg, per un 50% attraverso la grande distribuzione (iper e supermercati) e per l’altro 50% attraverso i canali tradizionali. Questo per ciò che riguarda la fotografia del 2006. Nei primi mesi del 2007 i consumi delle famiglie italiane sembrano essersi consolidati verso i livelli normali, in linea con la media di periodo o leggermente superiore per l’anomalo andamento stagionale: la primavera calda ha favorito i consumi di carne bianca a scapito di quella rossa. Tuttavia, superata la crisi, emergono le difficoltà strutturali del mercato soprattutto legate alla capacità di spesa delle famiglie italiane, indotte a una continua ricerca del prodotto in promozione. La ripresa è confermata anche dal dato sulla macellazione dei polli (fonte Istat) nei primi due mesi del 2007 registra un aumento del 10% Le quotazioni del mercato all’origine 2006 -2007 Per ciò che riguarda i prezzi del pollo praticati dall’allevatore (all’origine), a un anno di distanza dalla “crisi influenza aviaria” si registra un riallineamento con la media europea dopo aver toccato punte del -40%. Le ultime quotazioni del Mercato Avicunicolo di Forlì hanno fissato il prezzo per il pollo a 1,22 Euro/kg (lunedì 25 giugno Mercato Avicunicolo di Forlì), prezzo che si sta confermando da alcune settimane e che si prevede stabile nelle prossime settimane, anche in considerazione della stagionalità; le quotazioni sono superiori alla media storica degli ultimi 5 anni di circa il 15%. Nel 2006 il prezzo medio del broiler è stato di 0,90 euro/kg, contro lo 0,80 del 2005, con una variazione positiva del +12,5%, mentre il raffronto delle quotazioni medie tra 2005 e 2004 aveva registrato un -11%. .  
   
 

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