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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Luglio 2007
 
   
  TECNOLOGIA E TUTELA DEI BOSCHI: UN’INTESA SOSTENIBILE

 
   
   Roma, 5 luglio 2007 - Fare chiarezza sulla relazione tra innovazione nella meccanizzazione forestale e la corretta gestione delle aree boschive, nel rispetto dei criteri di sostenibilità e tutela ambientale. E’ questo lo scopo del workshop ‘Meccanizzazione e certificazione forestale’ previsto il 5 luglio 2007 a Roma presso il Consiglio nazionale delle ricerche. La giornata di studio è stata organizzata dall’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Cnr di Firenze e dall’associazione Pefc Italia, ente normatore del Programme for endorsement of forest certification schemes, riconosciuto a livello mondiale. “Dalla nascita del concetto di sviluppo sostenibile, ratificato a Rio nel 1992, alle linee guida del protocollo di Helsinki del 1995, molta strada è stata fatta nella direzione della tutela delle foreste”, afferma Carla Nati, ricercatrice Ivalsa-cnr. “In particolare la certificazione forestale è stato uno degli strumenti che ha permesso di migliorare l’immagine della selvicoltura e della filiera foresta-legno, fornendo di fatto la possibilità di commercializzare legno e prodotti del bosco provenienti da foreste gestite in modo sostenibile”. La certificazione forestale, infatti, attesta che le forme di gestione boschiva rispondono a determinati requisiti, riconosciuti a livello mondiale, per quanto attiene sostenibilità ambientale, economica e sociale. “Sono oltre 90 gli indicatori di buona gestione verificati per il rilascio della certificazione”, spiega Antonio Brunori, segretario generale di Pefc Italia. “Dal taglio dell’albero all’esbosco, tutto deve essere fatto in modo da impattare il meno possibile l’ecosistema assicurando, inoltre, la valorizzazione della flora autoctona e la protezione della fauna oltre che il rispetto delle realtà locali”. “Sono diverse le possibilità di soluzioni tecnologicamente avanzate ma rispettose dell’habitat forestale”, afferma Nati. “Nel caso del suolo, è da evitare il rimescolamento del terreno provocato dal passaggio dei mezzi di abbattimento ed esbosco, anche attraverso la definizione preventiva dei tracciati, spesso già stabiliti prima dell’inizio dei lavori. Da evitare accuratamente, poi, le perdite di combustibile e olio minerale sul terreno. Tra gli accorgimenti per minimizzare gli impatti al bosco si segnalano, ad esempio, l’uso di oli di origine vegetale a biodegradabilità elevata, l’utilizzo di pneumatici a sezione larga e con bassa pressione di esercizio per limitare il compattamento del suolo, la segnalazione, con nastri o segni colorati sulle piante, delle vie di abbattimento ed esbosco allo scopo di limitare i danni alle piante residue e alla rinnovazione”. Nel corso della giornata di studio i ricercatori dell’Ivalsa presenteranno i risultati di alcune loro ricerche sull’utilizzo sia degli oli di origine vegetali, con biodegradabilità superiore al 90%, sia dei carburanti alchilati, combustibili meno nocivi per la salute degli operatori perché privi di componenti volatili quali il benzene, notoriamente cancerogeno. “Negli ultimi anni”, conclude Nati, “l’interesse delle aziende boschive italiane verso la produzione di legname eco-sostenibile è aumentato considerevolmente: ad oggi sono oltre 666. 000 gli ettari certificati secondo i due principali schemi di certificazione Pefc e Fsc. Tra il 2005 e il 2006 le superfici certificate (boschi e piantagioni) sono aumentate del 5-6% mentre il numero delle ditte che commercializzano anche prodotti derivanti da aree certificate è aumentato di oltre il 30%”. .  
   
 

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